Batman: Il Cavaliere – Recensione

Nel corso della storia editoriale di Batman formidabili team creativi ci hanno narrato, e rinarrato, le origini e i primi anni del Cavaliere Oscuro, tra questi troviamo Frank Miller e David Mazzucchelli con la loro Batman: anno uno, Jeph Loeb e Tim Sale con la saga de “Il lungo Halloween” e molti altri ancora.

Nessuno però si è mai soffermato troppo sugli anni trascorsi da Bruce Wayne in viaggio per il mondo, cercando di forgiare il suo corpo per diventare Batman. Molti di voi, forse avranno immaginato questo addestramento facendo riferimento a quanto visto sulla pellicola di Christopher Nolan “Batman Begins”, e forse è proprio da quella pellicola che Chip Zdarsky e Carmine Di Giandomenico hanno preso spunto per la produzione della miniserie in 10 numeri “Batman: Il cavaliere”.

Proposto da Panini Comics in due volumi cartonati intitolati “Genesi” e “Ascesa” nel formato 17×26, pubblicati tra il 2022 e il 2023.

Il percorso dell’eroe

Quest’opera può considerarsi un instant classic ed aggiunge un tassello mancante importante nella vita di Bruce Wayne.
I motivi per cui il giovane playboy ha messo una maschera li conosciamo tutti, Zdarsky però scava nell’anima di Bruce spiegandoci alcune scelte e alcuni comportamenti che saranno fondamentali nelle lunga carriera da giustiziere del Crociato Incappucciato. È in quest’opera che Batman capisce di essere un eroe, sviluppando il suo senso di giustizia e una sua morale che negli anni abbiamo imparato a conoscere.

All’interno della narrazione sono approfonditi alcuni aspetti sui maestri che hanno contribuito a plasmare il mito di Batman, che nel corso della storia editoriale del Cavaliere Oscuro erano solo stati accennati. Zdarsky riprende tutti questi elementi e li colloca all’interno del passato di Batman in maniera ordinata e credibile: nei vari paesi in cui cercherà di apprendere alcune abilità, che chi è solito leggere le vicende del Cavaliere Oscuro troverà familiari (come ad esempio il camuffamento), verrà messo di fronte a sfide di qualsiasi tipo da superare per poter completare l’addestramento.

L’esordio di Anton

Durante il suo percorso Bruce fa la conoscenza di un altro aspirante vigilante Anton, con cui lega subito e condivide il percorso. Tuttavia, le divergenze sui mezzi utilizzati per raggiungere tale scopo: Anton ricorre a modalità più letali, mentre Bruce non viene meno al suo giuramento di non uccidere; portano i due ad un inevitabile allontamento.

Il grande merito di Zdarsky è stata proprio quella di dare un passato e un origine ad un personaggio che era stato introdotto da poco all’interno della continuity del Cavaliere Oscuro: Ghost Maker. Sì, perché Ghost Maker non è nient’altro che l’alterego di Anton, il cui vero nome è Minhkhoa Khan, che dopo gli eventi della Joker War è apparso a Gotham City per prendere il posto di Batman come una sorta di antieroe.

Spazio all'autore: Oltre alla favolosa, piena di colpi di scena e fresca trama di Zdarsky, non si può non fare una menzione d'onore alle tavole di Carmine Di Giandomenico: formidabili e dinamiche, come al solito ci regalano uno spettacolo visivo unico. Questa lettura offre e aggiunge altri nuovi tasselli alla lunga run del Crociato Incappucciato e assolutamente non potete lasciarvela sfuggire Andrea – World Wide Nerd

8
von 10
2023-11-25T17:00:00+0000