Figlio di Laufey, Dio dell’inganno, fratello di Thor; ma anche illusionista, amico, traditore, variante. E molto altro ancora. Loki è un personaggio iconico, entrato nella storia non solo per essere uno dei supercriminali più noti dell’universo Marvel, ma anche per la splendida interpretazione di Tom Hiddelston, che in questa serie raggiunge il suo apice. A una settimana dal lancio della seconda stagione, vogliamo ripercorrere i passi di un dio ricolmo di gloriosi propositi, ma anche di tante paure e fragilità.

Un dio gracile
Fisico a parte, il nostro Avenger più forte non ha tutti i torti. Altezzoso e vanesio, con manie di grandezza e da principe viziato, Loki ha indossato per anni una maschera, abilmente costruita per celare il dolore e un senso di profonda insicurezza. Un ego apparentemente smisurato, alimentato dall’arroganza e dal narcisistico desiderio di attenzione e riconoscimento della propria persona. Un’armatura che, per quanto sembri impenetrabile, non resisterà neanche cinque minuti sotto i mirati colpi di Mobius, lo scaltro agente della TVA che sembra conoscerlo meglio di chiunque altro. Ma procediamo con ordine.
Sfruttando il Tesseract per sfuggire alla cattura degli Avengers dopo i fatti di New York nel 2012, Loki finisce letteralmente dalla padella alla brace. Il suo tentativo di evitare la prigionia è infatti da considerarsi come un crimine contro la Sacra Linea Temporale. Creata dagli onniscienti Custodi del Tempo, si tratta della sola linea temporale la cui esistenza sia permessa. Al suo interno tutto è già stabilito, in maniera ordinata e infallibile. Beh, quasi. Coloro che deviano dal percorso previsto, le varianti, creano anomalie e ramificazioni nel tempo meglio note come eventi Nexus, inaccettabili per poter mantenere sotto controllo il caos. E’ proprio di loro che si occupa la Time Variance Authority – TVA – catturando tutte le varianti e ripristinando il corretto svolgimento degli eventi.
Che la seduta abbia inizio
Diciamoci la verità, Mobius è il terapista che tutti noi vorremmo avere. O quell’amico schietto e sincero che non ha paura di dirci in faccia quello che pensa. Specializzato nel catturare le varianti pericolose, l’agente della TVA e il Dio dell’inganno stringeranno un’improbabile alleanza, sull’onda della reciproca necessità. La chimica tra i due è subito evidente, corroborata dalle splendide interpretazioni di Hiddelston e Owen Wilson: un testa a testa incessante, fatto di piccole provocazioni e beffarde prese in giro. Mobius non si lascia impressionare ne intimidire dall’atteggiamento tracotante di Loki, anzi; sfrutta il suo nervosismo e la sua irritazione per coglierlo in fallo, smontando con arguzia tutte le sue provocazioni. Senza troppe cerimonie, lo mette davanti a tutti i suoi errori e malefatte, smascherandolo con poche semplici mosse.
L’intera serie è un viaggio nella psicologia del personaggio; cosa muove un Loki? Paura, vergogna, insicurezza. Perlomeno all’inizio. Dietro quella coltre di chiacchiere, azioni riprovevoli e inganni, si nasconde un bambino debole e solo, restio a fidarsi del prossimo e con un ben celato complesso di inferiorità. Il lavoro alla TVA, ma soprattutto l’amicizia di Mobius, finiranno per cambiarlo, rivelando un carattere più giocoso e ironico, a volte addirittura spensierato.

Per tutti i tempi. Sempre
Il nostro Loki dunque, viene dal passato. Non ha vissuto la morte dei genitori, non ha ricucito il rapporto con suo fratello Thor, non ha assistito alla distruzione di Asgard e soprattutto, non è morto per mano di Thanos. E’ ancora una “prima donna”, come lo definì Tony Stark. E’ ansioso di conquistare tutti i mondi e governarli, come ritiene sia suo divino diritto fare. Tutto ciò non è però destinato ad accadere, mai, in nessuna linea temporale. Non è ciò per cui esiste, non è ciò che gli spetta.
Non sei nato per diventare re Loki. Sei nato per causare dolore, sofferenza e morte. E’ così ora, è sempre stato così e così sempre sarà. Tutto affinché gli altri possano diventare la migliore versione di se stessi.
Mobius – Loki, prima stagione, episodio 1
Dove sono la libertà di espressione, il libero arbitrio, il diritto alla redenzione? La Sacra Linea Temporale è definitiva, ineluttabile.
Loki innamorato
Se c’è una cosa che tutti i Loki sanno fare bene è sopravvivere. Il che da un lato è molto triste, ma torna comunque utile. Sylvie non è da meno. La variante femminile di Loki ha passato tutta la vita a scappare, sfuggendo dalle grinfie della TVA e tentando in ogni modo di distruggerla, una vendetta contro l’ingiustizia subita, che da bambina l’ha privata di tutta la sua infanzia e del suo futuro. Sylvie è Loki ma allo stesso tempo non lo è: lui è cresciuto come un principe, educato come tale; lei ha trascorso la vita nella latitanza, spostandosi da una linea temporale all’altra. Sylvie è selvaggia, spigolosa, schietta e decisa; una vera e propria mina vagante, che per risolvere una controversia preferisce usare la forza bruta piuttosto che la diplomazia.

I rapporti, inizialmente tesi a causa delle reciproche differenze, miglioreranno sempre di più fino a sfociare in qualcosa che nessuno dei due credeva avrebbe mai provato nella propria vita. Trascorrendo la vita senza mai fidarsi veramente di nessuno, entrambi non sanno bene cosa si provi nell’avere un legame con qualcuno. Una situazione nuova, narrata in maniera molto dolce e a tratti comica. Loki tiene davvero a Sylvie e lo dimostra attivamente, interessandosi al suo bene e alla sua sicurezza. Così come Mobius gli ha dimostrato che può diventare qualcosa di diverso dal dio ingannevole, capace solo di pugnalare alle spalle, anche lui tiene ad aiutare la persona di cui si è innamorato a credere che sia possibile fidarsi nuovamente del prossimo.
Alla fine di tutti i tempi

Colui Che Rimane è un personaggio incredibile, il burattinaio che tira le fila di tutte le storie della linea temporale. Jonathan Majors porta in scena un’interpretazione da brividi, carica di intensità e di una potenza magnetica sconvolgente. Comparso solamente nell’ultimo episodio, questa variante di Kang conosce il passato, il presente e il futuro, avendolo lui stesso costruito per tenere alla larga le sue varianti più crudeli e terrificanti. Un’interpretazione che tiene incollati allo schermo; la tensione tra lui, Sylvie e Loki si taglia con il coltello. Un personaggio che sembra essere sempre sul punto di esplodere e anche se non accade mai davvero si resta in uno stato di costante ansia per tutto il tempo.
Loki vive di una scenografia incredibile, di effetti speciali di primo livello e di una storia profonda, in grado di avvicinare lo spettatore, intrattenerlo e divertirlo, ma soprattutto vive della bravura delle interpretazioni dei suoi attori e la sintonia tra di loro. Hiddelston in particolare riesce a rendere in maniera assolutamente esaustiva tutti i numerosi lati della personalità di Loki, con una teatralità vivida e realistica. La sua espressività crea un legame solido con lo spettatore, portandolo a entrare in empatia con il personaggio sin da subito e consacrandolo ancora una volta come l’interprete perfetto del Dio dell’inganno.
Loki: L'approfondimento della psicologia dei personaggi in una storia è un aspetto che adoro e quando viene sviluppato in modo così completo non posso che rimanerne più che soddisfatta. Con quel mix di teatralità e comicità, Tom Hiddelston è l'interprete perfetto per un personaggio reso molto più complesso e interessante. Dire che consiglio questa serie è a dir poco riduttivo. A presto con la stagione 2!! – Margherita -_maggie_r