Prince of Persia: The Lost Crown – Recensione

Prima di parlarvi di quest’ultimo titolo della serie Prince of Persia è doveroso fare un piccolo salto indietro alle origini della saga. Solo grazie ad un ritorno al passato si può infatti comprendere il perché di un gioco 2d oggi. L’anima di Prince of Persia: The Lost Crown è molto antica. Tenetevi forte si ritorna nel 1989.

La Saga

Jordan Mechner è il papa di Prince of Persia, grazie a lui oggi giochiamo una dei plattform più noti di sempre. Nel 1989, prima su Apple II e su sistemi Dos poi anche su console come il NES, arrivava Prince of Persia! Si è subito guadagnato un posto nell’almanacco dei videogame che contano grazie al suo gameplay.

Ambientato nella Persia medioevale, grazie ad una grafica semplice ma accattivante e sopratutto per merito delle sue fluide animazioni, Prince of Persia pone le basi sia per una serie che per nuovi giochi cui darà ispirazione. Infatti le meccaniche utilizzate faciliteranno lo sviluppo di altri titoli del mondo platform.

In vero Prince of Persia si ispira, seppur con ambientazione del tutto differente, a Metroid (titolo Nintendo del 1986). Da Metroid prende la caratteristica principale dello sviluppo a stanze. Infatti in ogni stanza vi è un ostacolo da superare e via via fino ad arrivare ad un boss di fine livello. Il gioco è infatti un Adventure game a scorrimento e piattaforme. Per i tempi era abbastanza difficile ma per le versioni Dos e Apple non mancavano scorciatoie per evitare la “morte” e dover ricominciare da capo i livelli. Su console dovevi essere davvero bravo altrimenti caput.

Il gioco ebbe molto successo e ne furono fatti diversi seguiti, Prince of Persia: The Shadow and the Flame, Prince of Persia 3d, Prince of Persia The Sand of Time (approdato anche al cinema e con Ben Kingsley, Jake Gyllenhaal e Gemma Arteton) e infine Prince of Persia (2008) gradino più basso per la serie. Proprio grazie all’ultimo titolo decisamente sottotono era necessario voltare pagina e tornare alle origini. Il franchiste ormai in mano alla Ubisoft aveva bisogno di un nuovo progetto e nuova linfa per tornare a fa parlare di se. Nessun remake, un titolo nuovo ma che trae origini dal vero ed unico Prince of Persia, il primo!

18 gennaio 2024 – Prince of Persia: The Lost Crown

Il titolo, oltre la trama, rappresenta forse una sfida dentro il gioco. Volere ritrovare la corona perduta, tornare ad essere seppur per breve tempo il re dei platform.

Il nostro eroe è Sargon, membro degli Immortali guardie reali. Salvato l’Impero dall’invasione di una dinastia avversa, i Kushan, durante le celebrazioni per la vittoria quando tutto ormai sembra scongiurato, il principe Ghassan viene rapito dal Generale Anahita. Proprio Anahita, mentore di Sargon, vuole usare il sangue reale per ottenere la benedizione dell’uccello divino e rovesciare l’Impero. Inizia cosi l’avventura di Sargon, inizia cosi Prince of Persia: The Lost Crown. Una trama ben strutturata che insieme ad un gameplay ottimo ed immediato ci catapultano verso un avventura ricca di sfide e colpi di scena. A voi il resto, noi taciamo, niente spoiler.

Il sistema di gioco

Come già detto a gran voce ci troviamo difronte ad un action Adventure a scorrimento laterale in 2.5d. Un 2d arricchito dalla immersività degli sfondi. Esistono diversi livelli di profondità e tutti fra loro in modo concatenato rendono lo sfondo parte attiva del viaggio di Sargon. Lo stile grafico è di forte impatto, fresco e vivace ma sopratutto accattivante. Palette di colori di varie combinazioni rendono gli ambienti di gioco luminosi, tenebrosi sempre in modo perfettamente appropriato.

Scorrere ed avanzare nel gioco permettere di ammirare tutto il lavoro svolto in circa 3 anni da Ubisoft. Tutto è pensato affinché l’esperienza di gioco sia appagante.

Sargon è un agile combattente, le mosse a disposizione sono semplici. Tra corsa e salti, le basi dei Prince of Persia, bisogna destreggiarsi con colpi di spada e parate oltre a colpi speciali che verranno appresi nel corso della storia. Pozioni per ricaricare la propria salute ma la vera arma sarà il tempismo. Colpire, schivare e parare nel momento giusto è il segreto per avanzare senza temere rivale. i combattimenti godono di coreografie davvero belle. Il gioco per quanto “piatto” sembra un dipinto animato, tra pennellate di sciabola e capriole, lance, fiamme. Non manca nulla per rendere questa storia un cult di nuova generazione.

Senza spoilerare nulla su trama e le abilità va però detto che durante il viaggio di Sargon sarà possibile utilizzare diverse capacità e “magie” che riguardano il tempo in grado di facilitare le scoperte di zone celate e l’avanzamento nella mappa.

Tra mappa ed esplorazione, spade e battaglie, magie e combo, enigmi e acrobazie a Prince of Persia: The Last Crown non manca nulla. E’ un gioco completo in grado di essere apprezzato da neofiti e giocatori esperti. Oltre alla possibilità di scegliere il livello di difficoltà e anche selezionabile una mappa facilitata che mostra i punti di interesse. Alcune zone che metteranno a dura prova le acrobazie di Sargon potranno essere superate con un clic se ritenute troppo difficili. Insomma un avventura ben bilanciata, con la possibilità di scegliere il tipo di approccio.

Non manca inoltre la possibilità di aggiungere accessori alla propria dotazione, amuleti con capacità differenti potranno essere indossati a seconda degli slot disponibili. Gemme come monete di scambio per acquistare oggetti e poi ci sono i Wak Wak, punti di ristoro dal quale riprendere la propria avventura senza l’angoscia di avere perso tutto e ricominciare.

Prince of Persia: The Lost Crown è davvero un bel gioco, ricco di elementi semplici ma ben piazzati. Sembra proprio che Ubisoft abbia studiato per bene quanto fatto da Nintendo con Metroid Dread cosi da replicare quel ritorno al passato necessario alla saga.

Per dovere di completezza va detto che le musiche svolgono un importante ruolo, accompagnano perfettamente l’intera avventura. Gli effetti audio sono lodevoli ma non impeccabili, giusto per muovere delle piccole critiche. Sembra inoltre che non vi siano nemmeno bug a scalfire questo splendido lavoro.

Spazio all'autore: Un gioco come Prince of Persia deve essere valutato per la sua giocabilità, questo è l'elemento più importante. Le derive 3d del passato e la troppa voglia di fare l'hanno portato in una direzione confusa. Quando uscì il primo Assassin Creed ho subito pensato che fosse ispirato a PoP, era innegabile la similitudine di certi aspetti. Tuttavia arrivarono le nuove produzioni quasi a testimonianza della diversità dei franchise e il mio pensiero si disperse. Oggi a distanza di anni sono fiero di poter dire che il vero Prince of Persia, quello che ricordo aver giocato su 386 in dos, è tornato. Un platform action adventure di ottima fattura, curato nei dettagli e nella giocabilità. Gli elementi ricreati da Ubisoft fanno riecheggiare le trame del vecchio gioco ammodernandolo in maniera perfetta. Bisogna sapere diversificare e allo stesso tempo valorizzare gli aspetti iconici dei titoli che hanno composto una saga. Tutto quello detto sin d'ora accade proprio in Prince of Persia: The Lost Crown. Sono molto soddisfatto della mia prova. Ho giocato PoP in versione Switch (lo trovate su tutte le piattaforme), credo che la console si sposi perfettamente con lo stile del titolo, ma per sfruttare al meglio le dinamiche del gamplay, le schivate perfette ed il tempismo necessario sia meglio approcciarsi con un Pro Controller o un pad classico e quindi in modalità Tv piuttosto che portatile. Pienamente soddisfatto non posso che consigliare l'acquisto di questo titolo. Un richiamo per i vecchi videogamers e scoperta per i nuovi! Prince of Persa: The Lost Crown approved! Riccardo – Ruta Ruta

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von 10
2024-01-23T17:00:00+0000