Assassinio a Venezia – Recensione

Assassinio a Venezia ĆØ un film del 2023 per la regia di Kenneth Branagh, adattamento cinematografico del romanzo La strage degli innocenti di Agatha Christie.

Questo terzo capitolo della saga di Poirot abbraccia uno stile nuovo e differente rispetto ai precedenti due film. Pur rimanendo un giallo a tutti gli effetti, Assassinio a Venezia sceglie di virare verso il genere l’Horror in alcune scelte stilistiche. Il ciĆ² porta il tutto ad essere piĆ¹ intrigante quanto stucchevole, visto l’uso dei vari clichĆ© tipici del genere.

Poirot a Venezia tra fantasmi e superstizione

Kenneth Branagh anche in questa pellicola approfondisce il lato piĆ¹ sensibile e umano dell’investigatore privato, narrando allo spettatore un passato sempre tormentato e sfaccettato cercando per quanto piĆ¹ possibile di fare entrare in contatto detective e spettatore.

Ritiratosi a Venezia per godersi una meritata pensione, Poirot cerca in tutti i modi di non entrare in contatto con chi gli chiede di risolvergli un caso, servendosi di una preziosa guardia del corpo, interpretata dal nostro Scamarcio. FinchĆØ alla sua porta non busserĆ  una sua vecchia conoscenza che smuoverĆ  il detective deciso in primis a screditare una medium. Il tutto si svolge in una Venezia ben ripresa dal regista, ma poco sfruttata mostrandone solo pochi scorci. Una scelta fatta sapendo giocare bene con la location in cui si svilupperĆ  gran parte del film. Tra le mura di questo stabile antico, inquietante con le sue stanze e corridoi angusti e macabri Poirot dovrĆ  risolvere uno dei casi piĆ¹ complessi e soprannaturali della sua vita. CiĆ² lo metterĆ  in contatto con un cast ricco di attori, non piĆ¹ di primissimo livello come nei precedenti capitoli, interessanti e tutti ben caratterizzati.

CiĆ² che riesce e funziona ad Assassinio a Venezia ĆØ mettere in dubbio i capi saldi del geniale investigatore. Poirot, un uomo pragmatico e privo di fede che si scontrerĆ  con il paranormale indagando un possibile omicidio che minerĆ  la sua mente, facendone vacillare le convinzioni dinnanzi ai misteri di questo stabile “maledetto”. Un detective inedito ma non per questo meno brillante anzi, coglie alla perfezione il nuovo genere spingendo sul macabro ed esoterico.

Se la regia di Branagh risulta piĆ¹ matura, con riprese studiate e interessanti al lume di candela, come le ottime prove degli attori, questa volta a mancare a tratti ĆØ una sceneggiatura che appare claudicante e sbrigativa in alcuni punti salienti del film. La classica spiegazione finale, tipica dei gialli, risulta meno d’impatto e anche poco chiara a causa di una scrittura non proprio in linea con ciĆ² che rispecchia il libro. Questa libertĆ  creativa ha portato il regista a poter unire il thriller all’horror, incappando tal volta nei banali clichĆ© di genere. CosƬ facendo la scelta di non seguire il libro risulta in un finale prevedibile e meno convincente del previsto.