Retrospettiva Harry Potter: Il Calice di Fuoco

Il quarto film di Harry Potter è stato un vero e proprio sparti acque del franchise cinematografico proprio come la sua controparte cartacea ma non nel modo in cui fan avrebbero voluto. Uscito nel 2005 Il calice di fuoco vide l’abbandono alla regia di Alfonso Cuaron, sostituito da Mike Newell che diede un impronta registica ugualmente valida ma sicuramente inferiore ai suoi predecessori.

Iniziamo con il dire che questa pellicola funziona molto bene come film action-fantasy, il ritmo è incessante, le scene di azione sono tante e ben gestite, le scelte di casting sempre azzeccate e i costumi e la fotografia sono il fiore all’occhiello della produzione. Come ultima aspetto ma non per importanza viene messa in scena la migliore interpretazione di Voldemort grazie al attore scelto per il ruolo, Ralph Finnies.

Un film che corre e cambia tanto

Il film comincia esattamente come il libro ovvero a casa Riddle dove Voldemort e codaliscia dimorano ma qui notiamo il primo grande cambiamento. Insieme a loro vi è un altro uomo, Barty Crouch Jr, andando a perdere tutto l’effetto sorpresa siccome già ad inizio film conosciamo il volto dell’uomo ma non la sua identità che si verrà a conoscere più avanti.

Per la prima ed unica volta nel franchise la parte a casa dei Dursley viene saltata per ragioni di durata e se questa scelta è comprensibile per velocizzare il film la fretta con cui viene sviluppata la parte della coppa del mondo di Quidditch non è giustificabile. Dall’introduzione scialba di un personaggio importante come Cedric Diggory alla mancanza totale della partita vera e propria che poteva e doveva essere trasposta meglio. Qui inoltre per sottolineare la povertà dei Weasley, Arthur e i suoi figli insieme ad Harry e Hermione vengono spediti nelle ultime file dello stadio. La differenza, seppur tale scelta non danneggi il film, sta che nei libri la partita veniva vista vicino al ministro della magia proprio per sottolineare che Arthur aveva ottimi agganci al ministero della magia, e di essere un mago del tutto rispettabile scegliendo di sua spontanea volontà di non essere promosso perchè amava la sua posizione lavorativa.

Conclusasi la finale della coppa del mondo di quidditch e ritornati tutti nelle proprie tende si consumerà il terzo e sicuramente più grande cambiamento di questo primo atto e probabilmente di tutto il calice di fuoco. Con l’attacco dei mangiamorte e la perdita di coscienza di Harry, dovuta alla folla che si disperde, rivedremo il personaggio di Barty Crouch Jr. che scaglierà in cielo il marchio nero. Con questa scelta, anche se lo spettatore non è in grado di conoscere la sua vera identità, si sceglie di ignorare totalmente la storyline della famiglia Crouch e dell’elfa domestica Winky optando per un corposo snellimento di tutta la trama. Una

Giunti ad Hogwarts ed introdotti i nuovi personaggi, il torneo tre maghi e le scuole di Durmstrang e Beauxbatons si conclude un primo atto dai grandi cambiamenti ma allo stesso tempo dal grande ritmo capace ugualmente di catturare lo spettatore e dare quel senso di timore e ansia per la minaccia di Voldemort.

Il calice di fuoco

Con l’incedere del film notiamo come i nostri protagonisti sono cresciuti, cambiati e maturati con l’inizio delle prime avvisaglie di intrecci amorosi mai invadenti nella saga. La pellicola sa regalare anche momenti di risate che servono a spezzare una prima parte davvero cupa dando fiato allo spettatore e preparandolo ad un secondo atto dal ritmo sostenuto e permeato da tanta azione.

Ciò che al film riesce molto bene è saper intrattenere lo spettatore, si passa dalla prima prova con i draghi al ballo del ceppo, dagli incubi di Harry e i presagi di un ritorno sempre più concreto del signore oscuro alla seconda ed adrenalinica seconda prova. Aldilà delle modifiche e delle grandi mancanze già citate e continue per tutta la durata del film, come Dobby l’elfo domestico che viene dimenticato e riutilizzato solo nel settimo film, è una pellicola godibile che scorre velocemente senza mai annoiare.

Il ritorno di Voldemort

Il terzo ed ultimo atto parte con l’ultima prova della coppa tre maghi. Il labirinto rappresenta efficacemente quel senso di claustrofobia e ansia e nonostante la mancanza di diverse prove e creature, probabilmente per via di tempo e budget, è ugualmente bello e scioccante vedere Krum sotto la maledizione imperio attaccare Cedric. La terza prova si concluderà con quest’ultimo ed Harry che toccherranno la coppa che si rivelerà essere una passaporta portandoli dove il film era cominciato, a casa Riddle.

Ciò che va in scena è sicuramente la parte migliore del film, il ritorno di Voldemort è una perfetta rappresentazione di come si mette in scena l’introduzione di un villain cosi importante ai termini della trama. Ralph Finnies compie un lavoro straordinario con il signore oscuro, egli incute terrore in Harry e nei suoi mangiamorte e ogni movimento del corpo è studiato, perfetto regalando tante sfaccettature al mago oscuro.

Con la morte di Diggory ed Harry che riesce a scappare nuovamente dalle grinfie del signore oscuro il film accelera andando a concludersi con la rivelazione del professor Moody, ovvero quella di essere sotto l’effettopozione polisucco il servo più fedele di Voldemort, Barty Crouch Jr. Non soffermandoci ancora sulla mancanza totale della sua storia è doveroso spendere due parole per la terza e grave mancanza del calice di fuoco. La volontà di scegliere di non lasciare alcuno spazio di approfondimento al rapporto e al lungo discorso tra Harry e Silente, relegandolo solo ad un misero e veloce dialogo, da una chiara idea di come si evolverà da qui in poi la saga cinematografica.

Spazio all'autore: Harry Potter e il calice di fuoco è un film che punta fortemente alla spettacolarizzazione, riuscendo spesso nel suo intento. Ciò che balza ad un occhio più critico o ad un lettore severo è la volontà di compiere alcune scelte che si discostano molto dai libri rendendo la trama più snella per fini di durata ma che porta solo grandi rimpianti per ciò che forse poteva e doveva essere narrato. 157 minuti di adrenalina, tensione e grande atmosfera, questo quarto capitolo non sarà un film perfetto ma è certamente uno dei film della saga che più riguardo volentieri grazie anche alla miglior interpretazione di Voldemort su schermo. Simone – Leviatano

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von 10
2023-02-01T17:00:00+0000