Spesso risulta complicato esprimere i propri sentimenti, scrivere può essere la chiave per mostrare cosa prova il nostro animo. Che sia un diario o una lettera destinata a qualcuno, mettere nero su bianco le proprie emozioni può servire a renderle più chiare, anche a noi stessi. Trovare la propria strada ed impostare uno scopo è un’impresa molto ardua. L’opera si concentra sull’animo umano, in particolare sul quel periodo molto delicato come l’adolescenza, in cui avviene la scoperta di nuovi sentimenti, la confusione su ciò che si è e su ciò che si vorrebbe essere, l’infatuazione anche per persone del proprio sesso, il senso di smarrimento all’interno di famiglie disgregate e la dipendenza dalla droga.
Questo è Caro Fratello, un capostipite dello shoujo manga degli anni ’70 firmato Riyoko Ikeda.
Misonoo Nanako è una ragazza in procinto di iniziare il suo primo giorno di scuola presso la prestigiosa Accademia Seiran, un istituto femminile rivolto ai ricchi oppure, come nel suo caso, agli studenti più meritevoli. Ben presto si renderà conto che all’interno di questa scuola tutto ruota attorno a tre studenti molto talentuosi soprannominati “i magnifici tre”. Una volta conosciuto il clima ostile presente all’interno della scuola, la ragazza deciderà di sfogare il suoi sentimenti e le sue preoccupazioni tramite delle lettere indirizzate indirizzate ad un uomo che chiamerà “Caro fratello”.
– Trama dell’editore
Nanako è nel momento più delicato della sua adolescenza ed entra in un mondo totalmente differente da ciò che si aspettava ma con un unica sicurezza, una spalla su cui sfogarsi nei momenti più bui e tristi. Ed è proprio in questo contesto che la protagonista assume la consapevolezza che il raccontare le proprie emozioni tramite delle lettere possa aiutarla ad andare avanti ed affrontare le proprie insicurezze.
La storia si presenta molto articolata, con diversi colpi di scena e personaggi le cui esistenze si intrecciano in maniera imprevedibile. A unire il tutto ci sono emozioni forti, quali l’amore, la morte e l’anelito alla vita nonostante tutto.

La bellezza della giovinezza
La Ikeda toglie il velo sulla “bellezza” della giovinezza e ce ne svela, invece le crudeltà, le invidie e la propensione all’autodistruzione con ogni personaggio che racchiude dentro di sé un tormento. Tutti i personaggi dell’opera sono caratterizzati in maniera maniacale con le loro insicurezze e paure che portano il lettore ad immedesimarsi totalmente nell’opera. Fragilità e forza si alternano veloci, d’altronde tutto in questo manga è portato all’estremo.
Nascondersi dietro una maschera
Un argomento ricorrente durante l’opera è l’insistenza dei protagonisti nel volersi nascondere dietro una maschera. In fondo lo sappiamo bene, durante l’adolescenza si tende inevitabilmente a voler assomigliare il più possibile a coloro che sono in voga in quel momento, o che comunque hanno una certa influenza sull’ambente e per farlo ci si nasconde, inevitabilmente, dietro una maschera in modo da non mostrare mai i propri sentimenti ed evitare di lasciar trasparire il vero. Tutto ciò, porta a diventare marionette comandate a distanza da chi ha potere. La Ikeda si sofferma molto su quest’argomento mostrandoci entrambe le facce della medaglia: da un lato abbiamo la “setta” dell’elite della Seiran tutte identiche tra di loro e capaci di seguire esclusivamente l’ideale della loro leader, mentre dall’altra parte abbiamo la nostra Nanako che si rende conto della tossicità dell’ambiente e decide di allontanarsi con inevitabili conseguenze da tutto ciò.
L’attualità dell’opera
Il racconto è ambientato negli anni ’70 e nonostante l’opera è caratterizzata dal tratto tipico di quegli anni, è ancora attualissima. I fronzoli, le rose, i motivi floreali sparsi a profusione non disturbano, anzi ben sottolineano il lato drammatico della vicenda.
I personaggi sono rappresentati con un’eleganza sia negli abiti che nelle fattezze tale da diventare quasi un archetipo della bellezza femminile di quegli anni. Gli argomenti trattati sono, inoltre, estremamente legati ai giorni nostri e non vengono minimamente mostrati come dei tabù, anzi la Ikeda tende ad enfatizzare molto determinate scene proprio per mostrare come tutto sia semplicemente la vita e non c’è nulla di sbagliato nell’avere gusti diversi, sottolineando la bellezza del mondo nella sua varietà.
L’edizione italiana curata da Jpop
L’edizione italiana curata da Jpop è sublime e di grande formato, carta utilizzata è di primissima qualità che permette di godersi appieno le tavole che risultano di capaci di far risaltare i disegni dell’autrice. L’editore ha voluto omaggiare l’opera con ben 8 illustrazioni a colori e 2 storie inedite portando il valore stilistico dell’opera su un altro livello. Nota di merito alla realizzazione della sovraccoperta che presenta lo stile tipico di una busta da lettera con tanto di lettering dedicato e timbri.
A nostro parere, il prezzo dell’albo (15,00€) rispetta il valore dell’edizione proposta e valorizza a pieno un’opera incredibile.

Uno sguardo al mangaka
Riyoko Ikeda nasce il 18 dicembre del 1947 ad Osaka. Ricordata principalmente per opere di grande calibro come Lady Oscar – Le rose di Versailles, Caro Fratello, La Finestra di Orfeo e Claudine.
Le sue prime opere sono caratterizzate principalmente da cronache scolastiche, genere a cui tornerà in maniera più adulta nel 1975 con Caro Fratello, ma non mancano tematiche più adulte, come l’esplosione atomica ad Hiroshima o l’ambiguità sessuale. Proprio quest’ultimo diventerà successivamente l’argomento portante di molte sue opere.
Da sempre appassionata agli avvenimenti storici europei in cui incentra molte sue opere tra cui il suo capolavoro, Le Rose di Versailles. Proprio con quest’ultima opera riesce totalmente a rivoluzionare la visione del manga shoujo da sempre legato a visioni infantili. Gli argomenti trattati dall’autrice diventano estremamente maturi capaci di appassionare totalmente i lettori, andando di conseguenza ad ampliare il pubblico a cui sono destinate le opere.
L’evoluzione dello stile
Lo stile di Riyoko Ikeda, negli esordi risulta largamente influenzato da Osamu Tezuka: predominavano occhioni grandi e sognanti, con numerosi riflessi e colori, corpi stilizzati ma ambienti curati. Durante la sua carriera, avviene tuttavia un’evoluzione: i corpi si fanno più dettagliati, gli ambienti più particolareggiati e i volti diventano più equilibrati. Con La Finestra di Orfeo si ha una nuova metamorfosi: l’estetica dei personaggi rimane simile, ad eccezione del volto più spigoloso in alcuni punti, mentre gli abiti e gli ambienti subiscono una cura maniacale dei dettagli.

Non ci rivedremo mai più!
Anche se dovessi davvero innamorarmi di te…
Un giorno soffrirei!
Un giorno scivoleresti via dalle mie braccia!”
– Riyoko Ikeda – Caro Fratello
Spazio all'autore: Ho apprezzato davvero tanto l'opera. Sono stato letteralmente rapito dai disegni e dallo stile narrativo della Ikeda. L'opera propone tantissimi temi di riflessione e lo fa in maniera magistrale. Un'opera originale in cui sono presenti pochi cliché. Consiglio la lettura a chi cerca qualcosa di maturo e diverso dai soliti shoujo manga. – Francesco – Crea.tivedreamer