Il Romics è un Festival Internazionale dedicato a fumetti, animazione, cinema e games, che si tiene presso alcuni padiglioni della Fiera di Roma, due volte l’anno, tendenzialmente ad Aprile ed Ottobre e giunto alla XXXI edizione.
Struttura del festival
Il canovaccio non è mutato molto negli ultimi anni, vengono sfruttati 5 padiglioni sui 10 disponibili (uno è un centro convegni), di questi uno è adibito ai “Grandi eventi e proiezioni”, uno all’area “Games”, uno ai “Comics” e gli ultimi due al merchandising vario.
Come si può notare, risulta evidente quale sia la parte preponderante di questo Festival, ovviamente nulla di male, visto che oltre ai biglietti dei numerosi visitatori, anche gli stand degli espositori sono un’entrata che contribuisce all’esistenza della manifestazione.
Animazione, cinema e games
Il padiglione “Grandi eventi e proiezioni”, oltre ad ospitare sul palco i principali protagonisti della manifestazione, è stato impreziosito da alcune mostre molto interessanti, tra cui quelle di Richard Anderson, Roberto Diso e Declan Shalvey.
L’area “Games” prevede in larga parte le solite postazioni videoludiche, mentre negli anni stanno sempre più scomparendo i cari vecchi giochi da tavolo, una tendenza che, ovviamente, rispecchia la (dura) realtà.
Un problema è lo spazio riservato agli “eventi minori” a cui l’organizzazione non concede l’utilizzo del padiglione “Grandi eventi e proiezioni”, purtroppo l’ubicazione è pessima in quanto il cosiddetto “Palco Movie Village” è inserito all’interno dei due “famigerati” padiglioni, in un caos indescrivibile, che rende difficile, anche, la stessa comprensione di quanto dicono gli ospiti ed è utilizzato, spesso, dai visitatori, più per riposarsi e mangiare, che per seguire questi eventi che meriterebbero molto più rispetto. Rispetto che avrebbero se, magari, venisse sfruttato il Centro Convegni che ha ben 13 Sale meeting e garantirebbe un posto più “riservato”, con la possibilità anche di allungare la durata di questo tipo di eventi, dando anche, magari, la possibilità al pubblico di fare domande e non rendendo il tutto uno sprint, visto che l’organizzazione è stata in grado di coinvolgere, magari, anche un bel numero di ospiti che, però, devono dividersi una striminzita mezz’ora di tempo.
Il lato “Comics”
Nel padiglione “Comics”, il ritorno, per due edizioni consecutive, di Panini Comics è un ottimo segnale, immancabile Saldapress, ma anche la presenza di BD, JPop, Coconino, Beccogiallo, la nuova Gigaciao e tante altre…
Le belle notizie, purtroppo, finiscono qui, l’Artist Valley è ben poca cosa rispetto ad altre manifestazioni del genere, sia ben chiaro non per i nomi coinvolti, di tutto rispetto, ma anche, banalmente, per quantità, se si pensa ad un confronto diretto con l’ARF che si tiene sempre nella Capitale, il Romics perde alla grande. Si potrebbe, certo, contestare il fatto, che l’ARF sia un festival, in pratica, esclusivamente del fumetto, ma la grandezza sia in termini di estensione, che di “pubblico pagante” è ovviamente di gran lunga ad appannaggio del Romics, si può e si deve, dunque, fare molto di più, anche per rendere più digeribili i ben due padiglioni di stand, spesso con lo stesso materiale ripetuto all’infinito, di cui si parlava in precedenza.
Il lato “Cosplay”
Tornando a momenti più lieti, sicuramente ci sono i vari cosplayer, che, grazie ai tanti visitatori che popolano il Festival è un tripudio di colori e generi, difficile non imbattersi in uno dei propri beniamini, per la gioia di grandi e piccoli. Studiando un po’ le tendenze dell’anno ci si sarebbe aspettata una presenza massiccia di Barbie e Ken, in realtà presenti veramente in poche unità, mentre c’è stato un boom vertiginoso di “cappelli di paglia”, che la quasi concomitanza tra il Gear 5 animato e il liveaction di Netflix sia riuscito a sdoganare ancora di più il buon Luffy, ormai conosciuto anche dai membri più “anziani” delle tante famiglie (altra nota positiva) presenti al festival?
Conclusioni
Sicuramente il Romics rimane un momento di aggregazione importante per la Cultura Pop dell’intera Regione Lazio, ma alcuni difetti sono palpabili, soprattutto per chi frequenta altre manifestazioni del genere in giro per la Penisola. Nonostante sia difficile cambiare qualcosa che comunque dimostra, date le presenze, di avere ampio successo, la speranza è che si punti sempre a migliorare e che in futuro Roma possa avere un festival con sempre più eventi ed artisti, che non abbia nulla da invidiare ad altri capoluoghi di provincia italiani.