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Star Wars: Andor - Recensione - WorldWideNerd

Star Wars: Andor – Recensione

Star Wars: Andor è la nuova serie live action del franchise che narra la vita di Cassian Andor prima di unirsi alla Ribellione. Lo show ha 12 episodi rilasciati settimanalmente su Disney+. E’ un’opera creata da Tony Gilroy e prodotta da Lucasfilm e si colloca come prequel di Rogue One: A Star Wars Story.

Un altro lato della Galassia

La quarta serie live action di Star Wars non era fra le più attese tra quelle annunciate da Lucasfilm. Cassian, infatti, è uno dei protagonisti di Rogue One, ma è stato presente, appunto, soltanto in un film. I fan sono stati abituati a prodotti dedicati a personaggi iconici come Boba Fett e Obi-Wan o a qualcosa di completamente inedito come si è mostrato essere The Mandalorian. Ma la forza di Andor sta proprio qui, nella scelta di un personaggio ancora poco esplorato, combinato a un angolo della Galassia in parte inedito, in parte rivisitato come può esser la modernissima Coruscant adornata dalle nuove tecnologie come mai prima d’ora. Non ci sono molti cameo di rilevanza e l’unico altro grosso personaggio che già conoscevamo è Mon Mothma. Insomma, lo show porta aria fresca.

Cassian Andor
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Partendo dall’ambientazione, Ferrix un pianeta freddo e semplice dove ci si focalizza maggiormente sui resti di navi, una discarica adetta anche a scambi di merci. Il tutto magistralmente curato nei minimi dettagli, dagli abiti dei lavoratori alle strutture delle vie e delle ambientazioni. La serie non è stata girata all’interno dello Stage-Craft come spesso accade negli show di Star Wars, ma soltanto in set o all’aperto o agli interni con ogni aspetto modificato per ricordare al pubblico che si trattavano di luoghi starwarsiani. Anche in questo caso si sente la differenza dagli prodotti ed eleva Andor. Molte scene sono ambientate anche su Aldhani, altro pianeta inedito in cui quasi non sono mostrate le popolazioni autoctone poiché si focalizza su una base imperiale tra le montagne. Ma rimane Coruscant il vero gioiello, soprattutto se parliamo di tutta la nuova struttura imperiale che rafforza il concetto di totalitarismo e la cancellazione dell’individualità.

Personaggi e un nuovo modo di odiare l’Impero

I personaggi, le interazioni e i dialoghi sono il fulcro di Andor. Se inizialmente lo spettatore viene catapultato nel passato di Cassian, le origini Kenariane e la sorella smarrita, pian piano ci spostiamo anche verso i comportamenti ossessivi di una semplice guardia. Come è il caso di Syril Karn. In modo particolare, però, lo show mostra un nuovo odio verso l’Impero, quello primordiale, ancora prima di Star Wars: Rebels. Si vedono le prime battaglie, la debole scintilla indecisa e insicura, ovviamente inoltre i primi grossi sacrifici, accompagnati dall’annullamento di se stessi per una causa più grande. In questo aspetto troviamo Luthen Rael il quale è pubblicamente un venditore di antiquario, ma che di nascosto è uno dei primi leader ribelli. In tutta la sua squadra pullula questo sentimento, regalando ai fan personaggi ricchi, ben caratterizzati i quali portano con sé il proprio modo di odiare l’impero.

La serie lascia spazio pure alle prime rivolte popolari e agli idealisti fortemente convinti nella possibilità di rivedere la pace e la libertà. Poi abbiamo l’Impero stesso, tanti approfondimenti e sguardi più dettagliati su come funziona diverse parti dell’ingranaggio dittatoriale e un’enfasi su ciò invece che non funziona. Infatti, si notano le futili lotte per il potere interno tra gli imperiali che servono soltanto a rallentare la loro efficenza e giustificare nuovamente la loro successiva sconfitta. E’ presente però uno rappresentazione più matura degli imperiali. Sebbene siano illustrati come esseri egoisti e talvolta superbi, non sono ridicolarizzati come solitamente capita in altri prodotti di Star Wars.

Scrittura e regia

Andor ha una struttura interessante, ovvero, una suddivisione in archi narrativi da tre episodi. In questo modo le puntate in cui avvengono meno avvenimenti hanno una precisa funzionalità, quella di iniziare un nuovo arco. Così lo spettatore assorbe meno la sensazione di stare guardando un episodio poco interessante. L’opera è scritta e diretta quasi come fosse una pellicola cinematografica. Ogni singolo momento si intravede la serietà e l’impegno dietro agli episodi e alla costruzione di un prodotto narrativo coerente e coesivo. La regia presenta aspetti più autoriali senza risultare troppo invasiva o, al contrario, anonima. Ci sono diversi collegamenti con la lore di Star Wars e pure easter-egg affascinanti. Le musiche accompagnano intensamente la regia, combaciando con il mood che gli autori hanno voluto regalare allo show.

VOTO: 9

Spazio all’autore

Ho amato con tutta me stessa questa serie. Dopo alcuni show di Star Wars che non hanno saputo elevarsi a livello di scrittura e coerenza, arriva Andor con bei personaggi, trama accativante e una regia adatta a questo genere di prodotto. Andate a recuperarla subito e preparate i fazzoletti!