”Perché proprio a me?”
Chiunque, almeno una volta, si deve essere posto questa domanda. Quando ogni cosa sembra andare nel verso sbagliato. Quando, sebbene tutto l’impegno e la dedizione impiegati, vediamo sgretolarci davanti tutto il lavoro fatto. Quando tutto sembra essere contro di noi e non ne capiamo il motivo.
Ah quanta frustrazione, quanta rabbia! Quanta voglia di piangere e urlare contro il cielo a chissà chi, di smetterla di giocare con noi. Una sensazione che Rin Okumura, protagonista di Blue Exorcist, deve aver provato molto spesso.
Perché le fiamme blu sono toccate a lui e non al suo gemello? Perché è dovuto essere lui l’erede del re di Gehenna? Perché è toccato a lui essere temuto, odiato e disprezzato? Perché proprio lui?

La storia di Rin può sembrare simili a tanti shonen. Un ragazzo con un potere che non ha chiesto, un potere maledetto per giunta. Perseguitato, condannato senza processo. D’altronde sei il figlio del Diavolo, quale strada potresti mai prendere? Qui però entriamo nell’eterno interrogativo:
È il sangue o l’educazione a formare il nostro destino?
Perché Rin non è stato cresciuto da un demone, ma da un uomo, un prete esorcista per giunta. Un uomo che gli ha insegnato l’affetto, l’amore, il sacrificio, la gratitudine.
E Rin ha cercato di vivere seguendo questi insegnamenti. Ma alla fine, per quanto si impegnasse, per quanto fosse guidato da buone intenzioni, ogni tentativo si è sempre sgretolato sotto le sue mani.
Il sangue è più forte dell’educazione? Siamo destinati a comportarci in un certo modo per ciò che è inciso nel nostro DNA? È tutto predeterminato dalla genetica senza possibilità di scelta?
Blue Exorcist può sembrare uno shonen come tanti e Rin il solito protagonista che deve combattere contro dei mostri. Ma la vera lotta qui è un’altra. La lotta all’autodeterminazione. Scegliere chi si vuole diventare indipendentemente dalle proprie origini.
Vedere Rin affrontare questa battaglia contro sé stesso, come, pur sentendosi estremamente solo, non manchi mai di rivolgere un sorriso e una parola di conforto agli amici, non è solo toccante ma emozionante.
Spazio all’autore: Il mondo e i personaggi rappresentati da Kazue Kato oltre a intrattenere fanno riflettere. Riescono a portare a galla emozioni e turbamenti che non si pensava di avere, aspettando con trepidazione di vedere come i protagonisti affronteranno tutte le difficoltà e i dubbi che gli si pongono davanti. – Mara – Blugirl