Love – Recensione

Il vero amore. 

Che fantasia bizzarra.

Spesso ci sembra un qualcosa appartenente esclusivamente ad una storia, una fiaba, un racconto.

Chissà se realmente esiste il vero amore.

Chissà se realmente esiste una forza tale da sovrastare ogni male, problema e passione.

Un bene incontrastabile, che va oltre ogni cosa e ogni persona. 

Una ricerca verso una felicità che duri in eterno.

Spesso si dice che alcuni amori, alcune storie fanno dei giri immensi prima di scontrarsi nuovamente, come se fosse destino.

Un destino che unisce due anime incomplete per poterle finalmente riunire in un’unica grande forza chiamata vita…

Chissà se esiste davvero l’amore vero.

Che bizzarra fantasia.

L’amore vero.

Questo è Love, una struggente e delicata storia disegnata dall’immenso Kazuo Kamimura e scritta da Sadao Nakajima, edita da Coconino Press sotto la supervisione di Paolo La Marca.

La protagonista del manga, Hijiriko, è una ragazza in cerca dell’amore vero. Passa da un uomo all’altro, da una storia all’altra, nella speranza di trovarlo. Il giorno in cui incontra il giovane Oikawa, Hijiriko sente di aver trovato la propria metà mancante. Tra i due scoppia la passione e si instaura una complicità che li porterà ad assaporare tutte le sfumature dell’amore: innamoramento, passione, complicità, gelosia, follia, vendetta e spirito distruttivo. Hijiriko, infatti, è la moderna rappresentazione del mito di Kiyohime ed è disposta a tutto pur di non perdere l’amore appena trovato.

– Trama dell’editore

Al di là dell’amore

Love ci racconta di una forza che va quasi al di là dell’amore stesso. Nakajima ci fa scoprire una forza straordinaria capace di contrastare tutto e la quasi eterna ricerca che la nostra protagonista compie è quasi maniacale, forse tossica.

Hijiriko è disposta a tutto, anche sacrificare sé stessa, la sua dignità e la sua femminilità pur di trovare la sua parte mancante. Lei è convinta che la sua vita possa risultare completa solo quando accanto a sé avrà quella persona capace di completarla in tutto e per tutto. 

La sua vita deve essere fulcro della vita della persona che ha accanto. 

Questo aspetto può risultare cattivo e morboso ma in realtà è così reale e ricco di valori che spesso dimentichiamo di avere al giorno d’oggi.

Il mito del gabbiano

Un punto cardine ed affascinante dell’opera consiste nel “mito del gabbiano” che la nostra protagonista ci presenta. Lei è convinta che il giorno in cui incontrerà la sua anima gemella, in cielo non ci sarà alcun gabbiano che volerà in segno di cattivo presagio. Questo mito viene ulteriormente confermato quando la stessa Hijiriko vede negli occhi di uno dei suoi partner dei gabbiani volare intensamente.

La metafora è evidente e indica la purezza dell’anima. Il gabbiano può essere inteso come un corvo che porta presagio di morte e di cattiveria lasciando un chiaro segnale di allontanamento.

Quando Hijiriko incontrerà la sua vera metà, il gabbiano non volerà nel cielo.

Le varie forme dell’amore

Nakajima e Kamimura durante il racconto ci mostrano le innumerevoli sfaccettature dell’amore toccando temi e argomenti crudi e profondi come la follia, la gelosia e persino lo stupro. Hijiriko, però, è così tremendamente invaghita e convinta che sarà capace di perdonare qualsiasi comportamento subito.

L’importanza delle stagioni

Le stagioni sono un altro punto fondamentale dell’opera e mostrano le varie fasi dell’amore di una relazione. 

La primavera è intesa come la nascita stessa dell’amore.

L’estate è l’apice dell’amore stesso in cui subentra la follia e la passione.

L’autunno è il leggero declino, la constatazione della tossicità e il dolore.

Mentre l’inverno è il distacco eterno, come la neve che amorevolmente si distacca dalle nuvole per cadere dal cielo e non farvi mai più ritorno.

Tutti questi temi sono svolti e spiegati in maniera sublime dai due autori.

La sceneggiatura e lo stile dell’opera

La sceneggiatura di Nakajima è fenomenale, capace di intrecciare i temi più disparati senza mai cadere nel banale o mostrare buchi di trama. Tutto è aperto e chiuso alla perfezione e tiene totalmente incollato il lettore al volume.

I disegni di Kamimura sono, ancora una volta, un vero e proprio orgasmo per gli occhi. Assurdi, pazzeschi e stupendi capaci di mostrare tutta l’essenza dei protagonisti con tavole che rimarranno per sempre impresse nella mente del lettore.

L’edizione italiana

L’edizione curata da Coconino Press è di grande formato, carta utilizzata è di primissima qualità che permette di godersi appieno le tavole che risultano capaci di far risaltare i disegni dell’immenso Kamimura.

Nota di merito alla cura maniacale dell’edizione che risulta rigida e con toni totalmente eleganti che riprende lo stile delle altre opere della collana dedicata al maestro. 

A nostro parere, il prezzo dell’albo (24,00€) rispetta il valore dell’edizione proposta valorizzando un’opera immensa, ed è in linea con gli altri prodotti proposti dalla casa editrice.

Uno sguardo al maestro

Kazuo Kamimura nasce a Yokosuka, nella prefettura di Kanagawa, il 7 Marzo 1940 e ci ha, purtroppo, lasciato l’11 Gennaio 1986, all’età di 45 anni. Autore di innumerevoli capolavori, lo ricordiamo principalmente per le pubblicazioni di Lady Snowblood, Il Fiume Shinano, La Pianura del Kanto, Il Club delle divorziate, I Fiori del Male e Dosei Jidai (L’età della convivenza). Quest’ultima opera è da molti considerata il suo capolavoro per eccellenza, nonché l’opera in cui riesce totalmente a mettere a nudo la sua poetica e la sua drammaticità rivoluzionando totalmente il modo di disegnare e vivere un manga. Fautore del gekiga, è stato uno dei primissimi autori a narrare argomenti considerati da sempre un tabù, come la sessualità, la perversione e la convivenza. Argomenti ancora oggi visti, purtroppo, di cattivo occhio.

Un tratto distintivo dell’autore è la capacità di disegnare tavole totalmente senza balloon ma capaci di mostrare totalmente i sentimenti e le emozioni dei protagonisti spingendo il lettore ad immedesimarsi totalmente nell’opera.

Tra le opere inedite dell’autore ritroviamo: Akuma no You na Aitsu, Okise no Chibusa, Utopia e Maria.

Nei tempi antichi, gli esseri umani erano entità di forma sferica con le funzioni di due persone.
Avevano quattro gambe e altrettante braccia, quattro orecchie e quattro occhi, due bocche e due nasi.
Ovviamente avevano anche organi riproduttivi e una forza che, essendo quella di due persone, era doppia.
Fu così che gli dèi iniziarono ad aver paura di loro, tanto da spingere l’onnipotente Zeus a prendere finalmente una decisione e dividere quelle entità in due parti.
Da allora è passato tanto tempo… Nonostante tutto però, si racconta che le parti divise continuino a cercarsi per ricongiungersi, vagando così per l’eternità.

– Simposio di Platone presente in prima pagina

Spazio all'autore: Nel complesso l'opera è un vero e proprio capolavoro, ho amato tantissimo ogni aspetto dell'opera che entra dritta tra le mie opere preferite di Kamimura. Ci tengo, ulteriormente, a fare i complimenti a Paolo La Marca per il lavoro maniacale svolto per mettere assieme i pezzi di quest'opera che risulta inedita in Giappone come volume, in quanto pubblicata solo su rivista, e a Coconino Press per l'edizione proposta che non può che fare onore ad un maestro come Kazuo Kamimura. Francesco – Crea.tivedreamer

9.5
von 10
2024-09-22T16:00:00+0000