Manor Black – Recensione

Dopo Harrow County, The Sixth Gun e Damned, Renoir Comics arricchisce il proprio catalogo con una nuova serie firmata da Cullen Bunn, nome ormai più che noto nel panorama fumettistico, non solo per i suoi lavori alla Marvel. Con i primi capitoli pubblicati ormai a fine 2019 in America, arriva finalmente anche in Italia Manor Black, una serie che approfondisce in maniera originale il mondo della magia. Un tema assolutamente sfruttato più e più volte nelle storie, finendo per essere abusato, ma delle volte viene concepito ancora qualcosa di innovativo ed accattivante.

La nuova serie vede al supporto di Bunn alla sceneggiatura anche Brian Hurtt, con cui ha già collaborato per The Sixth Gun e Damned. Il tratto, quasi pittorico, dei disegni è, invece, mano di Tyler Crook, già visto, anche lui, in Harrow County.

Roman Black è lo stanco patriarca di una famiglia dotata di poteri magici. Mentre i suoi figli rancorosi e corrotti si contendono il ruolo di capo del casato Black diventando detentori della magia nera, Roman adotta una giovane maga alla quale dona i suoi poteri nella speranza che qualcuno di buona prenda il suo posto nella lotta contro le forze del male intenzionate ad abbattere la sua famiglia.
Trama tratta dall’editore.

Un nuovo volto della magia

La magia ha un prezzo. Questo è un fatto ormai riconosciuto e che viene quasi sempre ripreso nelle storie che ne trattano. Manor Black non fa eccezione. Qui il mondo magico è suddiviso in casate; c’è chi controlla il fuoco o chi il sangue. Una magia oscura è quello che il lettore, per ora, ha potuto fare la conoscenza.

Le vicende prendono inizio in una classica cittadina americana. Dove il massimo che può accadere è un bisticcio tra un’anziana signora ed il suo vicino a causa della presenza dei gatti in giardino. Poi tutto cambierà quando un sinistro incidente automobilistico lascia intravedere un incendio troppo circoscritto e fulmineo. Quando questo si ripresenterà anche in seguito, in momenti  del tutto casuali, si capisce che c’è qualcosa che non va. Una figura primordiale, un totem, è fuggita dal controllo di chi se lo contendeva. A dargli la caccia ora vi sono dei maghi senza casata il cui scopo rimane misterioso.

Quando tutto ciò si scontra con la famiglia Black, già vittima di attriti interni per la successione del potere qualcuno che potrebbe trarne un vantaggio se ne approfitterà.

Perché prendere Manor Black?

Una domanda legittima che ci si pone per gran parte dei titoli pubblicati. In una scelta quasi infinita di prodotti, cosa determina la scelta di un fumetto rispetto ad un altro? La risposta potrebbe risultare scontata. Se vi affascina il mondo della magia oscura, con una famiglia costituita da membri corrotti che mirano all’ottenimento del potere ed una trama che fin da subito lascia intravedere diversi intrecci, beh Manor Black è il titolo che fa per voi.

A rendere il tutto più intrigante è la rappresentazione della magia stessa, in grado di uscire dal corpo di chi ne ha possesso, prendere il controllo della propria forma e ambire alla libertà. Insomma un fatto interessante e che non si vede spesso nelle storie di questo genere.

Aggiungiamoci una trama che ruota attorno anche alle relazioni e rapporti famigliari e all’incredibile tratto di disegno di Crook ed il gioco è fatto.

Voto: 8

Spazio all’autore

Manor Black, nei suoi quattro capitoli che compongono il primo volume, è una serie che mi ha davvero stupito. In parte subito attratto dallo stile di disegno, la storia già dalle prime pagine mi ha dato una più che ottima impressione. Avanzando ciò si è confermato, in un nuovo volto della magia. Tra il marasma di titoli in corso, Manor Black è tra quelli che voglio continuare, fiducioso del proseguo.