Glitch – Recensione

Glitch è il nuovo lavoro di Andrea Mozzato, in arte Officina Infernale, pubblicato da Feltrinelli Comics. L’autore padovano si contraddistingue per il suo stile estremamente particolare, fondendo le sue conoscenze di fumetto, grafica e pittura. Dividendo il proprio tempo tra il suo negozio di skateboard e le proprie autoproduzioni per Laboratorio K, Officina Infernale ha già firmato diversi titoli, tra cui Iron Kobra, in collaborazione con AkaB. Tra le ultime proposte, il lavoro per Sergio Bonelli Editore nel Color Fest di Dylan Dog, ha dato alla luce una versione distorta e scorretta dell’Indagatore dell’Incubo.

Carlo Mayer lavora come giornalista in un mondo dove tutto è asettico, pianificato. La violenza è stata sublimata e repressa, insieme ad altre componenti della natura umana, e trova libero sfogo nei ghast frame: stanze connesse dalla Rete mondiale Hypertube, dove si rievocano i più efferati massacri del passato e se ne commettono di nuovi. Soltanto su un piano virtuale. Ma un giorno qualcuno torna a uccidere, nella realtà. E tocca a Mayer indagare, per cercare un sadico killer e imbattersi in una sconvolgente verità. Glitch è un thriller ambientato in un futuro che riflette il presente. Uno sguardo lucido e allucinato su repressione e ribellione, individualità e società, creatività e libertà. Con un approccio grafico che attinge da videogiochi, cinema, televisione, digital design e street art.
– Trama dell’editore

La realtà è finzione

In Glitch la realtà non è più importante. La morte non fa più paura. L’umanità ha accettato la via più facile, le comodità, in cambio del sogno bagnato di qualsiasi governo e regime. La totale obbedienza e resa della società. La nuova realtà si vive all’interno della Rete, nessuno muore più grazie a farmaci che modificano il DNA, ti rendono immortale ed eterno giovane. A controllare le masse il sogno di diventare una divinità pop, ma nel giro di un anno la maggior parte di loro dà di matto, per finire poi in miseria.

Un mondo che da oltre cinquant’anni non conosce più il crimine. Non saprebbe nemmeno come comportarsi se ci si trovasse dinnanzi, faccia a faccia, nella cruda vita reale. Il crimine esiste solo all’interno della Rete Hypertube, in cui puoi essere chi vuoi, ripetere in loop qualsiasi cosa, finché non ti stanchi. Puoi essere il John Wick del momento facendo fuori scagnozzi e criminali ad ondate.

Ma in un mondo in cui non si può morire è stato commesso un omicidio. Il sangue torna a scorrere, nelle strade e nelle vene. Si conoscerà il vero terrore, in una lotta tra uomo e tecnologia.

Credere che là dentro ci sia una realtà migliore, perché vi hanno reso incapaci di crearne una vostra… ve ne hanno servita una più facile, comoda, tagliata secondo quella che credete siano i vostri desideri… in realtà anche quelli sono roba loro.

A tutto metal

Lo stile di Officina Infernale urla a tutto volume, con una potenza pari ad un gruppo Heavy Metal. Rozzo, graffiante, scorretto, Officina Infernale ci presenta un mondo senza speranza, sotto controllo, in cui nemmeno la morte può renderti libero. La violenza, la pornografia, lo sporco, regnano. Non c’è più compassione, non c’è più vita oltre all’uomo… ma anch’esso oramai che cos’è diventato? A tutto ciò può quindi mancare lo stile cyberpunk?

Abbiamo lasciato che la paura ci sopraffacesse. Ci siamo fatti ingabbiare, abbiamo dato il consenso finale. Ne hanno approfittato e ora qualcuno è tornato ai vecchi metodi, qualcosa che abbiamo provato a cancellare. Nonostante tutto il progresso, i passi avanti in tutto, si torna sempre alla nostra natura. Al caos e alla violenza.

In Glitch, se si vuole, scavando nella lettura, si possono scovare diverse citazioni del mondo pulp, in una corsa contro il tempo per far emergere la verità dietro quello sconvolgente omicidio. Pagina dopo pagina i pezzi cominceranno ad incastrarsi, come in un puzzle, fino ad acquisire una forma. Un puzzle, come lo stile dell’autore, che incastra, distrugge e riunisce le tavole, le forme ed i personaggi stessi, spesso usando come sfondo, o come incastro, foto reali.

Spazio all'autore: Lo stile di Officina Infernale può non piacere a tutti e Glitch ne è un esempio calzante. Rozzo, grezzo, violento, sporco. Ma è assolutamente da ammirare. Qui dà vita ad una storia davvero intrigante, che per certi aspetti mi ha ricordato vagamente Cyberpunk 2077. Davide – Riccidanerd

7.5
von 10
2023-06-14T16:00:00+0000