Rikudo è un manga targato come seinen, a causa dei temi davvero maturi e delicati che tratta, attraverso uno stile crudo e violento, che catapulta il lettore nello spietato mondo della boxe. Scritto da Toshimitso Matsubara dal 2014 al 2019, la serie è costituita da 23 volumi ed è, inspiegabilmente, poco considerata e conosciuta dai più. Inoltre, è bene precisare, che purtroppo alcuni volumi sono andati esauriti (ndr un’impresa è stato andare a scovare per l’Italia i numeri 9 e 16) e delle ristampe non sembrano essere in programma. Nonostante ciò, noi di World Wide Nerd vogliamo farvi comunque conoscere quest’opera che ha davvero dell’incredibile.
Non è di certo un’esagerazione definire Rikudo come il Berserk nel mondo della boxe. Le tematiche trattare, la situazione dei due protagonisti e la loro caratterizzazione è la medesima. Entrambi hanno provato solo violenza nella propria pelle. Gentilezza ed amore non hanno mai toccato le loro mani e se solo si poteva intravedere una possibilità, questa viene subito spazzata via. Ma Gatsu e Riku sono ancora più simili. Le loro insicurezze, le loro paure, i loro traumi… ciò che porta gioia alla gente per loro è qualcosa di inconcepibile. Per entrambi il loro viaggio sarà un incredibile percorso di crescita e maturazione, grazie alle persone che, nonostante tutto, vi si avvicineranno.
Le mani delle persone…
“Da piccolo Riku ha vissuto molte dolorose tragedie. Dopo la morte di suo padre, un ex pugile yakuza gli insegna come sferrare un pugno, e quel pugno salva la sua vita quando si vede costretto a difendersi dallo spacciatore di droga di sua madre. Lo scontro però si conclude con la morte dello spacciatore e Riku diventa un assassino. I criminali continuano a presentarsi dinnanzi a lui, portando sempre più tragedie nella vita di coloro che hanno provato a prendersene cura. Tutto ciò lo porta a chiedere allo stesso ex pugile di insegnargli a diventare più forte, il che lo condurrà a quella palestra che sarà la porta per la boxe professionistica.”
– Trama di Animeclick
Tutto è iniziato con uno jab insegnatogli da uno Yakuza. Quel semplice pugno gli ha dato la possibilità di cambiare radicalmente la propria vita, di dare a Riku una motivazione per andare avanti e vivere. Vuole ottenere anche lui quelle mani… che gli hanno mostrato come sferrare quel pugno… mani in grado di fare del male. Continuamente pressato dal peso che si autoinfligge, accusandosi per la propria debolezza, troverà nel ring la possibilità di riscattarsi.
La boxe diventa per Riku, ancora studente che salta tra la palestra e la struttura sociale che lo ospita, un’ossessione che lo farà isolare da tutti. Ma nonostante il suo carattere difficile c’è chi gli rimarrà affianco continuamente nonostante tutto. Una presenza fissa, fondamentale, ma non ricambiata da Riku.
“Ciò che collega una persona ad un’altra sono le proprie mani.”
Sorridere nel ring
“Se fossi stato forte, non avrei ucciso.”
Il mancino. Il killer. Riku è un personaggio che attraversa una crescita psicologica enorme, oltre che a maturare esperienza in quel ring che chiama casa. Ma è una casa in cui si sentirà davvero a proprio agio. Sarà in grado di farlo divertire? O è solo una prigione che si è costruito per punirsi della propria debolezza che l’ha segnato anni prima?
Pian piano Riku affronterà le proprie paure, troverà alleati a cui aggrapparsi, amici all’interno del ring con cui lottare, confrontarsi e crescere attraverso la rivalità. Una rivalità più forte di qualsiasi legame.
Rikudo è una lettura matura e pesante. Vi sono temi come il disturbo post traumatico, lo stupro, la violenza, l’odio di una madre o di un padre per il proprio figlio. Le difficoltà e la forza dell’amore in una relazione non corrisposta, la crescita nel passaggio verso l’età adulta. Le scelte da intraprendere, perdere tutto per seguire il proprio sogno… quel singolo obiettivo. Quest’opera è in grado di emozionare e far provare rabbia in mezzo a tutto ciò. Attraverso pettegolezzi e persone che vogliono affermare la propria voce senza conoscere la realtà dei fatti.
Quel che offre Rikudo è una lettura che emoziona silenziosamente, facendoti provare un enorme peso per tutta la durata. Che sia per i temi trattati, per la tensione nel ring, in attesa di quel pugno decisivo, sempre pronto ad aspettarsi che quella spugna tocchi quel pavimento ormai ricoperto di rosso. Non capita così spesso di vivere una sensazione pari a ciò che trasmette quest’opera. Matura, violenta, pesante e pressante, psicologicamente che fisicamente.
La potenza delle tavole
Se la storia è costantemente intensa ed adulta, con un finale che chiude perfettamente il cerchio ed il percorso del protagonista, i disegni non sono da meno. Le tavole sono incredibili con splash page che colpiscono come un Phantom Punch. Uno stile costantemente dettagliato che è in grado di alternarsi a seconda della situazione e di ciò che la narrazione richiede. Da pagine con personaggi che appaiono quasi sfumati ed altre in cui l’azione, la velocità, sembra rendere tutto così grezzo, feroce… E quei pugni scendono sull’avversario come l’Ammazza-Draghi di Gatsu cala sui propri nemici.
Gli accostamenti all’interno dell’opera sono continui ed i disegni sono fondamentali in tutto ciò. Ogni pugile ha la sua caratteristica e questa viene impressa nella pagina. Vi è colui che ha pugni come coltelli, in grado di tagliare la pelle dell’avversario. O chi è preciso come un cecchino. E, ancora, chi forte come un colpo sparato da un carro armato. Queste loro particolarità vengono disegnate nella pagina, trasformando il pugile in quell’arma che lo contraddistingue.
Insomma, Rikudo è una lettura che si potrebbe definire imprescindibile, da cui imparare. In cui è da ammirare la crescita di ogni personaggio qui presente, della loro forza e della loro volontà.
Spazio all'autore: Rikudo è un'opera che parla di boxe. Ma questa è solo un modo per il lettore per imparare ad affrontare le proprie difficoltà, a superare i traumi, ad accettare le persone che ti circondano e sostengono. A lottare per i propri sogni, pur conoscendone il costo. – Davide – Riccidanerd