Una scommessa decisamente rischiosa, ma che a distanza di 15 anni ha dato i suoi frutti. Dal suo debutto in The Clone Wars, Ahsoka Tano di strada ne ha fatta davvero tanta, guadagnandosi il suo posto tra i protagonisti più amati nell’universo di George Lucas. Un personaggio scomodo sin dal suo esordio, non voluto e che nemmeno il suo creatore sapeva bene come gestire, ma che si è fatto strada lentamente fino ad ottenere uno show tutto suo. Un bel traguardo dunque per Dave Filoni – che dopo una prima esperienza come regista nella serie animata Avatar – The Last Airbender – ha dedicato tutto se stesso all’immaginario di Guerre Stellari, costruendo passo dopo passo una figura che oggi è diventata iconica nel franchise.
Se per Filoni questa serie può essere vista come un brillante risultato personale, per noi spettatori rappresenta la possibilità per il franchise di risollevarsi dalla mediocrità degli ultimi prodotti seriali realizzati. Dopo Obi-Wan Kenobi, The Book of Boba Fett e l’ultima stagione di The Mandalorian, le aspettative che si possa realizzare un prodotto di qualità sono scarse, tenute insieme solo da Andor e dalla nomea di uno dei franchise più famosi del mondo. Ahsoka sarà davvero in grado di invertire questo trend negativo ? Lo sapremo con il tempo nelle prossime settimane, senza nel frattempo tralasciare la nostra impressione sui primi due episodi.
Un sequel atteso cinque anni
Se il trailer poteva aver suscitato qualche dubbio, guardando i primi due episodi non si ha più alcun dubbio: Ahsoka è il sequel di Star Wars Rebels, oltre a rappresentare un ulteriore anello di congiunzione con alcuni degli eventi a cui abbiamo assistito nelle passate stagioni di The Mandalorian e The Book of Boba Fett. Diventa evidente sin da subito l’assoluta necessità di recuperare la serie animata. Più che un vero e proprio sequel infatti potremmo definire la serie come la quinta stagione di Rebels, vista l’enorme quantità di riferimenti più o meno velati e informazioni date per scontate. Per i fan più irriducibili sarà come fare un salto indietro nel tempo, trovandosi in un ambiente familiare studiato per farli sentire a casa. Per tutti gli altri invece sarà un bel problema.
Proprio come già avvenuto per Bo Katan nell’ultima stagione di The Mandalorian, Dave Filoni pesca a piene mani dalla storia costruita in Star Wars Rebels, inserendo riferimenti, citazioni, mettendoci davanti a personaggi che non sembrano sentire la necessità di farsi conoscere dal pubblico. Ma se con la leader mandaloriana era riuscito a fra sì che la storia fosse ugualmente comprensibile e godibile, con Ahsoka tutto ciò risulta davvero complicato. Filoni si rifugia ancora una volta nel passato, navigando in acque sicure che conosce come il palmo della sua mano. Siamo davanti a un prodotto che vive letteralmente di conoscenze degli avvenimenti pregressi, che tende la mano allo spettatore abituale, ma che sembra chiudere le porte in faccia alle nuove generazioni che muovono i primi passi nell’immaginario di Guerre Stellari. Non sei un super fan e vuoi solo goderti una serie di fantascienza ? Beh, allora questo posto non fa per te.
Più che uno sguardo al passato
Ahsoka non osa, Ahsoka è bloccata; o meglio, il suo creatore lo è. Alla costante ricerca dell’effetto nostalgia, Filoni strizza l’occhio agli appassionati di lunga data che con Star Wars ci sono cresciuti. Dalle transizioni tra una scena e l’altra alle musiche, fino alla ricomparsa di tanti personaggi familiari quali Hera Syndulla, Ezra Bridger e Sabine Wren. Sul suo rapporto con la sua ex maestra si concentreranno in particolare i primi due episodi. Nel cercare di trovare la prigioniera Morgan Elsbeth (ricordate The Mandalorian ?) fuggita grazie all’aiuto di Imperiali in grado di padroneggiare La Forza, Ahsoka si muoverà attraverso misteriose mappe stellari e complotti segreti, nel tentativo di sventare una grave minaccia capace di rovesciare la Nuova Repubblica.
Spinta dunque dalla necessità, contatterà la sua vecchia padawan per un aiuto, senza però sforzarsi di ricucire un rapporto che sembra teso e fragile sin dalle prime battute e che affonda le sue radici in eventi lontani. Tra dialoghi lenti e poco accattivanti, si ha come l’impressione che nessuna delle due voglia davvero essere lì in quel momento e che si stiano solamente annoiando. Manca il mordente, manca la tensione, nei dialoghi così come nei combattimenti. Si ha quasi l’impressione di assistere alle prove di una coreografia ripetitiva e monotona, ancora in fase di studio, come se chi la esegue non l’avesse ancora imparata a dovere.
Difficile prevedere come potrà proseguire la storia. Certo è che sembra un prodotto riservato a pochi fan incalliti, più che un tentativo di attrarre le nuove generazioni.