Living Corpse – Recensione

La solitudine, seppur in alcuni contesti sia necessaria, è alla radice dei timori di molte persone. Se a questa, poi, viene aggiunto lo smarrimento di sè e dei propri ricordi, il terrore che può scatenarsi sarebbe assoluto, tale da attanagliare chiunque.

Questi sono esattamente i “panni” indossati dal protagonista del manga Living Corpse di Hideshi Hino nelle sue prime pagine: un uomo si risveglia su una spiaggia, confuso e senza alcun ricordo di come sia finito lì, nè tantomeno di chi sia; da qui inizia un vertiginoso e angosciante percorso per recuperare i frammenti della propria memoria, il quale lo porteranno alla sconvolgente scoperta di cosa è diventato e riscoperta di colui che è stato.

Un Maestro dell’Orrore ed una grottesca Storia intimista

Hideshi Hino è un famoso mangaka cinese che si è fatto apprezzare negli anni nel suo paese natale per la sua capacità nel raccontare e raffigurare il fantastico ed il grottesco, condito con una ricca dose di folklore.

Egli, negli anni, è arrivato anche a dirigere cortometraggi e lungometraggi tratti dalle sue stesse opere (come la serie di live-action Hino Hideshi no za horā kaiki gekijō – “Il teatro dell’orrore di Hideshi Hino”). Non bisogna, però, lasciarsi ingannare dal suo tenebroso curricula e dalla trama dell’opera qui trattata.

Living Corpse, infatti, non è una storia dell’horror, bensì una storia drammatica, struggente, di un uomo che, scoprendosi morto vivente in costante ed inarrestabile putrefazione, si ritrova ad essere naufrago (letteralmente) della marea di eventi che lo colpiscono, tra la paura di morire una seconda volta e la disperazione di riacciuffare il suo passato.

Un Passato scomparso, un terrificante Futuro

Egli, una volta compresa la sua situazione, terrorizzato da sè stesso e dalla reazione dei cittadini che hanno la sfortuna di imbattersi in lui, si affida ciecamente nelle mani di una equipe di medici con la speranza che le loro buone intenzioni possano trovare una spiegazione al suo stato ed eventualmente una soluzione per invertire questo suo decadimento.

Sottoposto a costanti isolamenti forzati e ad una interminabile serie di test ed esami, l’uomo disperato deciderà, poi, di fuggire dall’ospedale, intento a trovare una spiegazione o un lume che gli riaccenda il viale dei ricordi.

Sarà proprio in una biblioteca pubblica, infatti, scoprirà che i giornali locali citano una morte inaspettata quanto dolorosa: un esperto navigatore del posto ha perso la vita durante una tempesta in mare aperto. Questa scoperta, con altri elementi scoperti in precedenza, portano l’uomo (ed il lettore) a collegare i punti e a scoprire cosa è accaduto: la tempesta che gli ha strappato la vita non è stata abbastanza forte quanto la sua volontà di riabbracciare i propri cari, forza che lo ha riportato nel mondo dei vivi.

Seppure tornato, il destino pare deriderlo, in quanto presenta un’aspetto orribile, che gli impedisce di tornare dalla propria famiglia; di conseguenza non può far altro che rivederli da lontano ed accettare l’inesorabile destino che di lì a poco lo attende, raggiungendo una conclusione onirica, quasi spirituale dal forte retrogusto agrodolce, che porta al tempo stesso sollievo e tanta compassione per il protagonista.

Quando la morte sopraggiunge, infatti, il protagonista compie un viaggio nella galassia e lì, attraverso le stelle, seppur soffrendo il freddo ed il silenzio dello spazio, viaggia a cuor leggero, felice di aver rivisto per un’ultima volta i genitori, la moglie ed il figlio.

I dialoghi sono quasi azzerati, complice anche l’incapacità del personaggio di parlare correttamente a causa della sua condizione, il tratto è molto morbido e semplice, in forte contrasto con la storia cattivissima che viene presentata. I comprimari non hanno ruolo di veri co-protagonisti quanto di veicolo di speranza, tortura e infine annichilimento psicologico della vittima del racconto.

Questo volume unico, edito InYourFaceComix, fa dello storytelling il suo punto di forza, della tragedia la sua spada che ad ogni fendente colpisce dritto al cuore e porta affannosamente sempre più vicino alla verità, trascinando il lettore tanto quanto il protagonista.

Spazio all'autore: Hideshi Hino era, per me, un'autore sconosciuto perchè passato in sordina qui in Italia, una breve ricerca online mi ha subito fatto incuriosire circa le sue opere. Living Corpse è stata una piacevole sorpresa! Nonostante presenti dei disegni fin troppo morbidi per la storia narrata, con un tratto che ricorda molto le opere degli anni '80 o anteriori, il racconto ed i "silenzi" catturano sin dalla prima pagina: la storia struggente di uno zombie nelle vesti di un moderno "Smemorato di Collegno" riescono a far chiudere un occhio sul disegno. Ho apprezzato davvero tanto questa piccola perla, rappresentante un'esperimento di cambio di genere per lo scrittore e non vedo l'ora di recuperare le opere più mainstream dello stesso autore! Andrea – World Wide Nerd

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von 10
2023-06-22T09:00:00+0000