Chainsaw Man – La rottura dei canoni shonen

Idealmente si pensa che il bene debba combattere il male.

Ancor più idealmente si pensa che il bene sconfiggerà il male. Ed è dura quando si scopre che gli ideali hanno poco o nulla a che fare con quella che è la contorta e complicata realtà.

Chainsaw Man mette in chiara luce questo distacco, il gap tra innocenti e ingenue convinzioni e la realtà. Sarà per questo che è stato difficile leggerlo e comprenderlo.

Bene e male, bianco e nero, eroe e demone. Si tende sempre a dividere tutto per categorie, a fare una distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, quando invece non esistono confini delineati.

Nella storia di Denji non esiste il bene che combatte il male, non ci sono eroi che si sacrificano per gli altri per la purezza del proprio cuore.

C’è un ragazzo che dopo una vita di stenti sogna un tetto sopra la testa e 5 pasti caldi al giorno. Allora stringe un patto con un demone e inizia a lavorare come Devil Hunter.

Un ragazzo che desidera sperimentare l’intimità con una ragazza. Allora diventa il cane di quella ragazza che gli ha promesso di realizzare un suo desiderio.

Un ragazzo che desidera una vita normale. Allora che male c’è se per averla è disposto a morire e a uccidere.

Tutto gira intorno ai desideri, che siano semplici come quelli di Denji o sogni di vendetta come quelli di Aki. Il punto però è che in questo manga non esistono “eroi”. Ci sono solo gli uomini e le donne con i loro desideri. Ogni cosa viene fatta per raggiungere il proprio scopo. E allora viene spontanea una domanda:

Una buona azione è buona solo se fatta con disinteresse?

La verità è che Chainsaw Man si discosta da qualsiasi altro shonen. Non ci sono eroi e non esistono veri cattivi, dipende tutto dalle intenzioni che si celano dietro un gesto qualsiasi.

Ma è davvero questa la verità dietro alla storiella dell’eterna lotta tra bene e male? Non lo so, e forse non voglio saperlo. Forse voglio continuare a credere, a illudermi, a crogiolarmi nell’ideale dell’eroe che combatte il male per un bene superiore e non per un tornaconto.

Forse voglio ancora credere negli eroi.