Immortal Hulk di Al Ewing e Joe Bennet – Recensione

Bruce Banner è tornato a vagabondare, creduto morto da tutti, in seguito agli eventi narrati in Civil War II. In questo maxi evento che riprendeva alcuni temi e situazioni del suo predecessore, Bruce chiese a Occhio di Falco di ucciderlo scoprendo di fatto che Hulk però, non può morire. 

L’acclamato ciclo a tinte horror scritto da Al Ewing per i disegni di Joe Bennet, è già storia ed è entrato di fatto nelle migliori storie sul personaggio. Pubblicato dal 2018 al 2022 sullo spillato di Hulk dal numero 1 al numero 45 e successivamente raccolto in 10 cartonati per la Panini Comics

Hulk contro tutti

Come in origine Hulk torna ad essere intelligente, diabolico, spietato, ansioso di prendere possesso del corpo di Banner subito dopo il tramonto. Banner dal canto suo invece cerca di tenere un basso profilo spostandosi in continuazione, vivendo giorno per giorno, in maniera schiva, spaventato da quello che Hulk possa fare agli altri.

Qualcuno o qualcosa sta cercando di farsi strada nel mondo degli uomini, da un mondo abitato dal male stesso, collegato alla nostra realtà tramite una porta verde. Solo Hulk è in grado di fermare quello che si nasconde dietro questo portale, Colui al di sotto di tutto, ma dovrà scendere fino all’inferno per farlo e calarsi nell’inferno della propria mente. 

Contemporaneamente la Base Shadow, il braccio operativo delle operazioni anti-Hulk, mette in atto alcuni piani per stoppare una volta per tutte il Golia Verde. Hulk tuttavia, per sventare questa minaccia, grazie ad un piano elaborato e degli alleati (che collegati ad esso da un filo invisibile di energia gamma ne condividono l’immortalità), riesce a ottenere il controllo della base operativa Shadow.

Perché Hulk esiste?

Dopo il raid alla base Shadow, Hulk ha deciso di estendere la sua azione contro gli umani, colpevoli di averlo da sempre tormentato, oltre all’aver causato ineguaglianze e danni all’ecosistema. Quindi, insieme ai suoi alleati gamma, individua nella Roxxon e nel suo capo Dario Agger alias il Minotauro, il nemico da prendere di mira. Scoprendo, tuttavia, ben presto che schierarsi contro il suo impero non è così semplice, tra mostri mostri che sembrano usciti direttamente dagli scritti di H.P. Lovecraft, che causeranno non pochi devastazioni e l’ apparizione Xemnu, l’Hulk del pianeta magico, che andava in onda il sabato mattina, parte dell’infanzia di tutti, ve lo ricordate anche voi? … Forse no…

Tuttavia, non tutti sono contro Hulk, un movimento giovanile ne condivide gli ideali e prova ad infestare le strade di Phoenix indossando la maschera del Gigante di Giada. Nel frattempo si scoprono ulteriori dettagli sul personaggio che aveva tramato nell’ombra sin dall’inizio per conto di “Colui al di sotto di tutto”, il Capo. Seguono le origini dell’antagonista con ciò che lo ha portato all’ideazione delle vicende che hanno coinvolto Banner e il suo alter ego dal suo ritorno tra i vivi. 

Hulk quindi, dovrà trovare un modo, grazie all’aiuto di tutte le sue personalità, per non essere sconfitto e non rimanere intrappolato al di sotto di tutto. Il finale riserverà non poche sorprese e darà una risposta a quelle incessanti domande che Hulk si pone da sempre: perché Hulk esiste? E soprattutto perché soffre? 

“Lasciate ogni speranza o voi che entrate”

Sicuramente la carta vincente di questo ciclo è stata la riproposta delle atmosfere horror che hanno caratterizzato gli esordi del personaggio nella Casa delle Idee, ma anche il dualismo tra scienziato e mostro, chiaramente ispirato dall’opera di Robert Louis StevensonLo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hide”, che contraddistingue da sempre il Gigante di Giada. 

Una lettura, splatter e inquietante, caratterizzata dall’introduzione di molti elementi sovrannaturali, oltre a numerosi riferimenti esoterici, alla cultura ebraica, alla Bibbia, alla letteratura, ma soprattutto a tutta la lunga continuity sul personaggio. Ogni personaggio non è inserito a caso, ma ha un proprio sviluppo di trama all’interno della storia che convergerà nel finale della saga. I dialoghi orchestrati da Ewing sono intrisi di filosofia sulla natura dell’uomo, sul male, sulla natura del diavolo e il tema del doppio, tutti temi molto cari alla lunga storia editoriale del Golia Verde.

Molto appropriati i viaggi nella mente di Banner, in cui prendono parte tutte le versioni di Hulk, a cui siamo stati abituati nel corso degli anni, coinvolti in una lotta intestina. Ogni versione dovrà realizzare di essere l’emanazione di una stessa essenza; tutto magistralmente illustrato da Joe Bennet, decisamente a suo agio con le tinte horror. Sembra si diverta ad amalgamare più corpi, sdoppiarli, disfarli e mutarli, l’Hulk che ci viene presentato è un Hulk che cambia e si plasma in continuazione. Piccola nota a margine: tutte le copertine sono realizzate dal mitico Alex Ross, un piacere per gli occhi ammirare i suoi dipinti e la sua versione del Gigante di Giada.

Spazio all'autore: Questo ciclo è un autentica bomba, pieno di rivelazioni, molto avvincente e con continui cambi di fronte. Hulk sarà catapultato in numerose vicende, verrà scomposto, analizzato e ricomposto più volte, sia come figura, che a livello della sua psiche, ma addirittura anche nel vero senso della parola. Sicuramente consigliato a tutti, ma dato l’enorme lavoro di Ewing nell'omaggiare tutta la continuity sul personaggio, direi che è apprezzabile principalmente da chi "mastica" o ha masticato più spesso le avventure del Golia Verde. La solida mitologia su cui si basano queste storie strizza l’occhio ad alcune precedenti celebri gestioni, su tutte, quelle di Peter David e Bruce Jones. Assolutamente una run che entrerà nella storia e che si propone come una delle migliori in casa Marvel degli ultimi anni. Andrea – World Wide Nerd

8.5
von 10
2023-03-19T19:30:00+0000