Ahsoka – Ep. 3 – Recensione

Un viaggio dentro se stessi e un tuffo nel passato, ma anche uno sguardo verso nuovi orizzonti. Dopo due prime puntate un po’ lente e a tratti noiose, Ahsoka sembra aver trovato un suo equilibrio, o perlomeno ha imboccato la strada per raggiungerlo. Un percorso duraturo o soltanto una momentanea inversione di rotta ? E’ presto per dirlo, ma questo terzo capitolo della serie dedicata all’allieva di Anakin Skywalker pare aver virato nella giusta direzione. In viaggio verso Seatos all’inseguimento di Morgan Elsbeth, la Jedi e la sua ritrovata padawan Sabine, percorreranno le vie della Forza alla ricerca di un’identità nuova, per forgiare un nuovo legame tra maestro e allievo.

I resti di un antico ordine

Un antico e mistico ordine, fatto di tradizioni rigide e secolari, votato all’illuminazione, alla pace e allo studio della Forza. Nel vasto universo di Star Wars i Jedi sono tra i personaggi più iconici, familiari anche a chi di Guerre Stellari non si è mai davvero interessato. Dediti al raggiungimento dell’equilibrio e al sacrificio al di sopra di qualsiasi interesse individuale, questi guerrieri paiono quasi un miraggio, creature mitiche capaci di trarre un potere immenso dal quell’energia che alberga in ogni forma di vita e tutto intorno a noi. Un potere che in Sabine sembra scarseggiare.

Definita da Huyang come la peggior candidata in assoluto per diventare una Jedi, la giovane mandaloriana riprende il suo allenamento con Ahsoka, in alcune sequenze iniziali che si concentrano sulle basi dell’apprendimento della Forza. Si avverte come non mai il legame con la cultura nipponica che ha contribuito a ispirare George Lucas nella creazione dello stile di combattimento dei Jedi. Questi primi minuti risultano estremamente affascinanti, perché ci ritroviamo totalmente immersi nell’allenamento, immersione favorita anche dalla musica, che calza a pennello con l’atmosfera e il ritmo delle scene.

La frustrazione e l’impazienza di Sabine sono palpabili, vista la sua incapacità di adoperare la Forza anche per i compiti più semplici, in netto contrasto con la calma della sua maestra. Una bella opposizione tra le due, ma che dimostra quanto Ahsoka sia in realtà l’insegnate perfetta per la giovane padawan. Cresciuta passando attraverso numerosissime esperienze, il personaggio interpretato Rosaria Dawson è passata dall’essere un’adolescente ribelle, impulsiva e indisciplinata, fino a diventare una combattente esperta e saggia, senza abbandonare quella vena di trasgressione che tanto la contraddistingue.

Un nuovo modo di essere Jedi

Perché dunque addestrare Sabine se è tutto fuorché una candidata ideale ? Le ragioni di Ahsoka affondano profonde nel suo passato, che ancora oggi influenza in molte delle sue scelte. Non nasconde il suo risentimento e la sua sfiducia per un sistema in cui non crede più, che l’ha abbandonata e dal quale ha scelto di allontanarsi. Emerge chiara la sua volontà di rendere la giovane mandaloriana qualcosa di diverso e unico.

Io non voglio che diventi una Jedi; voglio che sia se stessa.

Ahsoka – serie tv – terzo episodio

La Forza è in tutti noi, non solo in chi dimostra più talento degli altri; un criterio di selezione applicato per generazioni dall’ordine nella ricerca di nuovi adepti da addestrare. Nel voler credere nelle capacità di sabine Ahsoka stravolge questo concetto, incluso il rapporto gerarchico tra maestro e allievo. Proprio durante lo scontro a fuoco con lealisti dell’Impero, tra cui Shin Hati e Marrok, parte più corposa e consistente dell’episodio, questa barriera viene infranta e le due donne donne imparano nuovamente a collaborare, agendo non come allievo e maestro, bensì come squadra.

Time to Fly

Una lunga sequenza di combattimento aereo nello spazio, ben gestita e con soluzioni originali e inaspettate. Se i combattimenti con le spade laser dei precedenti episodi erano risultati un po’ fiacchi, mitigando il livello d’azione della serie, le acrobazie di volo di quest’ultima puntata hanno decisamente risollevato le aspettative. Con l’aggiunta di alcuni accorgimenti un po’ diversi dal solito per così dire, Time to Fly da una bella scossa alla storia, instradandola su un binario originale, anche se i richiami a Star Wars Rebels non cessano di palesarsi, pur essendo meno invadenti ai fini della comprensione della narrazione. Certo è che gli spettri del passato, soprattutto quello di Ezra Bridger, continueranno ad accompagnarci ancora per molto tempo. Ma rimarranno davvero tutti spettri ? Non ci resta che scoprirlo.