In tanti hanno lavorato alla saga di Indiana Jones, ma c’è una trinità che probabilmente ha fatto la fortuna del brand e che lo ha reso leggendario. Primo tra tutti il regista Steven Spielberg, che con la sua maestria ha saputo nella maggior parte delle occasioni sopperire alle carenze di sceneggiatura. Il protagonista, quell’Harrison Ford perfetto nel ruolo, rimasto nel tempo sempre affezionato al personaggio, molto di più rispetto al quasi odiato Han Solo. Per finire John Williams, che con le sue musiche ha fatto innamorare milioni di spettatori ed ha aiutato a fissare nella mente dell’immaginario collettivo tante scene indimenticabili.
Un franchise lungo 42 anni che sembra avviarsi alla conclusione, ripercorriamo insieme i primi 4 film in attesa dell’epilogo finale, ovviamente con spoiler.
I predatori dell’arca perduta (1981)
Il film, vincitore di 5 premi Oscar, da un soggetto di George Lucas, con la sceneggiatura di Lawrence Kasda, segna l’inizio della saga cinematografica, ma soprattutto di un’icona della cultura pop. Entrato, ormai, nell’immaginario collettivo, senza Indy molto probabilmente non ci sarebbero stati film come “Il mistero dei templari”, serie tv come “Relic Hunter” e personaggi dei videogiochi come Lara Croft in Tomb Raider.
Il plot è molto sempice, ma la messa in scena e soprattutto le novità rappresentate per il genere rispetto all’epoca in cui è uscito, lo hanno reso un vero e proprio cult. Dopo un incipit in cui ci viene presentato il protagonista, già alle prese con trappole, idoli e templi pericolanti, la storia prosegue tra servizi segreti e nazisti, due “organizzazioni”, che molto spesso torneranno nei futuri film del franchise, si prosegue tra serpenti, mummie, misteri ed inseguimenti tutti da gustare, finché, alla fine, Indy riuscirà a mettere le mani sull’Arca dell’alleanza.
Lei vuole parlare con Dio… Andiamo a trovarlo insieme, intanto però mando avanti lei.

Il tempio maledetto (1984)
Pellicola premio Oscar per gli effetti speciali, funge da prequel del film precedente, è considerato il più horror dei primi 4 film. Inizio subito scoppiettante, dopo essere sopravvissuto all’avvelenamento da parte di un boss del crimine di Shangai, Indiana Jones insieme al giovane aiutante “Shorty”, interpretato dal futuro premio Oscar Ke Huy Quan e da una cantante di nightclub fugge con un aereo che precipiterà sull’Himalaya, dal quale si salveranno lasciandosi nel vuoto con un canotto gonfiabile! Verranno accolti da un povero villaggio sotto l’influsso malevolo del palazzo di Pankot. Una volta giunti in questo palazzo la trama si dipanerà tra sacrifici umani, bambini ridotti in schiavitù ed addirittura un Indy controllato mentalmente dal sommo sacerdote a capo della setta che dimora nei meandri del palazzo… Un film, insomma, molto più cupo del precedente e non perfettamente riuscito anche nel susseguirsi degli eventi.
Ah, il dessert. Cervello di scimmia semifreddo.
L’ultima crociata (1989)
Terzo capitolo del franchise, probabilmente il più riuscito della tetralogia di Spielberg, con l’eccezionale aggiunta al cast del padre di Indiana Jones, interpretato da Sean Connery. Il film ruota intorno alla ricerca del Santo Graal, fanno il loro ritorno i nazisti, nemici storici del protagonista, che per mettere le mani sull’agognata coppa rapiscono Henry Jones Sr., il più grande esperto vivente del manufatto, nonché, ovviamente, padre di Indy. Dopo una serie divertentissima di situazioni e dialoghi, padre e figlio giungono finalmente nel luogo dove è nascosto il manufatto, qui vengono di nuovo presi in ostaggio dai nazisti ed Henry viene ferito mortalmente. Recuperare il Graal, per conto degli acerrimi nemici, resta l’unico modo per Indy di salvare il padre, potendo la coppa donare la vita eterna. Imperdibili le successive scene delle tre prove da superare per arrivare al Graal e dell’incontro con il cavaliere crociato, sono praticamente la summa di tutta la leggenda di Indiana Jones, il giusto mix di trappole, ingegno e misticismo. Il finale della pellicola era, inoltre, un’ottima conclusione della saga, con Indy ed il padre che si congedano con il pubblico cavalcando verso il tramonto.
Quegli imbecilli, che marciano con il passo dell’oca come lei, dovrebbero leggerli i libri, invece di bruciarli!

Il regno del teschio di cristallo (2008)
In molti, quando si discute del film, pronunciano la frase: “non esiste”, segno di quanto sia stato odiato questo sequel uscito a quasi vent’anni di distanza dall’epica conclusione della trilogia anni ‘80. Una pellicola che effettivamente mette a dura prova soprattutto la sospensione dell’incredulità dello spettatore, si basti pensare che nel prologo si passa da probabili oggetti extraterrestri ad un test nucleare a cui Indy sopravvive infilandosi dentro un frigorifero… Si tenta di sostituire i nazisti con i comunisti, ma non si riesce quasi mai a renderli nemici credibili, si tenta la strada familiare, facendo conoscere ad Indiana Jones un figlio che non sapeva di avere, il tutto immerso in una trama veramente ostica da raccontare, con una serie di scene poco amalgamate, che si conclude con il decollo di un disco volante…
Se vuoi diventare un bravo archeologo, devi uscire da questa biblioteca!
Cosa aspettarsi dal quinto capitolo?
La risposta più semplice a questa domanda è, ovviamente, far dimenticare il capitolo precedente, dando una degna conclusione alla saga, così come fatto nel 1989. Dai trailer c’è il ritorno dei nazisti, che fan ben sperare, così come il fatto che i capitoli dispari siano i migliori del franchise, a fare da contraltare a tutto c’è, però, che sarà il primo senza Spielberg alla regia. Non ci resta, dunque, che sperare ed attendere il 28 Giugno per andarci a godere in sala Indiana Jones e il quadrante del destino.
