Dandadan 9 – Recensione

Che cosa non è questo nono volume di Dandadan? In una parola: devastante.

“Per sconfiggere il kaiju che sta per attaccarli, Okarun ha la brillante idea di trasformare la casa di Momo sfruttando la nanoskin con cui è stata ricostruita, ma non riesce ad immaginare nulla di efficace… A sorpresa sarà Kinta Sakata (Pervy) a risolvere la situazione!”

Nono volume, nona recensione più che positiva per quest’opera che non fa altro che sorprenderci.
I ragazzi devono contrastare la comparsa di questo enorme kaiju dai poteri molto particolari. Decidono così, grazie alla nanoskin di cui è formata la casa di Momo, di “immaginare” un mecha!

E chi altri potrà pilotarlo, sempre con l’immaginazione, se non una delle ultime new entry? Pervy!
Inizia così nel volume, per parecchie pagine e con tavole mozzafiato, uno scontro assolutamente assurdo.
Una specie di Godzilla gigantesco contro un mecha dalle sembianze di Buddha. Totalmente nosense.

Il volume però si conclude con l’ennesimo colpo di scena: il kaiju non è altro che una “tuta”, che contiene al suo interno una aliena, dalle sembianze umane.
C’è però un problema: non parla nessuna lingua terreste.

Nel tempo che ci metterà l’amico Canocchia (visto nei volumi precedenti, anch’esso alieno) a riparare il traduttore, riusciranno i protagonisti a gestire una ragazza così?
Lo scopriremo nel prossimo volume, il decimo, su cui non vediamo l’ora di mettere le mani.

Nulla possiamo aggiungere sui disegni ovviamente, che sono sempre spettacolari.
Possiamo dire però due parole sull’unico, piccolo, difetto che stiamo notando con l’avanzare della storia.
Sembra che si stiano introducendo un po’ troppi personaggi secondari, andando a “tralasciare” i protagonisti Momo e Okarun e il loro particolare legame.

Solo il tempo ci darà ragione. O ci smentirà.

Trovate le recensioni dei precedenti otto volumi qui.