Dandadan 7 – Recensione

Volume diverso dai precedenti, il settimo di Dandadan, manga di Yukinobu Tatsu (ricordiamo, ex assitente di Tatsuki Fujimoto).
Lo definiamo “diverso” perchè sembra partire blando, una volta tanto, quasi come fosse uno slice-of-life.
E sottolineiamo “sembra“: infatti anche in questi 9 capitoli succede veramente di tutto.

Ormai Jiji è posseduto dal Malocchio: appena viene a contatto con una goccia di un qualsiasi liquido freddo, si trasforma e devasta tutto.
Come abbiamo capito, la soluzione è l’esatto contrario: i liquidi caldi. Quindi il gruppo capitanato da Momo e Okarun, si organizza per non lasciarlo mai solo, semplicemente tenendo sempre a portata di mano dei termos di acqua calda.

Ottima mossa perché ben presto il malocchio si scatena e inizia a distruggere la casa della nonna di Momo, Seiko.

La situazione può degenerare da un momento all’altro, quindi si ritiene opportuno tentare un esorcismo: vengono chiamati gli Hayashi, dei “monaci” che non possono vedere i demoni ma appunto li possono esorcizzare. E come? Con una canzone rock, sono infatti una specie di band! In quale altro manga si vede questo minestrone di generi e realtà così diverse tra loro, se non, appunto, nelle opere di Fujimoto?

Niente da fare, nessun esorcismo: Jiji deve imparare a controllare il demone dentro di sè.
Ognuno si da da fare, in questa convivenza forzata con l’obiettivo di aiutare Jiji, come può.

Momo si trova un lavoretto post scuola come cameriera in un maid cafè, per cercar di ripagare i danni alla casa procurati dal Malocchio.
Okarun e Aira, nel mentre, si decidono a seguire i consigli della Turbononna: “allenarsi” nella scuola, di notte, per diventare più forti ed efficaci.

E quì il mindfuck del volume: gli spiriti di grandi compositori del passato (Beethoven, Bach, Mozart,…) decidono di attaccare i due ragazzi, che saranno costretti a rispondere, cercando di migliorare nel frattempo le proprie abilità.

Sottotrama che sicuramente ritroveremo nei prossimi volumi: la capofamiglia del gruppo che “gestiva” l’enorme serpente del volume precedente, non è stata sconfitta. Anzi, si è rivelata per quello che è: anche lei un mostro.

Se volete recuperare le recensioni dei precedenti volumi, le trovate tutte quì.

Spazio all'autore: Bello come sempre. E come sempre, troppo veloce da leggere e troppo lontana l'uscita del prossimo volume. Consiglio personale: recuperatelo, ma lasciatelo a decantare. Una volta recuperati diversi volumi, fate una bella scorpacciata di quest'opera che saprà intrattenervi al meglio. Francesco – Ravafra

7.5
von 10
2023-09-05T16:00:00+0000