La morte divide.
La morte allontana.
Fa scomparire il desiderio di vivere.
Fa comparire la voglia di lasciarsi andare.
I ricordi vividi iniziano a sparire.
Si inizia ad affievolire il ricordo della voce della persona cara.
La morte divide.
Ma la morte può anche avvicinare.
Questo è Hiraeth – L’ultimo viaggio, l’ultima fatica firmata Yuhki Kamatani.
Mika, una giovane studentessa, sta affrontando con enorme difficoltà il lutto per la perdita della sua migliore amica. Disperata e sola, in preda a quel sentimento di nostalgia e rimpianto che i gallesi chiamano hiraeth, è determinata a ricongiungersi con lei… nell’aldilà. Tuttavia, prima che possa accadere l’irreparabile, la ragazza viene salvata da due viaggiatori: un misterioso dio senza nome e un immortale, Hibino, che segue il dio nella speranza di scoprire da lui come porre fine alla propria esistenza. Insieme ai due nuovi compagni, Mika inizia così un viaggio verso Yomi, la terra dei morti, luogo mitico in cui speranza e disperazione si intrecciano.
– Trama dell’editore
Hiraeth è una parola gallese che indica la nostalgia, ma anche un desiderio o un rimpianto. Sentimenti ricorrenti durante tutta l’opera.
Il viaggio
La protagonista nel corso del racconto affronta un vero e proprio viaggio, non solo fisico ma soprattutto interiore; capace di farle aprire gli occhi, di farle apprezzare le piccole cose e soprattutto in grado di portarla a rincorrere la fiamma bianca della vita.
Mika risulta spesso triste e totalmente intrisa nel suo mondo e nei suoi pensieri, per buona parte del racconto sembra essere una spettatrice che guarda con inerzia gli avvenimenti attorno a lei per poi, successivamente, compiere una maturazione psicologica che la porta ad accettare la morte.
Tutto è destinato a finire, nulla dura per sempre.
Siamo destinati a vivere nell’accettazione, la sofferenza è inevitabile.
L’esplosione dell’animo
L’autrice affronta svariati argomenti durante il racconto; iniziando, ovviamente, dal tema della morte per poi ricollegarsi al culto delle anime e degli dei, soffermandosi principalmente sulla caratterizzazione e la psiche dei vari protagonisti. Ognuno di essi ha una propria storia da raccontare intrisa di dolore e sofferenza ma anche di gioia e momenti di felicità.
L’opera è un vero e proprio spaccato di vita condito da un leggero tocco di fantasy e magia che rendono incantevoli e delicate le tavole che compongono il racconto.
Il rimpianto
Altro argomento ricorrente durante la lettura è il rimpianto, un sentimento profondo e doloroso capace di intaccare totalmente l’animo umano.
Spesso crediamo che evitare di agire possa essere la soluzione, chiudere gli occhi e andare avanti può risultare la scelta più sensata. Scappare ci sembra la strada più facile da prendere ma, come tutte le cose facili, hanno conseguenze devastanti.
Chi vive di rimpianti non sta realmente vivendo, sta sopravvivendo.
La protagonista del racconto vive di rimpianti e rimorsi, si rammarica continuamente con se stessa per ciò che avrebbe potuto fare ma che, per timore, non ha fatto.
Il non detto è letale, ci devasta, ci annienta.
Provare ad andare avanti è complicato perché il pensiero fisso diventa ossessione, ed è quasi impossibile allontanarsi da essa.
Durante il corso del racconto, Mika riesce lentamente a scrollarsi di dosso i sensi di colpa, riesce a maturare e rendersi conto di aver fatto tutto il possibile verso chi amava lasciandosi alle proprie spalle un peso che non le apparteneva. Mika al termine del viaggio ha ripreso a vivere, ha deciso di farlo. Mollare tutto, buttare via la propria esistenza è l’errore peggiore da poter fare.
L’edizione italiana
L’edizione curata da Jpop è di formato tankōbon, carta utilizzata è di buona qualità e permette di godersi appieno le tavole che risultano di capaci di far risaltare i disegni dell’autrice. L’opera è formata da 3 volumi racchiusi nel classico box a tema proposto dalla casa editrice.
A nostro parere, il prezzo del box (19,50€) rispetta il valore dell’edizione proposta e valorizza a pieno un’opera straordinaria.
Uno sguardo alla mangaka
Yuhki Kamatani nasce nella prefettura di Hiroshima il 22 giugno 1983. Inizia ad appassionarsi sin da ragazzina al mondo dei manga.
In alcune interviste che tra i suoi manga preferiti ci sono Naruto e Ninja Scroll.
Nel 2004 inizia a pubblicare per Monthly GFantasy la sua opera di debutto: Nabari, che riscuote grande successo nel Sol Levante e non solo.
Proprio Nabari è stato uno dei finalisti nella sezione manga nel nono Japan Media Arts Festival nel 2005 ed è stato alla fine raccomandato dalla commissione. La stessa autrice, successivamente, ha lavorato assieme allo studio di animazione J.C. Staff alla realizzazione dell’adattamento animato della sua prima grande opera.
Tra le sue opere edite in Italia ricordiamo: Nabari, Oltre le onde – Shimanami Tasogare e Hiraeth – L’ultimo viaggio, tutte portate nel nostro paese da Jpop.
Mentre tra le opere ancora inedite ricordiamo: Shounen Note, un seinen musicale e Busshi no Busshin – Kamakura Hanbun Busshiroku un fantasy shounen.
Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto.
Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele.
Esplorate. Sognate. Scoprite.
– Mark Twain
Spazio all'autore: È stata la mia prima opera letta dell'autrice e devo dire che mi ha colpito molto, belli i disegni e stupendo il metodo di narrazione. Devo ammettere, però, che la lettura ha avuto degli alti e bassi, per un attimo si è avuto un calo vertiginoso durante il secondo volume, rialzandosi in maniera eccelsa nell'ultimo volume che è stato fenomenale. Nonostante ciò, consiglio la lettura a chi vuole leggere un'opera dura ma profonda. L'apporto fantasy, non è per nulla disturbante, anzi, rende il tutto più magico. – Francesco – Crea.tivedreamer