Arrowsmith – Recensione

Serie pubblicata originariamente nel 2005 e, per motivi che onestamente non capiamo, non ha avuto il meritato successo. A spingere la serie ci pensa Saldapress con una meravigliosa edizione cartonata in due volumi, il secondo uscito poche settimane fa.

Benvenuti nel 1915, nel pieno della Grande Guerra. Il giovane Fletcher Arrowsmith combatte per la patria e l’onore durante il primo conflitto mondiale in mezzo a trincee, filo spinato, armi, proiettili e… draghi incantati! In una serie distopica nella quale Storia e atmosfere fantasy si fondono alla perfezione e dove, sullo sfondo della Prima Guerra Mondiale, magia e grandi rettili volanti sono impiegati come armi, il giovane protagonista dovrà fare i conti con l’orrore del conflitto, con l’amore e con la ricerca della propria strada e della propria identità.

– Trama dell’editore

Arrowsmith parte lento, pacato e discorsivo. L’impatto iniziale non è dei migliori, ma dopo neanche una ventina di pagine la narrazione prende tutt’altra marcia. Il ritmo diventa adrenalinico e tra magia, soldati, draghi e altre creature strane, Busiek immerge il lettore in questo mondo folle e atipico.

La particolarità di Arrowsmith riguarda proprio la sua ambientazione. Da un lato abbiamo una buonissima fedeltà storica agli eventi e al contesto ma dall’altro abbiamo una grossa, grossissima, fetta di aspetti fantasy e questo particolare mix crea un world building solido e unico.

Uno dei punti di forza di questa mini-serie sono gli aspetti sociali e politici della prima guerra mondiale. Vediamo difatti il nostro protagonista, Fletcher Arrowsmith, e tanti altri giovani pronti a lottare e difendere la propria patria e i propri ideali dagli invasori. Fletcher si accorgerà ben presto che non basta essere pronti a lottare per sopravvivere alla guerra, la difficoltà più grande non è quella di sopravvivere fisicamente ma quanto più mentalmente. Le nuove reclute non hanno idea di cosa la guerra porti con sé, non hanno ben chiari gli orrori e le atrocità che dovranno vivere sulla propria pelle.

La critica alla guerra è uno dei nodi centrali del racconto. Busiek pone più volte l’accento sul fatto che la guerra rovini intere generazioni di giovani, i quali vengono presi e messi in campo come fossero carne da macello. Spesso non sono pronti dal punto di vista militare e non potranno mai esserlo psicologicamente. Uno degli spunti di riflessioni lanciati dagli autori riguarda i sopravvissuti alle guerre, nonostante siano vivi e vegeti sono davvero salvi?

Spazio all'autore: Arrowsmith è una di quelle opere che non può non piacere. Ha tutto. Azione, magia, mostri, riflessioni, intrighi polico-militari. Andrea – World Wide Nerd

8
von 10
2024-04-17T16:00:00+0000