Dopo Wolverine, Carnage, Deadpool ed Elektra entra a far parte della linea editoriale Black White and Blood anche Moon Knight. In queste miniserie sui personaggi Marvel diversi team creativi (tra cui alcuni nomi importanti) propongono una storia di 10 pagine in cui cercano di inserire tutta l’essenza, i tratti fondamentali e le peculiarità del personaggio, con disegni caratterizzati solo dal bianco, dal nero, dal rosso sangue e dalle loro tonalità.
D’altro canto il bianco e il nero sono i colori del suo costume e il sangue è l’elemento con cui le sue mani si sporcano ogni notte per adempiere il volere del Dio Konshu.
Tra sette religiose, dei egizi, comparse di altri eroi Marvel, elementi della mitologia egizi e i soliti criminali di basso profilo, Marc e i suoi alter ego dovranno sporcarsi le mani. Sicuramente in questa raccolta ci sono alcune storie che meritano maggiore fortuna mentre altre, invece, sono completamente dimenticabili.
Cosa non è andato
Partiamo dalle note dolenti. Vedendo tutti gli autori coinvolti sono tre quelli che saltano subito all’occhio: Jonathan Hickman (Hox/Pox, Secret Wars) che per l’occasione collaborerà con Chris Bachalo (Doctor Strange -Gli ultimi giorni della magia, Amazing Spider-Man) e Ann Nocenti (Daredevil) che è affiancata dagli ottimi disegni di Stefano Raffaele (sperando di rivederlo più spesso in Marvel).
Hickman e Bachalo proiettano il cavaliere lunare in un futuro prossimo in una storia con pochissimo mordente e senza scopo alcuno, in cui i disegni risultano confusionari tanto da faticare molto spesso ad afferrare visivamente ciò che viene raffigurato.
La storia di Ann Nocenti, sempre di stampo fantascientifico, è quella che risulta più debole e banale, in cui Moon Knight si getta nello spazio in una missione per estrarre alcuni materiali dalla luna per rimpiazzare la diminuzione di quelli terrestri. Si dimostrerà essere in realtà una trovata pubblicitaria, ma la conclusione non porta effettivamente a nulla.
Cosa ha funzionato
Le storie migliori invece sono quelle scritte da Christopher Cantwell (Iron Man, Doctor Strange), in cui il pugno di Konshu farà un gioco all’interno della propria mente dove dovrà vedersela proprio con sé stesso per rimanere in vita; quella di Pepose e Romero che ci fanno assistere ad un vero e proprio incontro in una tavola calda tra le varie personalità del cavaliere lunare, intente a ricostruire i fatti accaduti durante la scorsa notte in base alle ferite sul corpo di Marc Spector.
L’ultima storia meritevole di menzione è quella di Marc Guggenheim e Jorge Fornes, incentrata su una missione della mezzanotte (punto di partenza dell’attuale ciclo sul personaggio di McKay e Cappuccio), caratterizzata dal cominciare dalla fine per poi procedere a ritroso con i fatti narrati, quindi rileggetela dalla fine all’inizio.
Voto: 6,5
Considerazioni dell’autore
L’impressione quando leggo iniziative come questa è sempre la stessa: si potrebbe fare di più, ma non viene mai sfruttato a dovere il potenziale. Soprattutto con personaggi come Moon Knight nelle narrazioni che lo vedono protagonista, sembra sempre ci sia qualcosa che manca che garantisca maggiore mordente alla lettura. Sono stato particolarmente deluso dalla sceneggiatura di Hickman, che differentemente da quanto proposto nei suoi lunghi cicli, ha mostrato evidenti lacune nella scrittura di storie brevi. Il consiglio è quindi quello di recuperarlo se siete dei fan del personaggio e se avete già letto i cicli principali, tra i quali Lemire, Ellis e Bendis. Il grande formato giova all’iniziativa, permettendo di apprezzare al meglio le tavole caratterizzate solo dal bianco nero e rosso. Ultimissimo appunto, non capisco perché non sia stata riportata all’interno dell’albo la bellissima cover realizzata da Gabriele Dell’Otto.