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La stirpe della sirena – Recensione - WorldWideNerd

La stirpe della sirena – Recensione

La stirpe della sirena è una storia pubblicata nel 1990, nata dalla penna del compianto Satoshi Kon. La serie si compone di sette capitoli, serializzati sulla rivista Young Magazine e successivamente raccolti in un unico volume dalla casa editrice Kodansha. In Italia è stato pubblicato da Star Comics.

Le vicende de La stirpe della sirena hanno luogo in un paesino costiero che da sempre trae il proprio sostentamento dalle attività di pesca. La famiglia del protagonista, Yasuke, è conosciuta in tutto il paese perché ai suoi membri è stato affidato il compito di prendersi cura di un uovo di sirena che ogni sessant’anni va riconsegnato al mare perché si schiuda e il ciclo si possa ripetere. Pare sia proprio grazie a questa sorta di contratto stipulato in passato con una sirena che il villaggio sia riuscito a prosperare e ottenere il favore del mare fino a quel momento. I tempi però cambiano e non tutti sono disposti a rimanere ancorate ad antiche tradizioni e superstizioni.

Satoshi Kon è conosciuto ai più per la sua produzione cinematografica come regista, che vanta perle dal valore inestimabile come Perfect Blue e Paprika. Le sue opere su carta sono meno note, ma non per questo hanno qualcosa da invidiare ai capolavori citati sopra. La stirpe della sirena segna il debutto di Kon come mangaka, ma la storia denota una profondità di temi che è raro vedere in un esordiente. Il lettore si trova davanti un dramma familiare che coinvolge tre generazioni diverse che finiscono per scontrarsi. Il conflitto, in senso ampio, diventa una battaglia con al centro non solo la legittimità della tradizione di famiglia, ma anche il futuro di tutto il paesino costiero che rischia di rimanere schiacciato dalle tenaglie del progresso e della sete di guadagno.

Voto: 8

Spazio all’autore

Adoro Satoshi Kon come regista e questo manga, per quanto un’opera meno matura rispetto ad altre, è un piccolo gioiello. L’elemento sovrannaturale – la sirena – fa da perno per portare sul piatto temi come l’imposizione dell’uomo sull’ambiente e la cecità causata dal “dio denaro” che induce a calpestare storia e tradizioni. Fanno da ottimo corredo delle tavole d’impostazione cinematografica che suggeriscono il futuro di Kon come grande regista.