Il Dio dell’Inganno è tornato! Loki è nuovamente ricolmo di propositi, che seppur meno ammantati di gloria, gli stanno certamente molto più a cuore. Dopo un intenso viaggio di riscoperta personale, la seconda stagione inizia sulle note di un errore che potrebbe gettare ogni linea temporale nella guerra più sanguinosa che si sia mai vista. Loki è agitato, sconvolto, sa che le azioni di Sylvie hanno liberato un mostro, un dio, un conquistatore, un uomo alla fine di tutti i tempi. Gli echi della sua presenza aleggiano ovunque nascosti in belli vista, fili invisibili intrecciati a formare una trama che solo lui può vedere, connettendo passato, presente e futuro.
Riprendendo da dove si era interrotta, la seconda stagione di Loki non perde tempo, tuffandosi in un inizio rapido, teso, che tiene lo spettatore con il fiato sospeso sin dai primi minuti. Sembra proprio che il tempo delle riflessioni sia finito: è ora di agire e le opzioni rimaste non sembrano essere molte.
Loki Che Rimane
Tornato dalla dimora di Colui Che Rimane, Loki si ritrova affetto da una condizione piuttosto scomoda e teoricamente impossibile nella dimensione della TVA. Tirato in più direzioni contemporaneamente, o meglio da diverse linee temporali tra passato e futuro, appare e scompare continuamente, il che rende i suoi tentativi di comunicare con Mobius decisamente complessi. Il rapporto tra i due non è stato per fortuna intaccato dal cambio di ruolo alla regia: tra dialoghi scoppiettanti e comici, il legame tra i due amici è forte, con Mobius che esprime sincero interesse per le preoccupazioni dell’amico e Loki che non teme di affidarsi ancora una volta al suo aiuto.

Incentrato principalmente sul trovare una soluzione al problema che affligge il Dio dell’Inganno, questo primo episodio traccia un quadro generale della situazione nella TVA dopo che La Sacra Linea Temporale ha iniziato a diramarsi senza controllo. Il danno sembra irreparabile, ma non per tutti si tratta di qualcosa di negativo: dopotutto la TVA ha falciato per secoli infinite linee temporali ponendo fine a tante vite innocenti, la cui unica colpa era quella di non essere contemplate nel grande piano di Kang per mantenere l’ordine. Un dilemma che rischia di scatenare una vera e propria guerra civile tra le forze dei custodi, con conseguenze ancora imprevedibili soprattutto per Sylvie, nuovamente latitante dopo l’omicidio di Colui Che Rimane.
Il Dio che saltava nel tempo
Se la prima stagione aveva raggiunto ottimi risultati in termini di effetti visivi e soprattutto di cura delle scenografie, questo secondo ciclo di episodi sembra essere sulla buona strada per eguagliare il successo precedente. La resa grafica del disturbo di Loki è disturbante e di grande effetto allo stesso tempo, quasi fosse un glitch particolarmente problematico. Sarà Ouroboros, detto O.B. interpretato da Ke Huy Quan – Everything Everywhere All at Once – ad cercare di trovare una soluzione al problema. Una risoluzione che coinvolge una particolare tuta spaziale, strani macchinari e un sovraccarico di tutte le linee temporali.

Un primo episodio decisamente convincente, che fa davvero ben sperare per il futuro di questa serie. Hiddelston non tradisce le aspettative, regalando ancora una volta un Loki vivo, energico, ma anche disperato e scosso. I tempi che verranno porteranno nuove sorprese e incredibili rivelazioni.