Uscito nelle sale italiane il 4 Giugno 2004 il Prigioniero di Azkaban riscosse da subito un grandissimo successo sia dalla critica che dal pubblico. Il terzo film della saga, come scritto nelle precedenti retrospettive dedicati al primo e secondo capitolo, vide l’abbandono alla regia di Chris Columbus, al suo posto come regista venne scelto Alfonso Cuaron che, dopo aver letto i libri della Rowling, fu entusiasta nell’accettare questo progetto. Il regista per entrare in contatto con il trio diede a loro un compito, quello di scrivere un tema in prima persona rappresentando il proprio personaggio. Rupert Grint ad esempio non lo consegnò mai spiegando che Ron avrebbe agito cosi e Cuaron fu d’accordo.
Il prigioniero di Azkaban
Il Prigioniero di Azkaban è il miglior film della saga cinematografica, ogni attore è diretto in modi assolutamente perfetto, l’azione è ben gestita ed i cambiamenti apportati rispetto al libro non solo migliorano il film ma anche ciò che è scritto nella controparte cartacea. Non esente da qualche piccolo difetto questo terzo capitolo riesce sempre ad avere i giusti guizzi da farlo considerare il più bel film della saga di Harry Potter.
Come in quasi ogni film della saga anche questo terzo capitolo inizia a casa dei Dursley e pur trovando senza senso la scelta di fare usare ad Harry la magia per studiare, ricordiamo che i ragazzi fuori da scuola non possono usarla, tutto è ben gestito e gli accadimenti del libro vengono ben trasposti. Fuggito da casa dei suoi zii, dopo aver gonfiato la sorella di Vernon, Harry Potter si imbatterà in un Bus magico che lo trasporterà al Paiolo magico. Questa sequenza è molto più adrenalinica rispetto a quella descritta nel libro, vedendo sfrecciare il mezzo tra le strade di Londra il ragazzo che è sopravvissuto scoprirà che un certo Sirius Black è evaso da Azkaban, la prigione dei maghi.
Venuto a ricomporsi il trio prima della partenza ad Hogwarts bisogna precisare che la velocità con cui il film salta la parte in cui Harry sarebbe dovuto rimanere per più settimane a Diagon Alley è più che giustificata a causa dei tempi cinematografici.
Sul treno che porterà Harry, Ron ed Hermione al castello vengono introdotti i “dissenatori“, orride creature a guardia di Azkaban che eliminano ogni tipo di sentimento positivo solo con la loro presenza. Il grande merito è della produzione che ha ricreato questi esseri in maniera perfetta. Riescono ad incutere timore al primo sguardo e la mano che apre la stanza del vagone è sicuramente una delle scene più iconiche di tutta la saga cinematografica.
Questa è Hogwarts

Nel prigioniero di Azkaban ogni ragazzo, ogni movimento di camera è perfettamente studiato, Alfonso Cuaron riesce a rappresentare i momenti vissuti ad Hogwarts come poi nessuno riuscirà a replicare. Grazie anche ad una fotografica meno buia rispetto alla camera dei segreti questo terzo capitolo può essere definito come il più solare della saga. Ogni momento nel castello o a lezione diventano momenti divertenti e simpatici da seguire, lo spettatore potrà sorridere più volte durante tutto il corso della pellicola e questo risulta essere un grande punto a favore. Inoltre i protagonisti raggiungono una chimica che mai più verrà eguagliata nonostante la grave assenza delle partite di quidditch, che da questo film in poi andrà sempre più messo da parte.
I nuovi volti che vengono introdotti in questo terzo capitolo sono diversi, dal nuovo professore di difesa contro le arti oscure Remus Lupin al attore che interpreta Sirius Black, Gary Oldman per poi passare alla professoressa Sibilla Cooman ed ultimo ma non meno importante Peter Minus. Ogni attore è calato a suo agio nella parte andando a constatare ancora una volta la capacità di scegliere i ruoli degli attori in modo assolutamente impeccabile.
Ciò che risalta durante tutta la visione del film è come ogni personaggio sia ben rappresentato non solo dal punto di vista della recitazione ma anche da un punto di vista estetico, Harry con i capelli sempre arrufati. Ron Weasely con quel aria da stanco addormentato e Draco Malfoy pallido e altezzoso. Piccole accortezze che rendono il Prigioniero un ottima trasposizione del libro.
Quando i cambiamenti migliorano i libri
Alfonso Cuaron e la produzione riescono a migliorare alcune fasi della trasposizione cartacea dando più pathos e adrenalina. Due esempi sono sicuramente Harry e la scena in cui cavalca Fierobecco, l’ ippogrifo durante la lezione di Hagrid. La scena in cui attraversano il lago è da considerarsi una delle scene più belle di tutti i film. Qui vediamo Harry veramente libero e felice, una scelta perfettamente azzeccata che non stravolge alcun avvenimento dei libri e che anzi aggiunge e migliora andando a caratterizzare il personaggio.
Il secondo cambiamento che migliora il libro lo vediamo durante tutto il terzo atto, da Harry che salva Sirius Black dalla morsa dei dissenatori all’ inseguimento di Lupin trasformatosi in un lupo mannaro. Scene action ben gestite e dirette che danno valore ad una produzione già ottima.
Voto: 8,5

Harry Potter: Il prigioniero di Azkaban è certamente il miglior film della saga. Ogni attore è calato perfettamente nella parte, merito della regia di Alfonso Cuaron. Le giornate ed i momenti ad Hogwarts sono tutti permeati da quella semplice ma efficace aura di magia che nessun film successivo riuscirà a replicare .Questo terzo capitolo rappresenta come l’aggiunta di certe scene se ben scritte possono rappresentare una qualità, un valore aggiunto che può anche migliorare un libro già di per se valido.