Oliver Queen, ai più conosciuto col suo alias, Freccia Verde, è uno dei personaggi cardine dei fumetti DC. Da molti considerato, per certi versi, secondario se posto a confronto con nomi come Batman, Superman o Wonder Woman, la triade della Distinta Concorrenza. Ma ancora più indietro rispetto anche ad Aquaman e Lanterna Verde. Questo per il suo essere molto più urbano rispetto ai precedenti, nonostante il Crociato Mascherato non sia da meno, ma la cui storia editoriale è notevolmente più diversa e conosciuta davvero da tutti. Freccia Verde però non è di certo un personaggio da sottovalutare e deve essere posto allo stesso livello dei precedenti.
Freccia Verde nasce nel 1941 da parte di Mort Weisinger e George Papp. Ma quando si nomina questo personaggio è impossibile non porre il riferimento alla run di Dennis O’ Neil e Neal Addams, entrambi purtroppo scomparsi recentemente, che lo ponevano in un contesto urbano al fianco del suo più intimo amico. Hal Jordan, la prima Lanterna Verde terrestre. Un accoppiata sicuramente strana, ma dal grande successo. Freccia Verde I cacciatori dall’arco lungo prende molte delle tematiche trattate nella serie appena citata, argomenti che sono un chiodo fisso nelle trame dell’arciere.
“Oliver Queen ha deciso di appendere arco e frecce al chiodo per potersi stabilire a Seattle con la sua Dinah. Non immagina che il suo mondo sta per scontrarsi con quello fatto si criminalità e violenza della sua nuova città. E con una bellissima e letale arciere chiamata Shado. Una situazione che solo Freccia Verde può affrontare, per proteggere la persona che più ama.”
I tre capitoli che compongono il volume sono interamente sceneggiati e disegnati da Mike Grell, il quale dà vita ad uno degli episodi più significativi dell’arciere. A cui vanno sicuramente citati i lavori di Jeff Lemire e Kevin Smith, oltre al classico Anno Uno di Andy Diggle.
I cacciatori
Freccia Verde I cacciatori dell’arco lungo è sotto certi aspetti una sorta di riscrittura della mitologia del personaggio. Questa è stata notevolmente approfondita successivamente nel lavoro di Lemire in La guerra degli estranei. Ma nel 1987 Mike Grell ne semplifica il tutto, per infonderlo nella sua breve, ma efficace storia. L’isola, il simbolo della nascita del personaggio, permane come una costante, ma perde la sua profondità, mettendo sotto un riflettore diverso Oliver Queen. Un Oliver Queen che sente il peso dei propri anni, non più in grado di muoversi come un tempo, appesantito dal sentirsi chiamare “nonno”. Ma non è ancora veramente il tempo della pensione, ma è invece il momento di riprendere in mano le basi della sua tecnica che da tempo ha lasciato alle spalle, a scapito delle frecce truccate che lo accompagnano ormai da anni.
Come anticipato la storia mantiene le tematiche che caratterizzano in modo costante le trame del Robin Hood di casa DC. Prostituzione, giovani disagiati, povertà e droga, le guerre con giovani mandati allo sbando, qui con il Vietnam in particolare, riprendendo un elemento spesso poco considerato, i topi delle gallerie. Tutti questi sono elementi cardine. Un personaggio che è simbolo della critica contro il loro abbandono, e verso le condizioni delle classi meno fortunate. La vera America, nascosta nell’ombra.
Ma la vera America è nascosta anche sotto la luce dei riflettori. Dal titolo si parla infatti di cacciatori. Ciò darà vita ad una seconda trama, destinata ad incrociarsi con quella più urban di Oliver, che coinvolge i piani alti dell’aristocrazia. Ciò svelerà un segreto che volge lo sguardo ad un vergognoso evento storico.
Una storia che sa arrivare dritta al cuore, attraverso il rapporto tra Oliver e Dinah in primis, ma non solo. I disegni, inoltre, con l’evidente tratto a matita e della sua colorazione, si impossessano della tavola regalando pagine letteralmente mozzafiato.
Voto: 9
Spazio all’autore
Freccia Verde I cacciatori dall’arco lungo, recentemente ristampato da Panini Comics, l’ho trovato essere un gioiello. Un’ulteriore storia sul personaggio che consiglio di leggere. Personaggio che fino ad ora non mi ha mai deluso nelle sue storie in solitaria. Poi, personalmente, ho un debole per lo stile di disegno che vi invito a dargli un’occhiata.