1899 – Recensione no spoiler

1899 è la nuova serie tv creata dagli sceneggiatori di Dark, 8 puntate interamente visionabili su Netflix, al momento non si hanno notizie su un eventuale rinnovo.

Nella serie seguiamo le vicende dei passeggeri di una nave diretta a New York, tra misteri e simbolismo, niente è come sembra. 

La storia e i suoi creatori

Netflix, visto il successo ottenuto con Dark, ha deciso di dare fiducia alla sceneggiatrice Jantje Friese ed a Baran bo Odar, che torna anche dietro la macchina da presa

I due, che sono anche una coppia nella vita, portano in scena un thriller ad alto contenuto di mistero, ma che sicuramente risulta più semplice da seguire rispetto al loro lavoro precedente.

Ci troviamo immersi in un’ambientazione alla Titanic, dove poveri e ricchi si ritrovano sulla stessa nave, ognuno con le proprie motivazioni nell’affrontare questo viaggio.

Struttura e cura dei dettagli

La struttura della serie porta lo spettatore a voler immediatamente guardare la puntata successiva, con continui cliffhanger nei finali di puntata, in pieno stile Netflix.

Nonostante ci siano molte più scene d’azione rispetto a Dark, il ritmo soprattutto nelle prime puntate è molto più compassato.

Se deciderete di imbarcarvi insieme ai protagonisti della vicenda, noterete che la serie è divisa in due atti. Superato il primo sicuramente sarete premiati nel secondo. Il consiglio è di lascarsi trasportare, aggrappandosi alle atmosfere fantascientifiche che sono accennate in momenti specifici di ogni puntata.

C’è poi un’attenzione ai dettagli, a dir poco maniacale, dai costumi di scena alle scenografie, guardatevi spesso intorno, perché la simbologia in questa serie è stata inserita veramente ovunque, dagli oggetti di scena ai monili indossati dai personaggi.

Comparto tecnico - l'uso dello Stagecraft

La serie è stata completamente girata utilizzando la nuova tecnologia del “Volume”, impiegata per la prima volta in The Mandalorian, praticamente abbattendo le scene girate in “esterna”. Lo Stagecraft è una tecnologia, messa a punto dalla Industrial Light & Magic di George Lucas, il cui cuore pulsante è il “Volume“, una struttura di forma cilindrica costituita da schermi led che fanno da sfondo all’intero set. Tale sfondo è ricreato in maniera virtuale sugli schermi e riproduce l’ambiente in cui i nostri personaggi e attori dovranno muoversi. Grazie all’uso dell’Unreal Engine, un motore grafico sviluppato da Epic Games, lo sfondo si modifica in maniera coordinata con i movimenti delle telecamere. In pochi metri di set è possibile così concentrare spazi immensi e saltare da un’ambientazione all’altra senza dover mai uscire dallo studio. Inoltre gli attori possono vedere intorno a loro gli ambienti in cui sono inseriti e, senza dover ricorrere all’immaginazione, potranno esprimere al massimo le loro capacità di recitazione, al contrario di quanto accadeva con il “semplice” green screen.

Tornando a 1899, tutto questo è unito ad una fotografia veramente apprezzabile che nasconde l’utilizzo di tale tecnologia e fa immergere gli spettatori nella storia, rendendo l’ambiente veramente claustrofobicoDa segnalare, anche, una colonna sonora azzeccata in tutti i momenti dell’opera.

I personaggi - l’ottimo lavoro del cast

Uno degli aspetti più riusciti sono le interpretazioni degli attori, che riescono a rendere realistico il girato. Tra i tanti spicca Andreas Pietschmann, già visto in Dark, il capitano triste, con un bagaglio emotivo sulle spalle che peserà molto sulle sue decisioni di comandante lungo la stagione. Interessante anche l’interpretazione di Emily Beecham, vista precedentemente in Crudelia e sul piccolo schermo in Into the Badlands, la Maura Franklin della serie che riserverà molte sorprese agli spettatori.

Azzeccatissimi poi anche i comprimari, in un cast variegato e multiculturale, che dà il proprio meglio se visto in originale, in quanto si parlano tantissime lingue diverse e purtroppo con l’adattamento italiano alcuni dialoghi sono stati modificati, perdendo tutte le interazioni di difficoltà di comprensione tra i personaggi.

Come scritto in precedenza, infatti, si punta molto sulla dicotomia ricchi/poveri, sottolineato spesso da personaggi che arrivano da Nazioni diverse, creando ancora di più un senso di divisione culturale oltreché economico.

Considerazioni finali

1899 risulta essere una discreta serie, non adatta a tutti i palati e che sicuramente dividerà il pubblico, tra chi la troverà noiosa e chi geniale. L’elefante nella stanza sarà sicuramente la comparazione con Dark, ma tolti gli autori in comune, la piattaforma di uscita e qualche attore, c’è ben poco da confrontare, viaggiando su due binari quasi completamente diversi per mood e storia alla base.

VOTO: 7

Spazio all'autore

Il mio giudizio su questa serie è mediamente positivo, ma purtroppo mi sono costantemente sentito più avanti dei personaggi, chiedendomi spesso quando sarebbero arrivati alle conclusioni che io avevo già intuito dagli indizi (neanche troppo velati) lasciati dagli autori, facendomi perdere tutta la potenza che avrebbero dovuto scatenarmi i plot twist.

Devo dire, in realtà, che comunque sono curioso su come proseguiranno nelle eventuali future stagioni.