Stitches. 29 punti alla gola – Recensione

Per la collana Tascabile edita di Rizzoli Lizard è stato proposta a luglio ’23 Stitches. 29 Punti alla gola di Dave Small. Il formato di questa collana è brossurato, piccole dimensioni ma studiate in maniera perfetta per godersi le tavole e prezzo contenuto (12€) per 336 pagine.

Dopo un’operazione in apparenza insignificante, il quattordicenne David Small scopre di non poter più parlare: gli sono state rimosse la tiroide e una delle corde vocali, e il taglio con cui i medici gli hanno squarciato la gola è stato suturato alla bell’e meglio, con ventinove punti che lo accompagneranno per il resto della vita. Sarà solo a cose fatte che David scoprirà di aver avuto un cancro alla gola, trascurato dalla superficialità dei medici e dall’indifferenza della sua famiglia. In un caleidoscopio di immagini folgoranti, Small ci regala il difficile racconto del viaggio che ha segnato la sua esistenza: quello di un ragazzino che, dopo essere stato ridotto a un solitario silenzio, ritrova la propria voce grazie all’arte.

– Trama dell’editore

E’ racconto autobiografico dell’autore che ri-affronta i traumi del suo passato. Small ha vissuto in una famiglia complicata che è riuscita a segnare drasticamente la sua vita, solo grazie all’aiuto di uno psicologo e grazie al suo talento è riuscito con enormi difficoltà ad uscire da questo vortice di sofferenza. Avere una famiglia che ti fa soffrire ed causa di questo dolore è stata una delle difficoltà più grande che l’autore abbia mai dovuto affrontare.

Sia chiaro non è una storia dai temi facili, non è uno di quei racconti che iniziate e finite tempo zero. E’ un racconto carico di emotività, sofferenza e rabbia. L’aspetto che più “devasta” il lettore è il fatto che il protagonista di questa vicenda soffre ma non punta ma non da mai la colpa a nessuno. Non lo vedrete mai accusare nessuno. Soffrirà in silenzio lottando da solo contro le sue difficoltà. L’unica sua fonte di salvezza, l’unica appiglio che trova nella sua vita è il disegno.

L’arma in più di questo racconto è la scelta di narrare gli eventi in maniera del tutto scomposta tra loro mantenendo però l’ordine cronologico dei fatti. L’idea che traspare, o almeno è quello che è sembrato a noi, è quella di vivere i racconti di Small durante le seduta dallo psicologo. Un po’ come se si stesse sfogando con noi lettori raccontandoci tutto quello che lo ha fatto soffrire e penare da bambino.