Bless vol. 1 – Recensione

Le passioni sono contraddittorie.

Ti danno tanto, forse troppo, ma si prendono parte della nostra esistenza.

Ci vincolano.

Ci fanno amare con gli occhi e con la testa.

Ci danno gioie, soddisfazioni e vita.

Ma spesso ci dilaniano, ci fanno riflettere e pensare di essere sbagliati, diversi.

Quindi la gente ci evita, ci guarda male, ci giudica. 

Ma sono loro a renderci quel che siamo, sono il frutto della nostra essenza.

Le passioni son così, dolci come il burro ma taglienti come il suo coltello.

Ma in fondo cosa saremmo senza di loro se non embrioni di una vita vuota lasciata lì senza un vero scopo?

Questo è Bless, un flebile racconto di Yukino Sonoyama, di cui oggi analizzeremo il primo volume gentilmente concesso da Planet Manga.

L’ex modello Aia Udagawa ha sempre sognato di diventare un truccatore ma ha avuto sempre timore delle conseguenze delle sue scelte. Un giorno decide di partecipare a un concorso di festival scolastico con l’intenzione di truccare la semplice Sumizaki, dopo averne compreso il fascino nascosto..

– Trama dell’editore

La difficoltà di accettarsi

L’opera ci mostra sin da subito il suo scopo primario ovvero la difficoltà di accettarsi e di accettare le nostre passioni, ciò che la vita ci ha concesso e che crea in noi un mix di adrenalina, gioia e dolore. 

L’autrice riesce egregiamente in questo, tenendo incollato il lettore in maniera esasperante per tutto il racconto.

I temi e i protagonisti

I temi trattati sono molteplici e nei primi capitoli, che fanno un po’ da introduzione all’opera, sono trattati in maniera perfetta. In primis il tema, in parte inusuale, del make-up e della moda in generale.

I protagonisti traspirano voglia di vivere e rivalsa da tutti i loro pori, mettono tutto ciò che hanno in corpo per esprimere a pieno il loro potenziale.

Ognuno di loro ha dei sogni, spesso nascosti, che vorrebbero portare a compimento e anche nel momento più difficile scatta in loro il voler mettersi in gioco per difendere ciò che hanno di più caro.

Essi sono caratterizzati in maniera eccelsa e in questo primo volume si riesce già a concepire la loro estrema umanità e i loro tratti caratteriali.

Lo stile di scrittura e di disegno

Lo stile di scrittura dell’autrice è estremamente inclusivo, riesce a tenere incollato il lettore durante tutto il corso del volume creando in lui quel piccolo luogo di interesse in cui il lettore stesso si immerge spinto dal voler andare avanti con il racconto.

I disegni sono fenomenali, già dai primi capitoli ci ritroviamo di fronte a tavole pazzesche e ricche di dettagli. Il punto forte dell’autrice sono senza dubbio i visi e le sue espressioni che traspirano emozioni da tutti i pori, sono pura gioia per gli occhi.

Nel complesso l’opera crea davvero tanti spunti interessanti e a tratti ci ricorda le vibes di Blue Period (opera edita da J-Pop) con quella delicatezza estrema che ritorna anche in questo titolo.