Film del 2009 per la regia di David Yates, riconfermato dopo L’ordine della fenice (qui la nostra analisi). A detta di moltissimi fan della saga questo sesto capitolo è il meno riuscito tra tutti gli otto film che compongono l’epopea di Harry Potter.
Ma sarà veramente così?
Caratterizzare i personaggi
Il film sceglie subito di entrare nel vivo della azione. Vediamo come i mangiamorte distruggano un ponte a Londra in pieno giorno, ciò per mostrare allo spettatore come Voldemort e il suo esercito siano ormai liberi di agire quasi incontrastati. L’inizio + più adrenalinico rispetto alla controparte cartacea che, a differenza di questo film, mostrava l’incontro tra l’ormai ex ministro Fudge e il ministro babbano.
La figura di Harry introdotta nel principe mezzo sangue è quella di un ragazzo consapevole di ciò che ormai è destinato a diventare, come quando si vede costretto a lasciare la ragazza invitata precedentemente pur di seguire Albus Silente in una nuova missione. Harry ha preso piena coscienza di chi è, il ragazzo della profezia destinato a lottare contro Voldemort perchè “nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive”.
Subito facciamo la conoscenza del Professor Lumacorno, interpretato egregiamente da Jim Broadbent, una persona estremamente legata ai suoi allievi migliori che colleziona quasi come fossero figurine. L’ennesima ottima scelta di casting della saga cinematografica.
Con l’incedere del film notiamo da subito come il trio sia sempre caratterizzato a meraviglia. Ron torna ad essere un personaggio più importante rispetto al ruolo, quasi, da comparsa svolto nell’ordine della fenice. Il film ci farà ben capire come lui si senta a disagio nel fatto di non aver mai baciato una ragazza e non percepend le intenzioni di Hermione Granger cadrà proprio tra le braccia di Lavanda Brown . Il tutto viene esposto in maniera chiara e genuina, così come i sentimenti di Hermione, questo creerà un’apparente rottura tra i due personaggi dopo il bacio tra Ron e Lavanda.
Il personaggio di Draco Malfoy viene finalmente esplorato e approfondito, a lui vengono riservate varie scene nella stanza delle necessità e nonostante questo tolga completamente ogni tipo di mistero allo spettatore, nei libri l’alone di mistero portava a chiedersi cosa stesse cercando di architettare, risultano ugualmente fondamentali per lo sviluppo del personaggio.
A non funzionare invece è il rapporto tra Ginny ed Harry, ogni scena condivisa mette in mostra solo la scarsa chimica tra i due attori, creando nello spettatore la sensazione di volerli vedere assieme il meno possibile.
Un film in cui niente accade
Se l’approfondimento e la caratterizzazione dei vari personaggi, attraverso situazioni sempre differenti, è di gran lunga la parte migliore del film è tutto il resto a deludere.
ll grande problema del film è che non ha una trama definita, tutto ruota attorno ai ragazzi e ai loro problemi emotivi. Una pellicola che dovrebbe basare gran parte del tempo sui ricordi di Lord Voldemort, essendo questi di vitale importanza, sceglie di concentrarsi solo sui rapporti tra gli studenti. E se questa scelta viene premiata per l’ottima caratterizzazione di contro tutto il resto è definibile come un enorme occasione sprecata.
Dove sono i ricordi della famiglia Gaunt? O di quando un giovane Voldemort sceglieva di lavorare per Borgin & Burke solo per poter entrare in contatto con tesori dall’inestimabile valore pur di creare i suoi preziosi Horcrux. O dell’incontro avvenuto ad Hogwarts tra un ormai cambiato e irriconoscibile Tom Riddle e Albus Silente? Enormi mancanze a cui sono state preferite scene come quella dell’attacco alla “tana” Weasley, inventata comprensibilmente pur di dare un pò di pathos e azione al film.
Nonostante l’ottima trasposizione del recupero del ricordo ad Horace Lumacorno, e tutta la parte finale in cui vede Harry e Albus recuperare l’horcrux con il conseguente ritorno ad Hogwarts e la morte di Silente per mano di Piton non riescono a salvare un film che per tutta la durata non riesce ad avere una trama, uno scopo.
La morte di Silente chiude un ciclo per il personaggio che non mai veramente sfruttato a dovere dal terzo film in poi. Complice diversi aspetti quali una scrittura debole, scelte registiche poco interessanti si aggiunge anche che Micheal Gambon non ha mai veramente compreso il personaggio dei libri.
Harry Potter il principe mezzosangue: Per quanto mi riguarda il principe mezzosangue è la riprova che allontanarsi cosi tanto dai libri è deleterio e all'ennesima visione nonostante la buonissima caratterizzazione è tutto il resto a non funzionare. Il film sembra un enorme lovestory ricordandosi sollo alla fine di ciò che Harry Potter dovrebbe essere. – Simone – Leviatano