Shonen Jump+ è la piattaforma online in cui la nota casa editrice giapponese pubblica settimanalmente gli ultimi capitoli delle sue opere principali, o addirittura intere serie in abbonamento.
Ed è proprio qui che nasce l’opera che andremo ad analizzare oggi, nata infatti come esclusiva della piattaforma di e-comics giapponese.
Dandadan è l’opera prima del mangaka Yukinobu Tatsu (assistente del più noto Tatsuki Fujimoto) e si vede la sua influenza osservando i disegni. Ma ci arriveremo dopo.
Di cosa parla?
L’incipit è da classico shonen. Il protagonista, Ken Takakura, è un ragazzo solo e introverso, vittima di bullismo e appassionato dell’occulto.
La co-protagonista della nostra storia è invece Momo Ayase, compagna di classe di Ken, e ha una grossa particolarità: crede nei fantasmi (ha infatti una nonna medium).
Per una sorta di scommessa, i due dovranno cercare di comprovare le credenze altrui, dovranno trovare: il primo un fantasma, la seconda un ufo. Ed è qui che inizia l’intrecciarsi delle vite dei due protagonisti, dato che il ragazzo resterà “vittima” di una maledizione.
Non ci addentreremo oltre nella trama per lasciare scoprire a voi gli intrecci narrativi che ne scaturiranno, lasciandovi quel tanto di curiosità che basta.
L’impaginazione delle tavole è eccelsa
I disegni sono un qualcosa di impressionante, rapidi, dinamici, con delle inquadrature da action camera. I primi piani, le espressioni facciali, esprimono in maniera eccezionale i sentimenti dei protagonisti, ma anche e soprattutto degli antagonisti.
Se la storia infatti nasce con gli stilemi classici dello shonen, più ci si addentra nei capitoli, più si resta folgorati dai temi trattati.
Non ci sono solo gli standard del genere, come l’amore, l’accettazione di sé e degli altri, l’amicizia, ma anche temi molto più profondi, come il dolore, lo sfinimento, il rifiuto. Un’opera toccante, che in questi primi tre volumi ci ha decisamente rapiti.
Ma in cosa si discosta da tutto il resto del panorama con lo stesso target? Da due concetti semplici ma non banali: il nosense e la volgarità.
Facciamo un esempio per entrambi.
Il primo “antagonista” della storia è un demone raffigurato da una anziana, con la particolarità di correre velocissimo. Come si chiamerà questo demone? Avrà sicuramente un nome temibile. E invece no, un nome tanto semplice quanto divertente: turbononna! Assolutamente nosense!
Ed è stupefacente l’utilizzo di un linguaggio scurrile. Attenzione però, mai a caso, ma mirato, reale e realistico, come se venisse utilizzato da chiunque di noi nella vita di tutti i giorni. Un utilizzo decisamente oculato.
Davvero una grande mossa quella di JPop, che ci porta un’opera matura, che in patria conta attualmente 7 volumi, e che da noi è giunta velocemente al terzo, con i soliti brossurati da 12.4×18 con sovraccoperta. Nota di merito, che non sappiamo se sia esclusiva per le prime tirature o meno: in tutti e tre i volumi, abbiamo trovato un segnalibro raffigurante un personaggio diverso della storia. Una trovata gradita e apprezzata.
Potete trovare i primi tre volumi ai seguenti link: numero 1, numero 2 e numero 3.
VOTO: 8
Spazio dell’autore
Avevo sentito ben parlare dell’opera, ho letto il primo volume e mi son detto che non faceva al caso mio, troppo fuori dalle righe. Grazie a dio mi son ricreduto e ne ho proseguito la lettura: adesso devo sapere come proseguono le vicende, perchè mi piace da morire restare stupito nell’esplorare questa storia e scoprire di più di questi personaggi così carismatici. E poi è dannatamente divertente!