Retrospettiva Harry Potter: La camera dei segreti

Con La camera dei segreti il regista Chris Columbus si è focalizzato maggiormente nel trasporre una trama il più fedele possibile al libro. Introdotti ormai i personaggi principali nel primo film, qui la nostra retrospettiva, presentate le ambientazioni e fatto familiarizzare il pubblico con questo mondo fu più semplice andare a raccontare una storia più simile al romanzo.

La magia

Ogni parte iniziale di tutti i film di Harry Potter avanza in modo molto rapido catapultando lo spettatore ad Hogwarts. Troppo poco è lo spazio dedicato alla tana, la dimora della famiglia Weasley, come se tutto ciò che vediamo accadesse nel giro di uno o due giorni quando in realtà Harry ci rimane per quasi tutta l’estate. Ciò è dovuto ai tempi ristretti di un film ma, nonostante ciò, gli eventi narrati dalla Rowling sono ugualmente ben trasposti. Dalla casa dei Dursley come sempre interpretati alla perfezione, all’introduzione di Dobby, l’elfo domestico dei Malfoy che avvertirà Harry di un enorme pericolo che corre ad Hogwarts e facendo di tutto pur di non farlo andare e successivamente espellere pur di tutelarlo alla sua di maniera. Impossibile non citare la casa dei Weasley, che ancora una volta il regista riesce straordinariamente a rappresentare. Diroccata, sporca ma al contempo familiare e calda che regala allo spettatore un vero senso di magia.

Nella prima parte del film abbiamo l’introduzione di personaggi come Lucius Malfoy, padre di Draco, e Gilderoy Allok, nuovo insegnante di difesa contro le arti oscure, questi personaggi arricchiscono l’incredibile mosaico di personalità che formano l’universo magico di Harry Potter. Fin da subito è ben chiara la contrapposizione e l’astio presente tra la famiglia Malfoy e quella Weasley, non solo dal punto di vista sociale ma soprattutto da quello ideologico. Lucius odia profondamente i maghi nati babbani, ritenendoli impuri, mentre Arthur Weasley e la sua famiglia supportano la diversità nella comunità magica. Un Tema estremamente profondo e centrale intutto il film.

Hogwarts e la magia del trio

Come nella Pietra Filosofale anche in questo secondo capitolo il protagonista di sfondo rimane la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Con i suoi ambienti ampi e austeri che non si sarebbero più visti dal terzo capitolo in poi. Qui la trama prosegue con il trio che cerca di scoprire chi colpisce i nati babbani pietrificandoli, imputando il tutto a Draco Malfoy, purosangue che disprezza i maghi babbani. Harry, Ron e Hermione proprio come nel primo film funzionano alla perfezione, la recitazione è ancora più fluida ed ogni battuta naturale.

L’atto centrale porta lo spettatore a cercare di capire chi si cela dietro questi attacchi, nel mentre i protagonisti vivono le giornate nel castello tra lezioni e quidditch. Un vero peccato non aver più rivisto ed aver dato spazio al gioco più famoso della comunità magica. La partita Grifondoro contro Serpeverde risulterà essere ben più di un semplice incontro per la coppa ma una rivalità totale tra Harry e Draco.

I temi profondi, le scene di tensione vengono spezzate dando spazio allo spettatore modo di ridere e sorridere nelle scene in cui compare Gilderoy Allock, nuovo professore di difesa contro le arti oscure Hogwarts. Interpretato magistralmente da Kenneth Branagh, risulta esattamente come descritto nei libri, un personaggio pomposo, pieno di se che fa del successo la sua ragione di vita ma che non è altro che un semplice impostore. Uno dei personaggi migliori di tutto il film, se non il migliore.

L’odio e il cambio di tono

Come scritto precedentemente il tema dell’odio è una parte fondante su cui ruotano i fatti della camera dei segreti, l’odio che si svela più ramificato di quanto si possa immaginare. Esso però non è tangibile ma si può celare in ogni persona ed è capace di colpire più di qualsiasi mago oscuro. 

Un cambio si nota nella fotografia del film con temi e colori più scuri, il tutto improntato su un tonalità più cupa che andrà a caratterizzare i capitoli successivi. Una scelta comprensibile per i temi trattati, le location utilizzate che prevedono sempre foreste o corridoi della scuola. 

Partiamo con il dire che il terzo ed ultimo atto è forse uno dei migliori di tutta la saga, secondo solo al calice di fuoco, il regista non solo migliora il combattimento finale contro il Basilisco rendendolo più adrenalinico ma mette in scena benissimo la rivelazione di chi si cela dietro questi attacchi verso i nati babbani ovvero il ricordo di Lord Voldemort.

Ciò che ne segue è una conclusione ben scritta e gestita da Columbus, con la sola eccezione di Lucius Malfoy che sembra voler uccidere Harry con un avada kedravra, scena giustamente non presente nei libri.

Voto: 8

La Camera dei segreti è il naturale seguito del suo della pietra filosofale, cupo e con temi più profondi risulta una pellicola ugualmente godibile che perde solo la magia e lo stupore del primo film ma che fa riflettere lo spettatore più attento su un tema delicato come l’odio risultando per certi versi più profondo e maturo.