Siamo davvero troppo grandi per giocare ai videogame? Siamo troppo grandi per leggere ancora fumetti?
Forse perché le generazioni dal 70 in poi sono cresciute tra giornalini e cartucce e sono la prima vera generazione “nerd“, ma esiste davvero un’età per dire basta? Già intorno alla prima post adolescenza, quando pensi di andare all’università, le zie di turno ti dicono che devi iniziare a mettere la testa sulle spalle, poi la moglie che ti dice che non sei più un ragazzino, e infine l’amico che ti chiede come ci riesci e quando trovi il tempo. Per la cultura c’è sempre tempo, videogame e fumetti, mostre, fiere.
Passione
Esiste una corrente di pensiero che sostiene che i videogame siano la 10ma arte, come il cinema la 7ma e cosi via. I fumetti sono di certo letteratura illustrata, di sicuro nessuna di queste passioni può ritenersi perdita di tempo, anzi sono ormai comparti produttivi, industriali a tutti gli effetti, quindi valgono il nostro tempo. Se videogame e giornalini sono passatempo c’è pure chi ne ha fatto un lavoro. Pensate agli youtuber che si filmano mentre giocano e ricevono milioni di visualizzazioni, oppure chi si prodiga in micro recensioni da un minuto e pubblicizza le ultime opere di carta stampata consigliando cosa leggere. Per queste cose non c’è età.
Le passioni vanno sempre alimentate, bisogna stare al passo coi tempi, ma non hanno età. Senza passioni il tempo libero si trasformerebbe in noia. Leggere può solo arricchire la mente, da piccole donne a Spider-Man, passando per Naruto, i Cavalieri dello Zodiaco, Spawn. Oggi tra le nuove onde c’è anche quella delle serie TV, l’evoluzione fisiologica del cinema vista la recente e terribile pandemia. Insomma ogni cosa che ci susciti un forte entusiasmo è passione, ma deve essere sana. La passione può anche tramutarsi in mania o in quel convulso bisogno che non fa bene, attenzione.
Negli anni ottanta esistevano i Nerd, ma dopo la loro rivincita, quell’appellativo che sembrava quasi offensivo ha finalmente trovato e conquistato il suo lato positivo.
Cos’è cambiato però
Se i nerd, passando da film, occhiali, tastiere e penne nel taschino, erano visti come asociali, oggi sono più degli intellettuali appassionati. Videogame e fumetti, ma non solo questo. Cos’è cambiato?
Spesso molti adolescenti, i giovani che hanno appena imparato a leggere e scrivere, nella nostra società, non si dedicano più alla lettura o ai videogame, preferiscono vivere il loro tempo in modo diverso. Il bivacco nei centri commerciali, gli incontri in centro città a fare vasche senza metà trascorrendo ore a parlare sono tra le attività privilegiate.
Gli adolescenti alla “Stranger thing” non crediamo nemmeno ci siano più nemmeno negli States. Oggi tutto passa attraverso social, chat, foto. Ma questa evoluzione non deve privare di perseguire un fine più nobile. Si perché anche giocare ad un videogame altro non è che un esperienza che arricchisce se stessi. Sono opera dell’ingegno e la loro realizzazione passa attraverso la composizione di musiche, testi, immagini, tutte arti unite dal massimo comune denominatore della programmazione informatica.
Scrivere un fumetto non è cosa da poco, per non parlare delle illustrazioni. Dietro un fumetto c’è sempre un lavoro di scenografia abbastanza complesso.
Per molti fumetti e videogame sono solo fasi di passaggio, molti si fermano appena trovano un lavoro, quando mettono su famiglia, ma la vera passione, quella entusiasmante ti permette di trovare il tempo anche quando il quotidiano e le sue scadenze ti schiacciano. Molti giovani invece sembra quasi siano stressati precocemente e prediligono il dolce far nulla. Leggere, videogiocare, sport? No, passiamo il tempo sui social, guardiamo le inutilità fatte dagli altri.
Cazzeggiare è di certo gradevole, ma non può essere un passatempo. I social a volte spingono a dissociarsi dalla realtà attraverso il loro freddo contatto con gli altri. Ma avere tanti amici senza nulla di buono da condividere a cosa serve? Confrontarsi sul nulla non è produttivo, se possiedi invece conoscenza allora si che puoi condividerla.
Quando si è giovani spesso si spreca il proprio tempo nel dolce far nulla, ma stare a guardare i divertimenti altrui che feedback ci dà? In che modo i social network stimolano la socialità, il confronto o alimentano le passioni?
Troppi interrogativi forse senza risposta. Una società liquida e sfuggente come quella d’oggi ha bisogno di passioni per cambiare e migliorarsi.
E quindi?
La risposta è ovvia. Le passioni non hanno età. Care zie, giochiamo ancora ai videogame e leggiamo fumetti, passiamo il nostro tempo tra Risiko e giochi di ruolo, andiamo al cinema a vedere i Cinematic Universe dei nostri eroi. Sogniamo ancora quando vediamo il trailer di Indiana Jones 5 (anche se sappiamo che non sarà mai come il Tempio maledetto), abbiamo la pelle d’oca quando viene presentato il film di Super Mario Bros. Vogliamo la Limited Edition di un gioco che forse non apriremo mai, oppure cerchiamo la tiratura limitata di quel fumetto tanto speciale. Facciamo le ore piccole per finire un videogame di notte mentre le bimbe dormono, vediamo le serie tv tutte di fila o in più volte perché ci cala la palpebra quando è troppo tardi. Ci scambiamo opinioni alle fiere di settore e vogliamo comprare quel gadget apparentemente inutile ma che soddisfa pienamente i nostri desideri. Scriviamo recensioni sul web ma non sempre saremo famosi, condividiamo le nostre sensazioni sui social, ma non siamo perdi tempo, non bivacchiamo inutilmente. Viviamo le nostre passioni.
Un monito per le nuove generazioni, ubriacatevi di passioni, leggete, videogiocate, siate Nerd! Ma se la pensate diversamente parliamone.
Perché siamo Nerds, è un nerd non ha età!