Quando nel 2014 usciva nelle sale di tutto il mondo il primo Guardiani della galassia in molti pensavano al probabile flop di eroi sconosciuti al pubblico, utilizzati solo per promuovere un universo sì in espansione ma forse anche privo di idee o eroi da sfruttare.
Ciò che ne consegue è storia, i Guardiani della galassia di James Gun fin dal primo volume hanno caratterizzato un genere lasciando una grande impronta stilistica musicale e cinematografica.
A sei anni di distanza esce il terzo ed ultimo film, sempre diretto da James Gun. La chiusura di un cerchio durato quasi 10 anni.
Legami e musica si intrecciano
Come hanno insegnato i film dei guardiani, ogni amico può avere le proprie difficoltà, i propri momenti no e le proprie fragilità. Ciò che cattura alla perfezione in questo terzo volume è il saper dare la giusta profondità e caratterizzazione a ogni membro del gruppo. Che sia attraverso battute, flashback, dialoghi profondi o solo attraverso sguardi che fanno capire, che pur essendo una famiglia impossibile, lottano per ognuno di loro e sarebbero pronta a fare qualsiasi cosa pur di salvare i propri compagni.
Con queste premesse inizia la storia del terzo film, che vedrà i Guardiani della Galassia viaggiare nello spazio accompagnati sempre da una colonna sonora impeccabile e una regia che sa usare gli effetti speciali senza esagerare, preferendo un approccio più con set reali dando quel tocco di realismo in più.
Come accennato in precedenza la caratterizzazione data al gruppo è uno dei punti di forza della pellicola. L’intreccio che si crea durante tutto il film tra discussioni o litigi non farà che saldare ulteriormente questa banda di personaggi improbabili.
Ma è al personaggio di Rocket a cui spetta un ampio approfondimento psicologico, passando in una narrazione più intima e oscura del suo personaggio. Un racconto toccante e amaro che sa regalare gioia e commozione a chi andrà in sala.
Non menzionare tutti gli altri membri dell’equipaggio è impossibile, da uno Star Lord ancora perennemente ferito dalla perdita della sua Gamora ad una Nebula cresciuta fino ad arrivare ai toccanti Drax e Mantis, sempre perfettamente fuori luogo. E la nuova Gamora? Zoe Saldana rappresenta una Gamora non tanto poi inedita per chi si ricorda il primo film uscito nel 2014 e rivederla in quei panni dà uno sviluppo più interessante al tutto.
Anche i nuovi personaggi, tra cui Cosmo o il perfido e riprovevole Alto evoluzionario, funzionano a meraviglia suscitando sempre un moto di emozione a chi assiste al film. Quest’ultimo è un cattivo degno di nota, che si fa odiare fin dal primo istante.
L’ultima emozione di James Gunn
Conosciamo tutti le vicissitudini che hanno portato prima all’abbandono e poi al ritorno in capo alla banda più sgangherata della galassia, in questo suo ultimo ballo a colpi di Radiohead si denota tutto l’amore riversato verso questi attori e personaggi.
In questo suo film c’è tutto ciò che poteva esserci, dalla classica epicità che contraddistingue i film Marvel a momenti che toccano il cuore, in cui Gunn si vede che ha messo ogni tipo di energia pur di farti empatizzare con loro e soprattutto emozionarti.
Perchè i Guardiani della Galassia sono questo, amore, follia, divertimento e tanto cuore, ciò che ha sempre messo un grande regista che regala il suo ultimo e meraviglioso film alla Marvel.
Spazio all'autore: Con questo terzo volume si conclude il viaggio dei guardiani della galassia, almeno per come li aveva pensati James Gunn, e vederli cosi cresciuti per chi li ha sempre adorati in questa emozionante conclusione è un moto di gioia incredibile. Gunn mancherà tanto alla Marvel e i guardiani mancheranno tanto a lui. – Simone – Leviatano