Film del 2024 per la regia di Barry Jenkins Mufasa è il Prequel del Re Leone che vede come protagonista il papà di Simba e suo fratello Scar. Un’operazione chiaramente attua ad espandere il brand che è riuscito con il remake live action a incassare nel 2019 quasi 2 miliardi di dollari.
Un fratello e il coraggio
Se questo film nasce come operazione commerciale, sia per incassare facilmente sfruttando un brand iconico dell’animazione Disney è anche chiaro che dietro questo progetto c’è la voglia di ampliare la mitologia di Mufasa, Rafiki e Scar.
Senza fare alcuno spoiler il film ha un inizio quasi tragico per il piccolo Mufasa che poi farà ben presto la conoscenza di quello che diventerà suo fratello, non di sangue, Taka. Qui Mufasa verrà visto come vero e proprio emarginato, relegato a dover crescere con le femmine dove però imparerà dalla madre adottiva a cacciare e non solo. L’istruzione nel corso del tempo lo porterà ad essere quello che poi diverrà sia nel re Leone sia nel corso di questo film. E qui vi è anche lo sviluppo del rapporto con il fratello che invece figlio del re cresce tra vizi e paure domandandosi però se sta facendo la cosa giusta e quando in una giornata cerca di seguire suo fratello e la madre scopre di avere dannatamente paura di morire e di affrontare le difficoltà di un leone. In questa battuta di caccia facciamo la reale conoscenza degli emarginati, ovvero un gruppo di leoni bianchi più grossi e spietati in cerca di re da uccidere. Capitanati dal loro capo di nome Kiros che con il movente della vendetta cercherà di far fuori il branco di leoni capitanati dal RE Obasi che è un pigro e scaltro leone.
Ed è qui che poi inizierà anche il viaggio di Mufasa e di Taka verso una terra immaginaria di cui solo si sente e si narra la leggenda trovando sulla loro strada un personaggio meraviglioso come Rafiki. Non addentrandoci oltre agli aspetti di questa trama non mancheranno chiaramente anche le canzoni che hanno reso grande il primo film, ovviamente nessuna di queste riuscirà a lascerà il segno anche a causa di un doppiaggio italiano a dir poco deludente.
Forte di un budget si 60 milioni la computer di grafica è sicuramente un altro dei punti di forza del film e nonostante non sia il miglior modo per esprimere le animazioni facciali dei leoni o degli altri animali è comunque di pregio la cura verso la muscolatura dei leoni o i peli sul mantello delle scimmie. Cosa che però non si può dire di alcune scelte fatte per far confluire questo film verso quello che è poi il Re Leone. Scelte che forzano troppo e troppo velocemente lo sviluppo dei personaggi che forse dovevano essere sviluppati meglio all’interno di una pellicola che comunque dura ben 120 minuti.
Nonostante questa, sia l’ennesima prova in cui Disney dimostra di avere poche idee e di non avere la forza di rischiare questo live action non è sicuramente uno dei film peggiori fatti recentemente dalla casa di Topolino, anzi nella sua semplicità e con i suoi errori e forse uno dei più riusciti live action degli ultimi 10 anni.
Spazio all'autore: Ero partito onestamente con un certo pregiudizio verso questa operazione che aldilà di un finale ' troppo forzato, è un film godibile e a tratti anche piacevole nella sua costruzione di quelli che poi sono i personaggi di quello che è forse uno dei film d'animazione migliore di tutti i tempi. – Simone – Leviatano