Assane Diop è sbarcato proprio in questi giorni sulla piattaforma Netflix con una nuova e mirabolante avventura caratterizzata da 7 episodi in cui mistero, intrigo e divertimento si alternano dando vita ad un insieme di sensazioni capaci di tenere l’attenzione dello spettatore ad un livello sufficientemente alto senza mai indurre a particolari attimi di distrazione o di noia.
Il ladro gentiluomo, che si ispira per le sue imprese proprio ai celebri romanzi di Maurice Leblanc dedicati ad Arsenio Lupin, si ritrova, dopo gli eventi legati alla faccenda della famiglia Pellegrinì, solo ed isolato a dover fare i conti sia con un presente vorticoso fatto di dubbi ed incertezze, sia con un passato ostile pronto a tornare e ad incombere pesantemente nella sua vita con l’intento di distruggerla in maniera definitiva.
Un talento per l’imbroglio o per le assurdità?
Proprio per questo motivo la linea narrativa della terza stagione è molto altalenante, fatta di momenti attuali ma anche di molti flashback che collegano al passato, sicuramente non semplice, del giovane Diop. Tutto ciò è fondamentale per riallineare i diversi eventi che vengono esposti di puntata in puntata e rendere la trama semplice, lineare e ben fruibile allo spettatore. Questa semplicità è un pilastro portante della serie perchè consente di seguire con leggerezza e spensieratezza le varie imprese di questo assoluto genio dell’inganno. Più che di inganno però si assiste delle volte ad una palese esaltazione delle assurdità per cui alcune vicende si sviluppano in maniera abbastanza banale e prevedibile, ma soprattutto travestimenti davvero ben riusciti si susseguono a camuffamenti che sfiorano il ridicolo in cui il ladro non viene riconosciuto per un piccolissimo cambiamento di un tratto somatico come può essere il colore degli occhi oppure la presenza o meno di baffi. Può realmente bastare tutto ciò a far si che uno degli uomini più ricercati di Parigi riesca a gironzolare indisturbato per le vie della Ville Lumiere senza che nessuno se ne accorga minimamente? Sembrerebbe proprio di si e la cosa fa storcere un po’ il naso ma al tempo stesso è eccezionalmente in grado di divertire, perchè si creano delle situazione talmente rocambolesche da conquistare comunque l’interesse dello spettatore.
L’essenzialità della famiglia e dell’amicizia
A questo aspetto allegro e disimpegnato si somma però un lato molto più concreto fatto di rapporti umani e di emozioni profonde. Il desiderio di Assane di recuperare il legame ormai inclinato sia con la ex moglie Claire, che con il figlio Raoul è evidente sin dalla prima stagione, ma qui la cosa è resa particolarmente difficoltosa dal fatto che la sua vita da fuggitivo va ad impedire qualsiasi contatto diretto con loro e di conseguenza rende inizialmente impossibile ricucire gli strappi creati e tornare insieme come una vera e propria famiglia. L’unico punto fermo della sua vita resta quindi l’indissolubile amicizia con Benjamin, sempre presente e sempre pronto a stargli accanto in qualsiasi situazione, facile o difficile che sia, e proprio il rapporto con questo personaggio è scritto e messo in scena perfettamente dando a questa amicizia un valore che è decisamente superiore a qualsiasi quadro di Monet o gioiello di Cartier. Perchè è proprio vero, chi trova un amico trova un tesoro. Benjamin sarà accanto ad Assane praticamente per tutto il racconto, arrivando a non tradirlo mai anche quando tradirlo sarebbe stata la scelta più facile, ed il suo aiuto sarà essenziale per riunire l’amico con un pezzo fondamentale della sua vita, tenuto fino ad ora sostanzialmente nascosto.
Fascino e carisma
Omar Sy interpreta in questa serie un perfetto emulatore di Arsenio Lupin . Con il suo lavoro attoriale ed espressivo è in grado di trasmettere tutta la gentilezza e la bontà, ma anche l’astuzia ed il coraggio che contraddistinguono il ladro gentiluomo. Inoltre, con la sua decisione e caparbietà, è capace di infondere nello spettatore la stessa passione che lui ha per le opere letterarie di Maurice Leblanc. Insomma un’ottima interpretazione dell’attore francese, ma non c’era alcun dubbio su questo aspetto.
Spazio all'autore: Questa serie Netflix, nonostante alcune situazioni un po’ stravaganti, è riuscita a convincermi. Leggera e spensierata, sa come trasportare lo spettatore tra le vie della sempre magica Parigi, immersi nell’arte della furtività tra le molteplici peripezie del protagonista – Andrea – World Wide Nerd