Film di Luca Guadagnino con protagonisti Taylor Russell e Timothée Chalamet, che ormai si può definire il suo attore feticcio, ispirato al libro “Fino all’osso” di Camille DeAngelis. Guadagnino ha una capacità molto particolare: riesce a raccontare trame abbastanza semplici, ma utilizzando una chiave narrativa unica. Lui è l’unico che, attraverso il cannibalismo, poteva raccontare una storia d’amore.

Trama
Il film racconta una parte della vita di Maren, la protagonista, mentre inizia a scoprire il mondo. Fino ad allora, il padre non glielo aveva permesso a causa del suo problema di cannibalismo, che diventa il filo conduttore di tutta la storia. Ma Maren non sarà sola: un ragazzo di nome Lee, anche lui affetto dallo stesso problema, l’accompagna e le insegna come sia il mondo fuori, e che bisogna sopravvivere con QUALUNQUE mezzo… ma lei non ci sta. Maren crede che il mondo possa essere un posto migliore per persone come loro. Durante il loro viaggio, incontreranno un personaggio molto particolare ed inquietante di nome Sully, che rappresenta la rassegnazione e dimostra come il mondo non possa essere quello che Maren vuole che sia.

Luca Guadagnino
Luca Guadagnino è uno dei registi più influenti degli ultimi anni. Il successo che lo ha portato a diventare famoso in tutto il mondo è “Chiamami col tuo nome”, che narra una storia d’amore omosessuale. Tuttavia, già in precedenza con altre sue pellicole, Guadagnino aveva dimostrato di essere un regista che aveva tanto da offrire e da raccontare, sempre aggiungendo il suo tocco personale. La sua particolarità sta nel fatto che ogni storia che racconta cerca di donarle un senso romantico, con l’amore che funge da elemento unificante per tutti i personaggi dei suoi film, declinato in qualsiasi sua sfaccettatura, senza mai risultare banale o noioso.

Spazio all'autore: Luca Guadagnino è un regista molto particolare: o ti piace o non ti piace. Riguardo a questo film, posso dire che mi è piaciuto, ma non del tutto. La prima parte mi è piaciuta veramente tanto, ma ho trovato la seconda parte un po' lenta. Questo non vuol dire che sia brutto, anzi, ci sono molti dialoghi intensi e scene che sono da brividi, in senso buono. Tuttavia, la seconda parte avrebbe potuto essere più veloce. Per quanto riguarda Timothée Chalamet, tutto si può dire tranne che non sia un bravo attore e anche Taylor Russell, che ho trovato stupenda. Ma per me, la miglior interpretazione e il miglior personaggio appartengono a Mark Rylance, che ha creato un personaggio inquietante e angosciante il quale spaventa solo a vederlo. Nonostante la seconda parte un po' lenta, c’è una fotografia stupenda, una regia incredibile e alcune scene sono disturbanti ma in senso buono, Guadagnino cerca di farti empatizzare con i personaggi cercando di far capire che, per quanto orrendo possa essere il loro status i personaggi sono schiavi del loro problema. – Andrea – World Wide Nerd