Barbie – Recensione no spoiler

Grazie a Warner Bros Italia abbiamo avuto l’opportunità di vedere in anteprima il film Barbie, la nuova pellicola con protagonista Margot Robbie e Ryan Gosling, diretto da Greta Gerwig, che è anche co-sceneggiatrice insieme a Noah Baumbach.

Di seguito la recensione senza spoiler del film che uscirà nelle sale italiane il 20 Luglio 2023.


Regia e sceneggiatura – compagni anche nella vita

Troviamo dietro la macchina da presa Greta Gerwig, conosciuta soprattutto per aver girato Piccole Donne e Lady Bird, due pellicole molto apprezzate sia dal pubblico, che dalla critica. La regista si è occupata anche della sceneggiatura, con al suo fianco il marito Noah Baumbach, regista di numerose pellicole, ma probabilmente divenuto famoso al grande pubblico per Storia di un matrimonio interpretato da Adam Driver e Scarlett Johansson.

La regista offre una prova convincente, gestendo ottimamente tutta la parte tecnica, cosa per nulla scontata, dovendo gestire molto spesso tantissimi attori in ogni inquadratura. Un plauso va fatto, anche, per essere riuscita a far divertire con il modo in cui le Barbie compiono i nostri semplici gesti quotidiani, al quale probabilmente non si pensa finché non viene proposto a schermo ed inoltre per le scelte fumettose, per alcune scene più movimentate, che hanno sicuramente aiutato a rendere il tutto un po’ più credibile.

La sceneggiatura è molto semplice, ma riesce a mixare bene l’ironia, che è la base di tutto il prodotto, con una critica al patriarcato che non risulta esagerata, ai momenti musicali che giungono tutti al momento giusto, per giungere, infine, agli elementi di stampo favolistico vecchia maniera.


Sinossi ed ambientazione – un worldbuilding clamoroso

La storia ha inizio, dopo l’ormai già famosa scena con voce narrante alla 2001:Odissea nello spazio, come si intuiva dai trailer, con la protagonista che ci presenta il fantastico Barbieland, costruito nei minimi dettagli in un’esplosione di rosa che difficilmente dimenticheremo. Tutto è perfetto nella quotidianità di Barbie, finché alcuni strani pensieri di morte, interrompono l’idillio e la costringono a visitare il mondo reale per trovare una soluzione, lì niente è come lei si aspetta.

Da quel momento si innescano una serie di peripezie divertentissime, ma al tempo stesso non mancano mai momenti di introspezione, in un viaggio nella dicotomia uomo/donna che impregna tutto il film. Si gioca e si fa ironia praticamente su tutto quello che si poteva pensare alla vigilia ed anche oltre, dal patriarcato al femminismo, dalle multinazionali ai rapporti madre/figlia, dalla musica alla cultura pop, tanto che potrebbe persino capitare di non capire qualche battuta, perché il target è veramente molto trasversale. Non manca,persino, l’autoironia sugli stessi “creatori” della pellicola, accolta sotto scroscianti applausi all’anteprima, risultando probabilmente tra le migliori del film, come, del resto, tutte quelle più inaspettate.

Il finale è la parte più favolistica del racconto, i personaggi crescono tutti rispetto all’inizio della pellicola e la scoperta di sé stessi gioca un ruolo determinante per giungere ad una conclusione apprezzabile e soddisfacente, dopo due ore che volano in un lampo.


I personaggi – divertimento è la parola d’ordine

La pellicola ruota attorno a pochi personaggi principali, come si notava dal materiale pubblicitario, sono quasi tutte varianti di Barbie e Ken, ma molti sono poco più di piccoli camei, rispetto a quanto ci si potesse aspettare, anche se più che sufficienti per raccontare questa storia:

  • Margot Robbie interpreta Barbie, in modo che non si può che definire perfetto, si crede nella sua interpretazione dall’inizio alla fine, accompagnandoci amabilmente con i suoi gesti e pensieri alla scoperta delle luci ed ombre di Barbieland, così come della vita;
  • Ryan Gosling nei panni di Ken, è la vera sorpresa del film, in un ruolo molto più difficile di quello che si possa pensare, riesce a ritagliarsi il suo spazio e risulta determinante per tutto lo sviluppo della storia;
  • America Ferrera è Gloria, una donna che lavora per la Mattel, protagonista probabilmente di uno dei monologhi più importanti della pellicola;
  • Ariana Greenblatt, interpreta Sasha, la figlia di Gloria, paradossalmente trattasi del personaggio più con i piedi per terra del film, nonostante sia anche la più giovane;
  • Will Ferrell nei panni del CEO della Mattel, un personaggio sopra le righe e divertentissimo, tutto da gustare ad ogni battuta.


Considerazioni finali

Barbie riesce a trascinare lo spettatore in un mondo fantastico creato alla perfezione, pur lasciandolo ancorato alla realtà con dialoghi convincenti e molto attuali. Grazie all’ironia imperante, riesce, inoltre, a trattare temi trasversali senza risultare troppo borioso. Il sovvertimento dei ruoli maschili e femminili funziona egregiamente e non viene abbandonato neanche nella risoluzione dei conflitti.

L’unico vero peccato della pellicola è, probabilmente, il poco minutaggio riservato a molti personaggi, che non risultano altro che essere dei semplici camei, rispetto ad una campagna marketing che virava in altra direzione. I due protagonisti sono, comunque, più che sufficienti a raccontare una bella storia ed il finale non è affatto scontato, viste le premesse iniziali.


Spazio all’autore: Barbie mi ha molto soddisfatto, sono rimasto felicemente sorpreso di come siano riusciti a coniugare la tanta ironia con alcuni temi importanti della società attuale. Eccezionale il lavoro di worldbuilding su Barbieland e tante sono state le risate dall’inizio alla fine, le due ore sono passate in un attimo. Interessante anche il finale ed il modo in cui ci si arriva, giocando sull’inversione dei ruoli, rispetto alla società attuale, tra uomini e donne, ma senza, a mio avviso, scadere troppo nel didascalico. Promosse sia regia, che sceneggiatura, non scontate, arrivando da due autori che avevano lavorato principalmente in pellicole indipendenti. Mattia – Fidia Nerd

8
von 10
2023-07-19T16:00:00+0000