Amazing Spider-Man (2022) 1-3 – Recensione

“Un mondo senza amore”. Ma perché?

Recentemente, Amazing Spider-man ha subito l’ennesimo reboot: siamo al volume 6. La storia editoriale di questa collana (che quest’anno compie 60 anni!) ha visto il suo primo reboot nel Gennaio 1999 a opera di Howard Mackie e John Byrne. Dopo solo due anni, prende il timone della serie il famigerato J. Michael Straczynski, che ne guida la sorte fino al 2008, quando viene pubblicato il tanto criticato One more day: il matrimonio di Peter Parker e di Mary Jane Watson viene sacrificato a Mefisto in cambio della guarigione di zia May (per l’ennesima volta in fin di vita). 

Di lì la serie è guidata per diversi anni, fino al 2013 principalmente da Dan Slott. Nel 2013 Amazing Spider-man viene chiusa e sostituita da Superior Spider-man (di cui, in questo articolo, non diremo assolutamente nulla) che dura solo 33 numeri. Nel 2014, sempre a guida Slott, nasce Amazing Spider-man vol. 3, che si conclude dopo appena 20 numeri ed è sostituita da Amazing Spider-man vol. 4 (ancora una volta gestita da Slott). ASM#4 conta 51 numeri. 

Poi nel 2018 il timone della serie passa a Nick Spencer che avvia Amazing Spider-man vol. 5. Il volume 5 ha una vita leggermente più lunga, perché è terminato solo da poco e ha accumulato 93 numeri. Ed eccoci al volume 6.

La cronistoria dei diversi reboot di Spider-man è forse noiosa e all’apparenza inutile, ma aiuta a capire alcune delle scelte editoriali che il nuovo team della serie, Zeb Wells ai testi e John Romita Jr. ai disegni, sta prendendo. 

Intanto c’è una riflessione da fare: se negli ultimi dieci anni la serie è stata rebootata quattro volte, vuol dire che alla serialità pressoché infinita del primo Spider-man si è preferita una narrazione a cicli, più semplice da gestire sul lungo periodo. Inoltre, questo modo di agire consente di proporre periodicamente una nuova versione del personaggio che possa, idealmente, intercettare nuovi lettori.

Wells & Romita: uno Spider-man “oscuro”

Questa nuova versione di Spider-man sembra sensibilmente diversa dalle precedenti. Almeno per il primo arco narrativo appena concluso (numeri 1-5, in Italia stampati da Panini su Amazing Spider-man 1-3). La storia parte da un momento imprecisato nel futuro di quanto raccontato nel volume immediatamente precedente (la fine della saga Beyond, di cui parleremo prossimamente). Alcuni scrivono che gli eventi di questo nuovo Spider-man avvengono esattamente sei mesi dopo Beyond, fraintendendo la consecuzione temporale data dalle prime tavole. La realtà è che ancora non si sa nulla di cosa sia successo e di quanto tempo sia passato.

Un mondo senza amore racconta di un Peter Parker prostrato. Qualcosa gli è capitato e ha sconvolto la sua vita. Il risultato è che Peter è completamente isolato dai suoi affetti: perfino zia May ha parole di commiserazione nei suoi riguardi.

Non diremo, invece, qual è la sorte toccata a MJ, l’amore della vita di Peter, in questo mondo distopico. Spidey, dal canto suo, mantiene, almeno in parte, il suo carattere che tende a ridicolizzare tutto: parla di continuo, scherza, fa battute. Ma è arrabbiato. È estremamente arrabbiato. E questo trasuda da ogni tavola. 

La storia scorre velocemente e a tratti sembra che Wells si dimentichi di aver scelto di rappresentare uno Spider-man diverso (per alcuni più adulto, qualsiasi cosa ciò voglia dire). Certamente si nota la mano di un esperto sceneggiatore che sta forzando i toni per preparare i suoi lettori a qualcosa di grosso.


Restano aperte alcune questioni interessanti. A parte l’ovvia domanda su cosa Peter abbia fatto per stravolgere completamente la sua vita, resta da capire quale sia adesso il rapporto tra Parker e Norman Osborn, perché zia May non sappia più della sua identità segreta, cosa sia successo con Mary Jane e, soprattutto, cosa ci faccia Otto Octavius appeso a testa in giù e apparentemente tra i responsabili della distopia! 

Di nuovo Romita Jr.!

Un fattore molto positivo di questo nuovo Spider-man è certamente dato dal ritorno di John Romita Jr. Quest’ultimo mancava da più di dieci anni dalla serie. In “Un mondo senza amore”, Romita dà un’ottima prova di sé, anche se forse le sue splendide tavole risultano un po’ offuscate da una colorazione a volte troppo invadente. 

Interessante il richiamo che Romita fa di sé stesso costantemente nelle sue tavole. Un esempio molto notevole di questo autocitarsi può essere trovato nella prima tavola del primo numero. Nella terza vignetta, uno Spider-man prostrato e con il costume semidistrutto tiene tra le mani un dispositivo non ben identificabile a forma di ragno. Si trova al centro di un cratere violaceo ancora fumante. Questa immagine è un chiaro riferimento a una delle scene più iconiche disegnate dal Romita degli anni ’90: il momento in cui Peter scopre di essere il clone e non l’originale (e anche qui glissiamo su tutta la complessità di quella storia). La vignetta è del 1995 e la si può trovare nella Saga del clone, recentemente ripubblicata in Omnibus.

Voto: 8/10

Spazio all’autore

Credo che questo arco narrativo nasconda ancora i suoi veri temi. Per il momento mi sembra, sinceramente, uno Spider-man un po’ snaturato nei toni, ma immagino che questa sia esattamente la sensazione che Wells vuole dare per poi sorprendere tutti con qualcosa di molto grosso e molto inaspettato. Da leggere? Ovviamente si! Unica perplessità riguardante l’edizione italiana: non capisco, in tutta sincerità, il senso dei sottotitoli dati ai tre volumi (Zia May, Mary Jane e Randy Osborn – al massimo Robertson, ma una svista ci può stare)…