Gachiakuta 1 – Recensione

Forte di una campagna mediatica impressionante, da parte di Star Comics, abbiamo messo anche noi le mani su Gachiakuta, ovvero quello che dovrebbe essere il manga rivelazione dell’anno.

“In una baraccopoli abitata da discendenti di fuorilegge, il giovane Rudo si guadagna da vivere raccogliendo spazzatura tra continue discriminazioni. Un giorno, accusato di un crimine che non ha commesso, viene gettato in un luogo temuto da tutti: il Baratro. Laggiù, Rudo conoscerà il “ripulitore” Enjin, comincerà a intravedere la verità sul mondo e a manifestare la capacità di estrarre uno strano potere dagli oggetti dopo aver dato loro vita. Il ragazzo ha ora la possibilità di cambiare una realtà tremendamente ingiusta…”

Un primo volume che ci propone veramente di tutto.
Incontriamo prima di tutto i protagonisti: Rudo, questo ragazzo insoddisfatto della vita e con una strana passione per i “rifiuti“. Poi Regto, il suo patrigno adottivo, con un’indole mite e con un passato misterioso. E infine Enjin, un ripulitore che farà da maestro a Rudo nel “mondo di sotto”.
Viene introdotta la società in cui vivono i protagonisti della storia. Una società utopica e futuristica, ma molto simile alla nostra, in cui ognuno pensa per se e in cui nessuno ha davvero a cuore nè l’ambiente che li circorda nè gli oggetti che ne fanno parte.
E viene introdotto il mondo, spaccato a metà: il mondo “di sopra” diviso anch’esso tra civiltà e baraccopoli, e il mondo “di sotto”, il baratro, ovvero una enorme discarica che ci procurerà enormi sorprese da metà volume in avanti.

Alcune testate giornalistiche hanno definito questo nuovo fumetto come “il manga ecologista”. E da un certo punto di vista, ci può stare. Ma, anche se in pochi capitoli, si capisce che ci potrà dare molto di più.

I personaggi sono ben caratterizzati, non solo a livello di design, ma anche come background (per quel poco che abbiamo visto).
I poteri sono interessanti: questa possibilità di far rivivere i vecchi oggetti, ridargli un’anima, ci ricorda Shaman King.
E il contesto della storia, con questo mistero che aleggia incessante, ci fa ricordare un po’ The Promised Neverland (sperando la trama non vada a finire nello stesso modo).

E il disegno è veramente molto valido, quello di Kei Urana (esordiente, affiancato da Hideyoshi Andou) è un tratto molto simile a quello di Kohei Horikoshi, padre di My Hero Academia.

Come dicevamo, c’è di tutto in Gachiakuta.
Siamo rimasti positivamente colpiti da questo primo volume.
Chiaramente è troppo presto per tirare delle somme, ma se le premesse sono queste, ne vedremo delle belle.

Star Comics ha presentato ben 3 edizioni, sul mercato: una variant con box, sticker, illustration card e star card. Una confezione che ricorda un bidone della spazzatura, con lamincard e portachiavi. E una edizione “base”.
Tutte contengono lo stesso numero di capitoli, di pagine a colori e sovraccoperta.