Burn Baby Burn – Recensione

Cosa rimane dalle ceneri di un conflitto? Macerie, dolore o una qualche forma di giustizia? La violenza genera altra violenza, in un ciclo che sembra destinato a ripetersi senza risparmiare nessuno. Chi è buono e chi è cattivo? Chi ha vinto e chi ha perso? Al grido incessante di Burn Baby Burn, la città degli angeli si risveglia sotto i nostri occhi e dalla penna di Lorenzo Palloni scaturisce un noir dove non ci sono né vincitori né vinti, solo una violenza a lungo taciuta che aspetta la giusta valvola di sfogo per potersi liberare.

Pubblicato per la prima volta in Francia nel 2021, Burn Baby Burn si colloca in un preciso contesto storico, quello delle rivolte a sfondo razziale di Los Angeles del 1965 e del 1992. Una novità questa per la produzione dello sceneggiatore e fumettista di Arezzo, che molto spesso decide di dare alle sue opere un taglio meno definito sul fronte temporale, in favore della trasmissione di un messaggio di più ampio respiro. Un incasellamento che sebbene definisca in maniera precisa ed esatta il periodo storico di svolgimento della vicenda, fa sì che la storia non esaurisca ugualmente il suo messaggio al di fuori degli avvenimenti narrati. Un richiamo universale e senza tempo traspare da queste pagine, dove non vi è una sola tavola che non richiami o rappresenti esplicitamente la violenza di quei giorni, così simile al vissuto odierno; una guerra che l’uomo sembra portare avanti instancabilmente senza mai fermarsi.

Colpa, razzismo e caos

1965; rivolte che si diffondono a macchia d’olio e una città che sembra una polveriera sul punto di esplodere. Syd Bonanno, giovane agente di polizia di L.A. non può preoccuparsene in questo momento: un misterioso assassino sta approfittando del caos in città per perpetrare una serie di brutali omicidi, bruciando vive le sue vittime. 1992; dopo l’assoluzione dei poliziotti bianchi incriminati per il pestaggio di Rodney King, in città si scatenano numerose rivolte. In questa situazione già di per se drammatica, una nuova catena di omicidi tiene impegnate le forze dell’ordine. Lo stesso modus operandi e le vittime coinvolte, riconducono in qualche modo agli eventi di ventisette anni prima.

Un intreccio ricco e corposo, una storia che immerge il lettore in uno scenario cupo e violento raccontato con crudo realismo, senza edulcorare la realtà o renderla più facile da digerire. Grazie a una narrazione che si dipana su più livelli temporali, Burn Baby Burn si butta a capofitto nel caotico e pericoloso clima delle rivolte a sfondo razziale americane. Il tratto volutamente grezzo e carico dell’autore si mescola a una scrittura che coinvolge ben dodici personaggi spalmati su due distinti momenti nel tempo. Saldamente stretti gli uni agli altri, a volte quasi in maniera inconsapevole, le azioni di ognuno di loro porteranno a risvolti decisivi nell’arco di tutta la vicenda. Attingendo dalla sua esperienza nella scrittura di genere noir, Palloni crea una storia di natura corale, sfaccettata e straripante di avvenimenti, la cui forte carica emotiva ci accompagna per tutto il volume.

La cornice storica

Forte di approfondite ricerche svolte nell’arco di 13 anni, il volume si colloca in ben due precisi periodi storici e temporali, che costituiscono l’ossatura principale per le vicende di finzione che coinvolgono i numerosi personaggi presenti. Dai fatti di Watts al pestaggio di Rodney King, fino ad arrivare alla rivolta di Los Angeles, il contesto storico tristemente reale ci aiuta a calare al meglio i personaggi in uno specifico quadro di riferimento, caratterizzato dalle violenze e dall’odio verso la popolazione di colore della città. E’ sufficiente una piccola miccia per far scoppiare una bomba già pronta da tempo a esplodere. La città si risveglia come da un lungo sonno, senza più soffocare quella bruciante violenza che divampa come un fuoco pronto a travolgere qualunque cosa al suo passaggio, ma soprattutto pronto a estendersi di generazione in generazione, dove violenza chiama altra violenza in un ciclo apparentemente infinito.

Giocando con il formato – rettangolare come molta della produzione di Paco Roca o The Private Eye di Marcos Martin – e con l’uso di due distinti colori a separare gli archi temporali, Palloni riduce al minimo fronzoli e abbellimenti. Tutta la forza comunicativa del messaggio passa dal disegno, fatto di neri carichi e pesanti, ombre che inghiottono qualsiasi luce. Il nero dell’inchiostro sembra quasi inghiottire le vignette della tavola, circondate da una gabbia scura. Un effetto decisamente diverso rispetto a quello voluto in Isole, dove il tratto più morbido e delicato, arricchito dai colori ad acquerello, creava l’immagine idilliaca di un luogo perfetto.

Dove riposa la giustizia

Alcune storie necessitano di tempo per essere raccontate: tempo per capirle, assimilarle, conoscerle a fondo. Non soltanto a livello istintivo, ma nel dettaglio. Può trattarsi di un mese, di un anno o addirittura tredici. Si tratta di storie alle quali non è possibile trovare una soluzione. Sta solo alla nostra sensibilità e al nostro giudizio. Valori tramandati nel tempo messi in discussione di fronte alla brutalità del mondo che ci circonda. La lotta continua, il conflitto e la violenza che caratterizzano la nostra esistenza in ogni sua forma potranno mai trovare una fine? Sembra anacronistico pensarci, visto il periodo storico in cui viviamo attualmente e tutti quelli che ci siamo lasciati alle spalle. Ma smettere di porsi il problema sarebbe un atteggiamento persino peggiore.

Un racconto che ci costringe ad andare sempre avanti verso una conclusione o semplicemente un nuovo inizio, a riprova che non esiste una data di scadenza per alcune storie. Certamente non per storie come questa.

Burn Baby Burn: Ricchissimo di avvenimenti, sfaccettato, corposo, pieno di moltissimi spunti di riflessione. 240 pagine, ma che potevano anche essere mille, che nel loro piccolo tentano di tracciare un quadro immenso, offrendo un punto di vista esterno alle vicende storiche del periodo, racchiuso in una cornice di finzione e realtà concreta e piena di significato. Margherita -_maggie_r

8.5
von 10
2023-11-14T10:00:00+0000