Grazie a Warner Bros Italia abbiamo avuto la possibilità di vedere, in anteprima, il film adattamento della seconda parte del primo romanzo del Ciclo di Dune di Frank Herbert.
Di seguito la recensione, senza spoiler, della pellicola in uscita nelle sale il 28 Febbraio 2024.
Regia e sceneggiatura
Torna alla regia, proseguendo il lavoro del primo capitolo, Denis Villeneuve, già dietro la macchina da presa di film come Blade Runner 2049 ed Arrival. Ci troviamo di fronte, ancora una volta dopo il primo film, ad un’ottima regia, che risalta un comparto tecnico di altissimo livello, tranne forse alcuni “voli” di alcuni personaggi poco coerenti con il resto della pellicola, ma trattasi di minuzie di pochissimi secondi.
Alla sceneggiatura, insieme allo stesso regista, troviamo Jon Spaihts, scrittore, tra gli altri, di film come il primo Doctor Strange dell’MCU, Prometheus della saga di Alien e del non fortunato La mummia con Tom Cruise. L’adattamento, non di certo semplice, dei romanzi di Herbert sta riuscendo discretamente, mantenendo gli eventi salienti, ma purtroppo anche qualche problema. Problemi, per la maggior parte, di continuità all’interno della stessa pellicola, con scene che si susseguono non sempre in maniera lineare e logica, ma anche qui sono piccole cose su cui si può passare sopra.
Sinossi ed ambientazione
La storia è in assoluta continuità con la fine del primo film, con Paul Atreides nel deserto di Arrakis insieme ai Fremen e sua madre, in preparazione della guerra imminente con gli Harkonnen. Non aspettatevi però il film che sembra trasparire dai trailer, non è un film di guerra, nonostante siano presenti molte più scene action ed epiche rispetto alla Parte Uno, la politica e gli intrighi la fanno ancora da padrone. Il resto lo scoprirete da soli, immergendovi nello splendido arazzo tecnico creato da Villeneuve ed i suoi collaboratori, in quasi 3 ore di film che passano via rapidi e probabilmente, alla fine, ne avreste voluto ancora di più.
I personaggi
La pellicola, nonostante abbia, ovviamente, al centro la figura di Paul Atreides presenta una moltitudine di personaggi in un cast corale che funziona in larga parte, pur con qualche scricchiolio:
- Timothée Chalamet interpreta Paul Atreides, il fulcro della storia, nonostante la buona recitazione, nei momenti più epici non riesce a restituire quella vena da capopopolo capace di muovere le masse;
- Zendaya è Chani, personaggio che ha un ruolo fondamentale nella maturazione di Paul lungo tutta la pellicola ed è ottimamente interpretato dall’attrice, anche se si poteva gestire meglio nella parte finale, ma trattasi di cose di poco conto;
- Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, è semplicemente perfetta nell’interpetare la madre di Paul, il personaggio meglio riuscito dell’intera pellicola, tra intrighi e mistero ruba sempre la scena al resto del cast;
- Dave Bautista interpreta Glossu Rabban Harkonnen, il personaggio più deludente della pellicola, una macchietta lontana anni luce dalla “bestia” del primo film, poco sfruttato e ridotto ai margini, anche per esigenze di trama;
- Austin Butler è Feyd-Rautha Harkonnen, il fratello di Glossu Rabban e al contrario di quest’ultimo riesce subito ad imporsi e nonostante il poco minutaggio resta scolpito nella memoria;
Una menzione speciale per le varie Bene Gesserit ed adepte presenti nella pellicola, punto fondamentale di snodo di gran parte delle trame, meritano la serie tv annunciata per il prossimo Autunno negli USA sulla piattaforma Max. C’è ancora moltissimo da dire rispetto ai romanzi, mentre nei film sono sempre relegate nelle retrovie o quasi, nonostante palesemente tirino i fili di tutta la vicenda.
Effetti visivi e musiche
Il comparto tecnico è l’aspetto migliore del film, rimarrete a bocca aperta dinanzi alla magnificenza di quanto mostrato a schermo, tra location, costruzioni di set e costumi nulla è stato lasciato al caso.
Alle musiche torna Hans Zimmer dopo l’Oscar del primo film e ancora una volta restituisce un sonoro pienamente coeso con la narrazione. Non stupirà che, il compositore, ancora prima dell’annuncio del nuovo film, aveva già composto 90 min di musica per aiutare il regista Villeneuve a trovare la giusta ispirazione durante la scrittura della sceneggiatura.
In poche parole, se avete dei dubbi su quale sala scegliere per la visione, buttatevi nella migliore possibile che avete a disposizione, non ve ne pentirete sia sotto l’aspetto visivo, che sonoro.
Considerazioni finali
Un film sequel pienamente riuscito, sia sotto il lato tecnico, che di scrittura, non è perfetto, ma la maggior parte dei difetti sono dovuti ad una difficoltà oggettiva nell’adattare il materiale originale. Non solo si piazzerà sicuramente nella parte altissima dei film più graditi dal pubblico dell’anno appena iniziato, ma probabilmente aumenterà negli spettatori anche la voglia di vedere un terzo capitolo, visti i semi piantati qua e là nella pellicola. Una “parte tre” che adatterebbe il romanzo Messia di Dune, una nuova ardua sfida per crew e cast.
Spazio all'autore: Personalmente ho apprezzato molto la pellicola, nonostante abbia scolpito nella memoria il precedente adattamento di Lynch e continuo a trovare Kyle MacLachlan un Paul Atreides migliore di Chalamet. In Villeneuve non riesco a ritrovare l’epicità e le emozioni che mi dava Lynch nei momenti topici della storia, considero la sua regia un po’ troppo pulita ed asettica per i miei gusti. Per tutto il resto, dall’adattamento al comparto tecnico, questa attuale duologia è nettamente superiore, quindi non posso che promuovere in pieno la pellicola e consigliarne la visione a tutti. – Mattia – Fidia Nerd