A livelli di miti, leggende, superstizioni e folklore, la cultura giapponese è una delle più ricche.
Non c’è da sorprendersi quindi, se scrittori e mangaka, abbiano realizzato opere ispirate da queste storie di maledizioni, spiriti e demoni.
Il mondo dell’occulto ha da sempre un grande fascino, anche se incute una paura disarmante. Ma d’altronde è proprio per questo che attrae. È per questo che si fissa il buio anche se si ha paura di cosa vi si celi.
Per curiosità, ricerca di adrenalina, amore per il mistero e un pizzico di stupidità.
Ed è da tutto questo che è nato Phantom Seer.

Di manga sull’occulto ce ne sono molti, e Phantom Seer è solo l’ultimo di una lunga lista. Però c’è qualcosa che, in mezzo a tanti, è riuscita a catturare l’attenzione.
Vi è un’accurata rappresentazione degli spiriti malvagi che infestano le storie del folklore giapponese. Ma questo è presente anche in altre storie.
La presentazione di un gruppo di persone dotate di speciali poteri, che combattono, uccidono e esorcizzano questi spiriti. Anche questo però è un elemento abbastanza ovvio.
Allora cos’è che è riuscito a catturare l’attenzione? A far distinguere questo manga dalla massa?
Per prima cosa, il paradosso che accompagna l’esistenza dei due personaggi principali.
Da una parte abbiamo Riku Aibetsu, una ragazza che ama aiutare gli altri, e con la particolare percezione di avvertire i pericoli e quindi agire in anticipo, per mettere in salvo chi le sta intorno.
In realtà però, lei è quella che i medium definiscono un’invitatrice.
Il suo dono, invero, non le permette di mettere in salvo dal pericolo chi le sta intorno, ma è Riku stessa la causa delle loro sventure, attirando ogni sorta di spirito malvagio.
Cosa fare allora quando invece di aiutare il prossimo la tua sola vicinanza lo mette in pericolo?

Dall’altra parte invece c’è lui, il protagonista. Iori Katanagi, l’esatto opposto di Riku.
Se la ragazza non desidera altro che aiutare il prossimo, Iori vuole fare di tutto per tenersi lontano da situazioni spiacevoli.
Vuole una vita normale, essere uno tra tanti.
Invece si ritrova, non solo ad essere un medium con una sorella maggiore, capo dei dei medium della Notte Lunare, che lo comanda a bacchetta. Ma anche a possedere poteri spaventosi, con i quali da solo potrebbe riuscire a fronteggiare gli esseri più pericolosi.
Ed è qui che entra in gioco il paradosso.
Invece di sfruttare il suo potenziale, di diventare più forte, di distinguersi e aiutare chi si trova in pericolo. Il desiderio più grande di Iori è quello di avere una vita normale.
Ma “desideri e poteri non coincidono necessariamente”.
L’erede della famiglia Katanagi è disposto a rinnegare la sua discendenza, pur di on avere a che fare con esorcismi e mostri.
Iori cerca in ogni modo di uniformarsi alla massa, di mimetizzarsi tra le ombre, quasi di cancellare la propria esistenza. Ma perché? Cosa lo ha fatto cambiare?
La curiosità per lo scoprire i segreti di Iori, quello che si cela dietro all’apparizione di nuovi mostri e morti raccapriccianti. L’addestramento a cui si sottoporrà Aibetsu per essere d’aiuto a Iori con la sua lotta. Sono i motivi per cui questa serie di 4 volumi è così intrigante.
L’unica pecca, parlando sempre di paradossi, è che gli autori sono stati costretti a interromperla, riuscendo però, nell’ultimo volume, a dare una sorta di chiusura per i loro lettori.
E poi chissà, magari Iori riuscirà a tornare.