Kroma – Recensione

I colori possiedono un loro linguaggio, una propria capacità comunicativa. Associabili allo spettro delle emozioni umane, diventano simboli immediatamente riconoscibili, portatori di uno specifico messaggio. Gioia, tristezza, felicità, calma, speranza, coraggio, energia. Numerosi sono gli studi che indagano gli effetti dei colori sul cervello umano e di come questi possano variare a seconda dell’esperienza personale di ciascuno. Ogni sfumatura stimola la nostra mente in maniera diversa, diventando un potentissimo veicolo per la trasmissione di messaggi più o meno celati. Lo percepiamo a un livello istintivo, quasi senza rendercene conto. Una percezione che ha portato nel tempo allo sviluppo di una vera e propria branca della psicologia, interessata ad indagarne gli effetti e le peculiarità, così come il loro potere curativo e calmante, sfociato nella pratica medica alternativa della cromoterapia. Ebbene qui di curativo e calmante non c’è proprio niente. Kroma ribalta totalmente queste concezioni.

In questa nuova opera targata Saldapress, Lorenzo De Felici riscrive le regole, rendendo i colori portatori di nuovi significati, cambiando la simbologia e donandole una connotazione oscura e mortale. Le tinte sgargianti e vivaci del mondo esterno alla Città Pallida non sono altro che portatrici di morte, vassalli della furia del Re dei Colori.

Gli occhi del diavolo

Portatrice di calamità, presagio di distruzione. Kroma non conosce altro di se stessa, tranne questa dura lezione impartitale dal dolore e dall’odio della popolazione nei suoi confronti. L’ultimo baluardo della civiltà umana la vede come un mostro per via dei suoi occhi bicolori. Occhi terrorizzati, che non conoscono altro se non le buie pareti della cella in cui è sempre rinchiusa. De Felici gioca sulla facilità con cui le persone si lascino trascinare dal pregiudizio, incapaci di cercare una verità più profonda al di là di quanto gli viene semplicemente ordinato di guardare. I colori uccidono, i colori sono morte. Non importa che alberghino negli occhi di una bambina, marchiata alla nascita da una colpa sulla quale non ha controllo. La paura è contagiosa e nemica giurata della ragione.

Per difendersi e sopravvivere, gli unici ad essere sfuggiti alla furia del Re dei Colori hanno imparato a vivere in un mondo grigio, pallido e spento, eliminando qualsiasi traccia di colore dagli oggetti, dal cibo e dai loro corpi. Isolati dal mondo esterno, si affidano in maniera incondizionata alle parole dell’autorità cittadina, rimanendo rinchiusi e protetti dalle alte mura che li circondano, senza quasi mai uscire.

La forza del colore

Una trama intrigante, lineare e ricca di mistero, anche se nei suoi tratti di fondo risulta essere qualcosa di già visto. Il diverso etichettato come portatore di sventura, verità distorte per una comunità che ha smesso e non può porsi domande, ma accetta passivamente quanto gli viene raccontato; un mondo esterno ricco di pericoli, dove nessuno è al sicuro tranne che all’interno delle mura della città. In tutto questo una svolta, una rottura dell’equilibrio, nata dalle domande e dai dubbi di un ragazzo che si riteneva convinto delle proprie credenze. Si tratta di situazioni ed espedienti narrativi che nonostante siano ben noti, vengono amalgamati in maniera perfetta ed equilibrata. Colpi di scena, aspettative e domande ci spingono a continuare la lettura, per scoprire il mistero che si cela dietro le verità parziali di una storia tramandata per troppo tempo da una sola voce.

Ribaltando le comuni concezioni sui colori, De Felici dona a Kroma un tocco unico e originale, aspetto che non influisce solo sulla trama, ma anche sulla sua resa grafica. Giocando sul contrasto cromatico tra gli abitanti della Città Pallida e il mondo esterno, l’accostamento di tinte e sfumature vivaci ai toni grigi e spenti è di grande impatto. I colori sono vividi, brillanti, desiderosi di sfuggire dalle maglie del disegno che li intrappola. Bellissimi eppure mortali. Ci attraggono con una forza quasi magnetica, immergendoci nelle stesse sensazioni provate dai protagonisti. Tutto è studiato nel dettaglio per generare una contrapposizione tra i due mondi, visibile persino nella resa grafica delle onomatopee, colorate o meno a seconda di ciò che ha prodotto il suono in questione.

Un primo volume decisamente interessante, che si conclude con un cliffhanger inaspettato e di grande efficacia. Il proseguo della storia ci porterà alla scoperta dei segreti e delle verità di questo mondo, che vedono la giovane Kroma al centro di tutto.

Kroma: Colore, colore, colore. Il punto di forza di Kroma sta proprio qui. Ho trovato Il ruolo delle tinte nella storia e nella resa grafica davvero originale e intrigante. Un approccio diverso dal solito, che rende interessantissima una storia che correva il rischio di passare per qualcosa di già visto e forse annoiare. Per fortuna non è stato così. Margherita -_maggie_r

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von 10
2023-05-12T16:00:00+0000