Robo Sapiens – Recensione

Ad uno primo sguardo, Robo Sapiens, il recente titolo che arricchisce il catalogo Coconino Press, sembrerebbe essere un prodotto uscito nei primi decenni della seconda metà del secolo scorso. Lo stile grafico di Shimada Toranosuke, mangaka classe ’61, rimanda a quello caratteristico del dio del manga, Osamu Tezuka. Al contrario, quindi, delle sensazioni che le tavole lasciano percepire, l’opera che vede l’evoluzione della vita sulla Terra, è piuttosto recente. Il primo capitolo è stato serializzato dal settembre 2018 su Gekkan Morning Two, col titolo di Robo Sapiens zenshi (Robo Sapines: breve storia dei robot).

Ciò dà una giustificazione alle sensazioni che il lettore attinge nel corso della lettura. Perché pensare ad accostamenti a titoli come “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” (Philip K. Dick – 1968) o, ancora, “Guida galattica per gli autostoppisti” (Douglas Adams – 1979) risulta essere quasi inevitabile. Ma ovviamente questi sono solo la punta dell’iceberg per quanto riguarda i riferimenti.

Che fine farà il pianeta Terra? Se lo chiede Shimada Toranosuke in questo suo Robo Sapiens, commovente affresco sul destino dell’umanità e sul futuro tecnologico. La radioattività ha modificato gli equilibri del pianeta e i robot sono ormai una presenza indispensabile per l’essere umano. Anziché imparare dagli errori del passato, però, l’uomo ha continuato ad oltraggiare la Terra minacciando, così, la sua stessa esistenza. Il Pianeta Verde è diventato una banca dati, memoria dell’umanità, ma anche un deposito delle scorie nucleari non smaltibili. A gestire questo mondo ormai al collasso ci pensano i robot, intelligenze artificiali estremamente sofisticate che, oltre a interagire con gli esseri umani, hanno iniziato a sviluppare una propria cultura. I robot saranno il nuovo genere umano?
– Trama dell’editore

Il manga si ha aggiudicato il secondo posto tra le migliori letture del 2020 per Kono manga ga sugoi!, una candidatura alla 24^ del Premio Culturale Tezuka Osamu, il Gran Premio alla 23^ edizione del Japan Media Arts Festival, fino ad arrivare ad ottenere una nomination agli Eisner Awards  del 2022.

“Abbracciamoci, così non ci perderemo di vista.”

Il susseguirsi di capitoli danno vita ad un particolare arrazzo di storie. Dapprima apparentemente autoconclusive fino a divenire, man mano che i racconti lasciano spazio ai successivi, un unico grande puzzle. Ciò dà vita ad un’unica grande storia in grado di attraversare gli anni, i secoli ed i millenni, attraverso un’evoluzione dell’umanità, dello stesso Pianeta Terra e dei robot, al contempo vittime della loro nascita e degli eventi e nuovi padroni, alla fine di tutto.

L’evoluzione della lettura lascia spazio ad un susseguirsi di diversi generi, non stagnando su un unico stile narrativo. Si inizia con una indagine investigativa di un robot scomparso da mezzo secolo, su richiesta di un vecchio miliardario, facendo scorgere una struggente storia. Si passa poi a raccontare una metafora sullo sfruttamento dei robot da parte dell’umanità, ne vano tentativo di rimediare ai propri errori, passando per rivivere l’evoluzione dei 5000 anni che hanno preceduto l’attuale presente.

Ma i veri protagonisti sono i robot, legati alle proprie programmazioni, ma delle volte svincolati, divenendo liberi. Di robot che sono un oggetto dell’uomo per compensare a proprie mancanze, materiali ed emotive. Di robot vincolati a missioni millenarie, a cui devono sottostare nonostante non ne esista più il senso, in un società ormai senza più essere umani.

“Sei felice?”

Robo Sapiens è un racconto profondo che lascia intravedere la vera umanità da chi umano, per nascita, non è. Ciò lascia molto a pensare… Creature in grado, nonostante tutto, di scoprire sé stesse, imparando. Ma pensano davvero liberamente, o credono di solo di esserlo, a seguito di un’evoluzione del pensiero che gli è stato loro impresso dai loro padroni anni or sono?

Lo stile grafico, come anticipato, ricorda molto Tezuka, ma sa contraddistinguersi attraverso una propria originalità. Lascia così spazio a tavole ricche di dettagli in cui lo spazio occupato dal bianco e dal nero diventa fondamentale, nella loro netta contrapposizione.

La narrazione è fluida. Nonostante i diversi intrecci di storie di personaggi differenti, e di linee temporali diverse, risulta essere estremamente chiara e fruibile. Si arriva alla conclusione con un senso di appagamento e di tristezza.

“È arrivato il momento di dirsi addio.”

Spazio all'autore: Robo Sapiens risulta essere una più che piacevole lettura adatta non solo agli appassionati del genere sci-fi, e, per certi versi, cyberpunk, ma a tutti coloro che apprezzano approfondimenti filosofici sulla vita e sulla sua evoluzione. Davide – Riccidanerd

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von 10
2023-02-14T10:00:00+0000