L’estasi e il tormento di Wilson Fisk
Apparso per la prima volta in sette puntate tra il febbraio 1986 e l’agosto dello stesso anno, Daredevil: Rinascita rappresenta un esempio magistrale di come a definire un grande fumetto, a volte, basti un grande antagonista. Questa storia, infatti, non parla di Matt Murdock, di giorno avvocato, cieco ma con gli altri sensi super sviluppati, e di notte vigilante mascherato. Questa storia parla del suo avversario di sempre, di Wilson Fisk, il Kingpin, re del crimine. Di come Fisk sia giunto in possesso del nome di colui che si cela dietro la maschera di Devil e di come da questa scoperta derivi il lento e graduale collasso della vita di Murdock.
Gli autori, Frank Miller (Batman: The Dark Knight Returns, Sin City) e David Mazzucchelli (Batman: Year One), non hanno bisogno di presentazioni. Basti dire che in questa storia toccano delle vette altissime. L’interesse, tutto Milleriano, alla psicologia del personaggio viene qui declinato in almeno quattro filoni: il progressivo esaurimento nervoso e la successiva ripresa di Murdock; l’ordito dell’invisibile rete che il Kingpin tesse intorno a Murdock; i notevoli chiaroscuri (anche visuali) della stampa, qui principalmente rappresentata da Ben Urich; la degradazione fisica e mentale di Karen Page. Davvero interessante è l’intreccio – quasi chiastico – tra i primi due filoni: alla totale vittoria iniziale di Fisk corrisponde un’altrettanto totale distruzione di Murdock e alla rinascita di quest’ultimo si oppone lo sgretolamento psicologico del Kingpin.
Corruzione
La rete che Wilson Fisk tesse intorno a Matt Murdock è basata sulla corruzione. La corruzione dell’integrità umana di Karen Page, che vende il suo amico ed ex compagno per una dose di eroina. La corruzione di buona parte del sistema pubblico di New York, nei cui punti nevralgici Fisk ha piazzato oculatamente i suoi uomini: un poliziotto comprato a prezzo delle cure per il figlio cardiopatico; un’infermiera virago che interviene quando qualche bocca deve essere chiusa; un semplice uomo delle pulizie, che tiene d’occhio il “pericoloso” Urich; un alto ufficiale dell’esercito degli Stati Uniti. Quest’ultimo offrirà a Miller l’occasione di raccontare i due volti degli Stati Uniti: quello integro e puro di Steve Rogers, Captain America, e quello folle e suprematista di un nuovo super soldato, Nuke. In poche pagine, Miller condensa tutte le più grandi contraddizioni d’America.
Rinascite
Nonostante il nome dato al volume che raccoglie la storia, Daredevil: rinascita, sono tre i personaggi che rinascono. Il primo è ovviamente Matt Murdock. Ridotto in fin di vita, viene raccolto dalle suore di Hell’s Kitchen e curato. Iconica è la scena in cui la suora chiamata Maggie – e qui non diremo altro, perché vale la pena leggere la storia – tiene tra le braccia un Murdock morente: Mazzucchelli e Miller si richiamano ai cinque secoli di pathos contenuti nella Pietà di Michelangelo per trasformare questa scena nel centro ideale del racconto. Questa immagine non è solo una volta citazione visuale, ma rientra in pieno nel senso che Miller vuole dare alla storia. La rinascita di Murdock non è un atto di redenzione, ma la risurrezione del Cristo stesso. Questo aspetto, da alcuni scambiato come semplice caratterizzazione – antitetica – di Devil, il diavolo, come fervente cattolico, è invece alla base della trama di Devil: rinascita. Alla morte, simbolica, di Matt Murdock corrisponde un altrettanto simbolico sfaldamento della società. Alla sua rinascita – o risurrezione – sarà associato un riscatto e una redenzione di quella stessa società.
Il secondo personaggio che rinasce è Ben Urich, che abbiamo visto “morire”, in una tavola bellissima, nonostante le parole tonanti di un particolarmente ispirato J. Jonah Jameson – suo editore. La paura dovuta alle minacce degli uomini del Kingpin gli ha tolto la parola. Gli ha tolto il pensiero. Urich è ridotto a un morto che cammina. Rinascerà anche lui. Proprio mentre Murdock è riportato in vita dalle cure delle suore di Hell’s Kitchen, Urich si risveglia dal sonno indotto dalla paura e con lui la stampa ritrova la strada perduta: l’inchiesta che porterà al riconoscimento di Fisk come pubblico criminale non si ferma nemmeno di fronte alle minacce più terribili.
Alla fine della storia, anche Karen Page rinasce. Karen Page che nel corso di tutta la narrazione rimane imprigionata da una gabbia che si è costruita da sola, di cui la droga è solo l’ultima sbarra. Karen Page che si è venduta l’identità segreta di Devil. Karen Page che si è messa in viaggio con un narcotrafficante per sfuggire ai sicari di Fisk. Karen Page che torna a New York perché sa che solo quell’uomo che lei ha tradito può ancora salvarla.
“Nulla” le ha detto Matt, quando gli ha raccontato ciò che aveva fatto — “Non ho perso nulla” le ha detto Matt , ridendo come un bambino — e Karen non ha capito — e Matt l’ha baciata — e l’ha abbracciata… sa esattamente cosa dire e quando farla mangiare e come toccarle i muscoli della schiena per farla dormire…
Poche parole per descrivere il miracolo. Poche parole che dicono tutto. E Karen Page è rinata.
Spazio all'autore
Potrei dire tanto altro di questa storia. Credo che le uniche parole che abbiano senso siano: andate a leggerla! È stata ripubblicata recentemente in formato Must-have da Panini Comics. La trovate qui.