65 Fuga dalla Terra – Recensione

Milioni di anni prima dell’avvento dell’uomo, nell’infinito dello Spazio vi erano degli esploratori, che vagavano nell’ignoto. 65 milioni di anni fa uno di questi precipitò sulla Terra. Un pianeta ancora primitivo, colmo di minacce, predatori. In cui la morte pervade ogni singolo momento.

65 Fuga falla Terra è sicuramente un film che farà rivivere i sogni di quegli adulti che erano bambini ed, ovviamente, non solo. Camminare, o meglio fuggire per la propria vita, affianco a quelle creature preistoriche che tutti noi nella nostra infanzia abbiamo ammirato, rimanendo stupefatti dalle immagini nei libri. La magia non sarà di certo paragonabile al cult di questo genere che è Jurassic Park, il desiderio nascosto di ogni bambino, che sia tale o solo interiore. Ma sa gestire comunque il suo lavoro in una durata ben congegnata ed amministrata. Parliamo infatti si un’ora e mezza di film, che è diventata orami qualcosa di sporadico al giorno d’oggi, con pellicole che superano spesso e abbondantemente le due ore.

I fan più affezionati dell’ambiente videoludico avranno probabilmente pensato ad un rimando a Turok. Un gioiello del 2008, cui in realtà vi sono più titoli, sviluppato da Propaganda Games e pubblicato da Touchstone Pictures per PlayStation 3, Xbox 360 e Microsoft Windows. Turok è ambientato in un pianeta alieno popolato da dinosauri ed il protagonista dovrà sopravvivere, circondato da minacce.

Sicuramente un punto a favore per l’entusiasmo verso la pellicola diretta da Scott Beck e Bryan Woods è dato dal ricordo che avrà, per alcuni degli spettatori, proprio verso Turok. Ma forse non è sufficiente ad invogliare il pubblico. Probabilmente nemmeno la produzione di Sam Raimi e dei nomi dietro A quiet place. Fin dall’inizio non sembra aver convinto il pubblico, che risultava per lo più timoroso dal risultato ottenuto. Come sempre vi è stata una divisione di opinione, ma ora che è giunto nelle nostre sale, si può muovere un giudizio più concreto ed oggettivo.

Piccoli dettagli

L’inizio forse può non convincere. Il tutto viene presentato in modo abbastanza semplicistico. Un peccato, perché si tratta di un dettaglio che avrebbe giovato, pur facendo una piccola ed insignificante differenza alla totalità del film. Ovvero, trovandoci a milioni di anni prima della nascita dell’uomo, in un pianeta lontano dalla nostra Terra, gli abitanti qui sembrano ragionare con gli anni terrestri. Non viene approfondito ciò, non ne avrebbe avuto nemmeno il senso. Forse era meglio tergiversare, saltando ciò. Un piccolo sbaglio, un inciampo. Ma forse si pretende troppo, anche se sono quei dettagli che potrebbero fare la differenza. In ogni caso la produzione ha fatto uno sforzo con la lingua, visto che si ha a che fare con civiltà aliene. Sicuramente ciò è stato apprezzato.

Dobbiamo stare in silenzio e muoverci

65 si fonda molto sui sentimenti tra padre e figlia. Questa, nel naufragio della nave, in cui il padre viaggiava, su un primitivo pianeta Terra, viene sostituita da una giovane sopravvissuta. Il rapporto tra i due trasmette da subito un’atmosfera pura e genuina, infondendo il tutto con un senso di pace. I due protagonisti possono ricorda, alla lontana, John e Ellie in The Last of Us, visto che si è freschi della recente trasposizione nel piccolo schermo (qui la recensione al finale di stagione).

Quando l’illusione di tranquillità, diffusa dal rapporto tra Mills (Adam Driver) e Koa (Ariana Greenblatt), sembra divenire predominante, facendo inizialmente storcere il naso sul senso della pellicola, il pericolo, costantemente in agguato, viene messo in primo piano. 65 diviene, quindi, una corsa alla sopravvivenza. Da una pace fittizia, sfruttata per legare i due protagonisti, inizia un no-stop di tensione. Ogni passo potrebbe essere l’ultimo, senza concedere un attimo di respiro. Mentre, oltre ai dinosauri, un’ulteriore minaccia si erge sui due sopravvissuti.

In silenzio. E muoverci. Vi ricorda qualcosa? Un certo A Quiet Place? Come nella fortunata pellicola di John Krasinski, non vi è assolutamente alcun posto tranquillo. Seppur la tensione non è paragonabile a quest’ultimo, 65 riesce in ogni caso ad intrattenere, regalando diversi momenti intensi. Seppur mancando quel pathos.

I due protagonisti saranno mesi costantemente alla prova. La pazienza, di cui il personaggio di Driver sembra possedere fin troppo, è fondamentale, ma la disperazione è dietro l’angolo. Occorre saper reagire. Ma anche sotto questo punto di vista il lavoro di Scott Beck e Bryan Woods sembra fin troppo superficiale.

Considerazioni finali

65 Fuga dalla Terra è un prodotto che non rimarrà nella memoria. Probabilmente non ci penseremo nemmeno più tra qualche mese, ma sa intrattenere, attraverso diversi spunti interessanti ed originali. Sicuramente rimarrà più che apprezzabile rivederlo a distanza di tempo perché è comunque in grado di catturare le minacce e l’ambientazione di un pianeta primitivo con originalità e maestria, condensando sapientemente in una durata di 90 minuti. Fatto assolutamente da non sottovalutare.

In questo genere di tensione, le musiche sono sempre fondamentali. Spesso però finiscono per sovrastare la scena stessa, andando a coprire i dialoghi. Fortunatamente non è questo il caso.

Concludiamo con i due attori che sono il fulcro dell’intero film. L’ormai superstar Adam Driver non ha bisogno di presentazioni. Qui se la cava con sufficienza. Visto l’importanza attoriale è il minimo che ci si aspetti. Ma tutta l’attenzione va, meritatamente, alla quindicenne Ariana Greenblatt, conosciuta per aver preso parte, per Disney Channel, alla serie Harley in mezzo, trasmessa fino al 2018. L’abbiamo vista anche in Love and Monsters (2020), che se non l’avete visto vi invitiamo caldamente di rimediare, disponibile su Netflix. In ogni caso, Ariana Greenblatt ha certamente rubato la scena. Ha dovuto letteralmente entra nel personaggio compensando con le espressioni ed i gesti ciò che le parole non potevano esprimere.

Spazio all'autore: All’annuncio di 65 col primo teaser mi ha invaso di curiosità. Non per i nomi alla produzione, che spesso danno solo l’illusione di un bel film in casi come questi, ma per l’ambientazione che fa sempre venir voglia di vedere e rivedere. Ma il rischio di un risultato mediocre non era scontato. Fortunatamente a visione conclusa ci si può ritenere soddisfatti. Davide – Riccidanerd

7.5
von 10
2023-04-28T16:00:00+0000