In questo numero dello spillato italiano debutta la nuova serie Spider-man, firmata da Dan Slott e Mark Bagley.
I due non avrebbero bisogno di presentazioni, ma diciamo solo che Dan Slott è stato alla guida di Amazing Spider-man per più di dieci anni, a partire dall’arco narrativo Brand new Day, in cui il personaggio è stato riportato alle origini, cancellando di fatto il suo matrimonio con Mary Jane Watson e altre piccole cose.
Di Mark Bagley ricordiamo i disegni di storie cardine degli anni 90, come alcune di quelle che fanno parte della lunghissima Saga del clone (recentemente ristampata integralmente da Panini in 10 Omnibus).
Ricordiamo, inoltre, l’opera più nota: le tavole di Ultimate Spider-man, per i testi di Brian M. Bendis. Anche Ultimate Spider-man è attualmente in fase di riedizione in formato Omnibus: un primo volume è già uscito e se ne aspettano almeno altri due.
Trama
La storia prende le mosse dalla miniserie Edge of the Spider-verse, proposta in Italia nei numeri 10, 11 e 12 dello spillato e di cui abbiamo parlato qui.
Lo Spider-verse, il multiverso creato da Slott (anche per le storie originali c’è un omnibus pubblicato da poco), sta mutando radicalmente e potrebbe essere la fine per tutti i ragni!
Shatra, l’inquietante vespa umanoide, a causa di un torto ricevuto all’albo re dei tempi, vuole riscrivere il multiverso a sua immagine. Il risultato è che sta pian piano trasformando tutte le incarnazioni del nostro tessiragnatele in vespe umanoidi al suo servizio.
Peter Parker di Terra 616 (l’universo Marvel che conosciamo da sempre) è, a dire di Madame Web, il prescelto e potrebbe essere l’unico a cambiare le sorti dello Spider-verse.
I ragni avranno nella loro battaglia un alleato che mai si sarebbero aspettati: Morbius!
Parte grafica
Le tavole di Bagley sono molto ben organizzate e nel complesso piacevoli da leggere. Il suo Spider-man, nonostante la questione del multiverso, resta uno Spider-man classico.
Criticità
Ci sono almeno tre criticità in questa nuova pubblicazione.
Per prima cosa, l’ostinazione di Slott di tirare fuori sempre e comunque lo Spider-verse con centinaia di Ragni diversi disorienta: nessuno dei personaggi è caratterizzato bene e più che altro questo figurano come comparse più che come protagonisti.
Il protagonista, che dovrebbe essere il Parker che conosciamo bene, ricopre un ruolo minoritario perché letteralmente non c’è spazio per fargli fare di più.
Una seconda criticità sta nel metodo Slott: è noto che Slott non scrive la sceneggiatura per esteso ma fornisce al disegnatore una suddivisione a grandi linee della storia. Il disegnatore poi scrive dialoghi e organizza l’azione come preferisce. In una fase di revisione si apportano eventuali cambiamenti.
Questo mettono era ampiamente utilizzato anche da Stan Lee, negli anni 60. Ma, diciamocelo, Stan -The man – Lee sapeva usarlo e, soprattutto, aveva a che fare con disegnatori che sapevano anche sceneggiare (Steve Ditko, John Romita…).
In questa storia si avverte molto la mancanza di una sceneggiatura solida e alla fine ciò contribuisce a rendere più confusa una narrazione già problematica per l’alto numero dei comprimari.
Una terza criticità sta nella traduzione: i personaggi tramutati in vespe parlano con un’abbondanza quasi imbarazzante di Zzz e ciò rende davvero ridicoli i dialoghi che li coinvolgono.
Spazio all'autore: Non sono un fan dello Spider-verse e farei volentieri a meno di questo tipo di storie. Mi dispiace anche perché Slott ha scritto belle storie nella prima parte della sua gestione di Amazing e Bagley è un bravissimo disegnatore. – Andrea – World Wide Nerd